sabato 4 dicembre 2021

L'Inferno di Claudio Sacchi all'Accademia delle Arti del Disegno

 



Nella Sala delle Esposizioni dell’Accademia delle Arti del Disegno, fino al 3 gennaio 2022 è esposto L’Inferno di Claudio Sacchi, la personale di un artista originale con opere sul tema dantesco nel settecentesimo anniversario della morte del Sommo Poeta.

Un nuovo percorso iconografico della prima cantica della Divina Commedia che si inserisce coerentemente nell’attenzione storica nei confronti di Dante che la casa editrice Olschki ha voluto confermare in quest’anno di celebrazioni. Sono 10 i canti che vengono illustrati con un’eccellente tecnica grafica, che richiama la tradizione rinascimentale (quadri a olio di grandi dimensioni, nel catalogo evidenziati da numerosi particolari): l’esperienza visiva dell’immaginario dantesco di un artista contemporaneo. Sacchi reinterpreta l’Inferno e accetta la sfida di aggiungersi alla schiera di illustratori che dai primi miniatori trecenteschi passa per Botticelli, Blake e Doré, per citare solo alcuni dei grandissimi che si sono misurati con il viaggio dantesco. Il volume accompagnerà inoltre alcune mostre itineranti in Italia e all’estero.

L’inferno dantesco di Claudio Sacchi è diverso. Le motivazioni affondano nella forza compositiva delle sue opere e nel suo talento, con  immaginazione e colore.

Le pitture  in mostra sono  12  a olio di grandi dimensioni e 4 bozzetti che si riferiscono ai canti I, III, V, IX, X, XII, XVII, XXVI, XXXIII e XXXIV. Una scelta che esalta la molteplicità delle figure, ben delineate, e delle infuocate ambientazioni infernali.





Maschere urlanti, teste di Gorgone e rilievi antropomorfi di prigioni affranti animalo le strutture, rievocando le perfide fantasie dei Manieristi… Catene fissate ai conci torturano le anime, o pendono inerti, fiotti malsani di acque reflue…

Scrive Cristina Acidini nella sua presentazione al catalogo “L’Inferno di Claudio Sacchi”.

Un percorso, quello di Dante in compagnia di Virgilio, che si svolge tra suggestive architetture e infinite pene inflitte alle anime dannate. Non c’è traccia di terribili tormenti accennati o appena abbozzati: tutto si svolge sotto una luce mefistofelica, ma al tempo stesso vivida e anche il più sottile dettaglio è chiaramente definito dall’abilità pittorica di Sacchi.

Nelle scenografie esistono tanti piani di lettura, come nella figura di Dante con il suo compagno di viaggio, sempre avvolti in un’atmosfera diversa, isolata rispetto al dramma dei dannati. E le brillanti invenzioni del paesaggio sempre artificiose e maestose appaiono come in una storia antica, ben contestualizzata che attinge alla miglior pittura classica. Così per le figure di Ulisse, Polifemo e infine il mostruoso Lucifero.


Cenni biografici

Claudio Sacchi (Pesaro, 1953) si è formato alla Scuola d'Arte di Urbino e all'Accademia di Belle Arti di Urbino. Fondamentale l'incontro con Pietro Annigoni ed Enrico Del Bono. Ha esposto in molte gallerie in Italia e all'estero e svolge un'intensa attività di ritrattista. Nel 2014 ha vinto la medaglia d'oro del Presidente della Repubblica alla 41esima edizione del Premio Sulmona. Vi e attualmente a Sansepolcro. 


Fabrizio Del Bimbo


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