giovedì 27 maggio 2021

Al via a Firenze Puliamo la tua Piazza

 Puliamo la tua Piazza: al via il roadshow dei mezzi elettrici per l’igiene urbana all’insegna della sostenibilità, 


Firenze, Piazza Santa Croce, 27 maggio 2021: questa la prima tappa del roadshow Puliamo la tua Piazza, che proseguirà anche nel 2022.

Alla presenza delle autorità cittadine è avvenuto il taglio del nastro del Roadshow con un programma che ha visto i mezzi esposti nella piazza dove gli staff di Gorent, Renault Trucks Italia e degli altri partner industriali hanno potuto raccontare tutti i vantaggi che questa novità porterà alla vivibilità delle città e al benessere dei cittadini.


Oltre ai mezzi Renault Trucks sono stati  presentati nel tour anche i veicoli Main Partner, Schmidt, Exelentia, GreenG.


Il 27 maggio l’amministratore delegato di Renault Trucks Italia, Pierre Sirolli ha consegnato ufficialmente il primo veicolo industriale 100% elettrico in Italia, Renault Trucks D Wide Z.E., all’amministratore delegato di Gorent SpA Furio Fabbri. Una collaborazione - spiega Renault Trucks in una nota - che segna l’inizio di una “rivoluzione green” del Paese verso la mobilità elettrica pesante, per ridurre le emissioni inquinanti e migliorare la qualità dell’ambiente. La riduzione delle emissioni inquinanti (CO2, NOx, ecc.) è una priorità dei nostri giorni e molte città stanno infatti adottando normative ambientali sempre più restrittive. Gorent SpA da parte sua è pronta per intervenire nell’ambito del trasporto rifiuti con una flotta elettrica che impatta sul territorio in modo sostenibile.


“Preserviamo la salute dell’ambiente e delle persone e, come facilitatori della transizione energetica, nel Gruppo Gorent rivolgiamo lo sguardo a combattere quello che da sempre consideriamo il rifiuto principe nemico della salute: le emissioni di CO2 – ha dichiarato Furio Fabbri, presidente e amministratore delegato di Gorent SpA –. Per dirigerci verso un futuro davvero sostenibile, lavoriamo a progetti di natura elevata, che sono da portare all’attenzione del pubblico. Riteniamo quindi prioritario parlare ai cittadini, valorizzare i nostri clienti e coinvolgere le persone sensibili all’ambiente nei nostri progetti.

Di fatto, operiamo con scelte concrete, come l’utilizzo di veicoli industriali elettrici. La prospettiva di mercato va nella direzione della scomparsa del motore termico in 5 anni: siamo i primi a percorre una strada già pronta.

Come veri pionieri, introduciamo in Italia i primi camion pesanti elettrici per l’igiene ambientale, quali punta di diamante del nostro business model. Nel nostro roadshow delle 100 piazze, siamo felici di presentarli ai cittadini, e di guardare insieme a loro ad un futuro all’insegna della sostenibilità. Essere facilitatori della transizione energetica, per noi, vuol dire proteggere la salute dell’ambiente e dei cittadini con le nostre azioni. Assumersi la responsabilità di fare la nostra parte, in una società che si avvia a toccare con mano un futuro sempre più vicino; progettando da sempre e realizzando, nei fatti, un Green che funziona davvero”.


“Le scelte che facciamo oggi definiscono il mondo in cui viviamo domani – ha dichiarato Pierre Sirolli, amministratore delegato di Renault Trucks Italia –. Da produttore responsabile, dobbiamo considerare, in tutte le nostre azioni, come ridurre l'impatto climatico, utilizzare al meglio le risorse del mondo e condurre il business in modo più responsabile. I veicoli elettrici sono una pietra angolare della nostra strategia e abbiamo la chiara ambizione di diventare leader in questo settore. Puntiamo a una penetrazione di vendita dei veicoli elettrici ad un livello del 10% dei nostri volumi totali nel 2025, del 35% nel 2030 con l'ambizione complessiva di essere al 100% senza combustibili fossili a livello di flotta in esercizio nel 2050. 


Fabrizio Del Bimbo 

lunedì 24 maggio 2021

Realismo astratto, una mostra di Angelika Domenig a Firenze

 


"Realismo astratto”: un modo astratto di pittura, in cui non c'è niente di reale, così come arte figurativa che non ha nulla a che fare con il realismo. Tra questi due termini, c'è un mondo colorato e diversificato con molte gradazioni. Nella realizzazione astratta, il nucleo e la fonte servono una scena specifica, una situazione o un'idea reale. È qui che la pittura dello spettatore è particolarmente richiesta. Qui hai bisogno dell'immaginazione dello spettatore, dei ricordi, dei pensieri, delle associazioni ed delle esperienze. 

