L’inferno dantesco di Claudio Sacchi è diverso. Le motivazioni affondano nella forza compositiva delle sue opere e nel suo talento, con immaginazione e colore.
Le pitture in mostra sono 12 a olio di grandi dimensioni e 4 bozzetti che si riferiscono ai canti I, III, V, IX, X, XII, XVII, XXVI, XXXIII e XXXIV. Una scelta che esalta la molteplicità delle figure, ben delineate, e delle infuocate ambientazioni infernali.
Scrive Cristina Acidini nella sua presentazione al catalogo “L’Inferno di Claudio Sacchi”.
Un percorso, quello di Dante in compagnia di Virgilio, che si svolge tra suggestive architetture e infinite pene inflitte alle anime dannate. Non c’è traccia di terribili tormenti accennati o appena abbozzati: tutto si svolge sotto una luce mefistofelica, ma al tempo stesso vivida e anche il più sottile dettaglio è chiaramente definito dall’abilità pittorica di Sacchi.
Nelle scenografie esistono tanti piani di lettura, come nella figura di Dante con il suo compagno di viaggio, sempre avvolti in un’atmosfera diversa, isolata rispetto al dramma dei dannati. E le brillanti invenzioni del paesaggio sempre artificiose e maestose appaiono come in una storia antica, ben contestualizzata che attinge alla miglior pittura classica. Così per le figure di Ulisse, Polifemo e infine il mostruoso Lucifero.
Cenni biografici
Claudio Sacchi (Pesaro, 1953) si è formato alla Scuola d'Arte di Urbino e all'Accademia di Belle Arti di Urbino. Fondamentale l'incontro con Pietro Annigoni ed Enrico Del Bono. Ha esposto in molte gallerie in Italia e all'estero e svolge un'intensa attività di ritrattista. Nel 2014 ha vinto la medaglia d'oro del Presidente della Repubblica alla 41esima edizione del Premio Sulmona. Vi e attualmente a Sansepolcro.
Fabrizio Del Bimbo
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