Angelika Domenig (1972) è artista, designer e docente

Vive e lavora a Nüziders / Dornbirn (A)

ORARIO MOSTRA: Fino al 20 Giugno 2021 Per prenotazioni: Aleksandra +39 351 246 7118, oppure  info@florusart.com
Accademia Internazionale di Belle Arti di San Pietroburgo in Firenze Palazzo di Cosimo Ridolfi, Via Maggio 15 – Firenze Tel. (+39) 055 035 15 30

Fabrizio Del Bimbo 

sabato 22 maggio 2021

Poesia del passaggio, una mostra di Marisa Settembrini al Plus Florence


“POESIA DEL PASSAGGIO”
ARTISTA
MARISA SETTEMBRINI 
CURATORE
Prof. Carlo Franza, Storico dell’Arte e Critico del quotidiano “Il Giornale” fondato da I. Montanelli
PLUS FLORENCE – SALONE DELLE REGOLE 
Via Santa Caterina d’Alessandria, 15 - 50136 Firenze 
Dal 29 maggio 2021 al 19 novembre 2021
APERTURA
Sabato 29 maggio 2021, ore 18.00




In uno spazio ove alberga già il progetto “Scenari”, a Firenze, è ospitata la mostra “Poesia del passaggio” con  opere dell'artista Marisa Settembrini. L'esposizione, ideata e curata dall’illustre Storico dell’Arte Moderna e  Contemporanea Prof. Carlo Franza, figura di piano internazionale, è una sorta di termometro della spettacolarità e 
della storicità dell’arte nuova, di un'arte che si fa veicolo di novelle idee scolpite nella cultura occidentale, di un'arte  capace di rigenerare mondi e uomini, e si fa anche bussola in un mare di proposizioni della cultura e delle arti internazionali. 

Scrive Carlo Franza nel testo: “L’arte di Marisa Settembrini persegue la ricerca di un ideale millenario che la  nostra civiltà ha sempre considerato una delle sue espressioni più alte, la bellezza tradotta da una certa concezione  del corpo umano. Da Fidia e Prassitele a Rodin, passando da Michelangelo e Canova, eppoi verso taluni  contemporanei come Mimmo Rotella e Jacques Villeglè, la sua pittura esprime, tramite la perfezione  dell’architettura umana, la presenza del mistero. Le sue opere si snodano attorno alla riconquista di una forma di  bellezza considerata desueta da taluni modernisti. Fin dai suoi esordi, negli anni Settanta, il lavoro della Settembrini  si è mosso ai margini di correnti dominanti quale l’arte concettuale, l’arte minimalista o i diversi approcci dell’arte  astratta. Ella può essere associata da una parte ai Nouveaux realistes per una affinità stilistica o generazionale per via degli strappi cartacei, i decollages, dall’altra alla Poesia Visiva o meglio alla Poesia Visuale. Poi quando negli 
anni Ottanta abbiamo assistito a un ritorno alla figurazione, alla rivalorizzazione del passato e della mitologia, 
scopriamo che la sua opera sfugge a precise tendenze e, per contrasto, rivela tutta la sua specificità. A prima vista  l’opera sorprende per il suo sviluppo organico, per la sua apparente immobilità, per la sua costante epurazione,  seminando nuove basi, aprendo nuove piste. Ecco spingere l’arbitrarietà del segno al punto di dissoluzione  segnalato da Jameson, e cioè al punto in cui i significanti, lettere, numeri e così via, sono diventati letterali “libertà dal fardello dei loro significati”. La Settembrini attinge dal mondo classico e dal mondo contemporaneo i valori che insuffla nelle sue creazioni. La figura umana, o meglio quelle parti di volto e di sguardo, strappate, ritagliate, vere 
finestre visive, ne escono altamente valorizzate poiché portano in sé l’impronta dello sforzo per superarsi. Il suo  sguardo, rispetto al passato, non è nostalgico bensì basato sulla scommessa di insufflare l’ideale di bellezza  nell’ambiente quotidiano. La sua ricerca interroga l’atteggiamento modernista, il nostro rapporto con le fonti della nostra civiltà, il ponte che ci ricollega con il fondo comune dell’identità occidentale. La Settembrini pone in scena una teoria estetica ed etica del volto, ben ricordando le riflessioni di Emmanuel Lévinas. Di fronte al volto altrui l’io 
comprende l’alterità e la trascendenza dell’altra persona, in quanto dietro a quel volto si nasconde la vita intera di un essere umano che ha provato sensazioni, emozioni, che possiede ricordi e aspettative e sogni verso il futuro. E’ acclarato che il volto dimostra la sua grande evocatività filosofica e vedremo anche artistico-letteraria soprattutto 
perché si tratta della parte del nostro corpo più personale e più differente da individuo ad individuo. Esso viene 
scelto quale mediatore tra l’anima e il corpo. Nel volto non vi sono tracce del nostro vissuto, ma idealmente il volto 
è colui che ci fa comprendere i valori del rispetto di un’individualità differente dalla nostra. Tutto appartiene a una  partizione delle voci “volto” e “sguardo”, voci, termini, che rimandano a quanto diceva G.A. Becquer: “L’anima. può parlare con gli occhi e baciare con lo sguardo”. Il ruolo esistenziale del volto, la magia di esso, assume del tutto una dimensione che coinvolge il valore del ricordo che è stato caro a Marcel Proust come al poeta italiano  Eugenio Montale del “Non recidere forbice quel volto”; il volto della donna amata, Clizia, una sorta di donna angelo venuta in terra per fornire un segno di una possibile donazione di senso al mondo. Così avvicinarsi al passato non può essere che un atto mutilato e frammentario. Queste piccole “finestre” che ricreano la superficie dell’opera sono decorazioni o forse i frammenti di un’altra opera? Ogni frammento rimanda a un’opera che ci sfugge nella sua totalità ma la cui probabile esistenza ci viene indicata dall’immaginario. In questo modo ogni frammento evoca altro e così via, all’infinito. L’uso della frammentazione e del collage è una pratica moderna, porta verosimilmente ad assemblaggi insoliti. Il gusto di fabbricare storie ci ricorda i romantici e la loro passione per le rovine, per le tracce  delle intemperie e i segni del tempo trascorso. Ancora una volta ciò che è in ballo è il nostro rapporto sempre 
mutilato con il passato e la sua abilità di artefice. Il frammento rivela la mano e l’abilità dell’artista, non il talento 
aleatorio del tempo. “Con modernità intendo l’effimero, il fugace e il contingente” scriveva Charles Baudelaire nel  1863, “la metà dell’arte di cui l’altra metà è l’eterno e l’immutabile”. 

Nicoletta Curradi





venerdì 14 maggio 2021

Dal 15 al 30 maggio Torneo Open Campionati Toscani Assoluti al Match Ball

 Al Match Ball Firenze (dal 15 al 30 maggio) il torneo Open con montepremi di 8.000 euro valido come 43° edizione dei Campionati Toscani Assoluti

Nel maschile i favoriti saranno Galovic, Darderi, Bocchi, Maccari e Tomasetto nel femminile Rocchetti, Cherubini e Valletta




Al Match Ball Firenze Country Club è stato presentato il torneo Open con montepremi di 8.000 euro e valido come 43° Campionato Toscano Assoluto. Nel maschile i favoriti saranno il giocatore di casa Viktor Galovic, Luciano Darderi, Lorenzo Bocchi, Federico Maccari e Luca Tomasetto tutti 2.1 nel femminile Sofia Rocchetti (2.1) la fiorentina Diletta Cherubini ed Emma Valletta (2.2). Il covid non ha fermato la macchina organizzativa del circolo di Bagno a Ripoli che non ha potuto dare il via, con le pre qualificazioni agli Internazionali BNL d'Italia, a causa della pandemia, alla stagione 2021 ma ha atteso la possibilità di giocare all'aperto per essere di nuovo il cuore pulsante del tennis toscano e non solo.

“Avevamo timore visto lo spostamento di data e il fatto che si gioca all’aperto ed invece avremo il record di iscritti e per 15 giorni il Match Ball rappresenterà una sorta di “ombelico del tennis toscano” – spiega il presidente Roberto Casamonti – sono contento perché la mia famiglia ha una storia lunga 45 anni; adesso largo ai giovani, abbiamo sempre amato il tennis e con Leonardo potremo continuare a mantenere questa tradizione”

 

” Nonostante tutte le difficoltà il Match Ball non ha voluto mancare nell’organizzazione del Torneo più importante del panorama toscano fiorentino della mia città Bagno a Ripoli – mette in luce il sindaco Francesco Casini - Complimenti a tutti…non era certamente facile perché il torneo è stato posticipato, Quest’anno la scelta di maggio è stata ancora una volta vincente e i dati lo stanno a dimostrare per numero di iscritti e montepremi”.

” Ringrazio dell’invito, porto i saluti del sindaco Nardella, assicuro della nostra vicinanza – dice l’assessore allo sport del Comune di Firenze, Cosimo Guccione -  vogliamo supportare lo sport a 360°. Ci sono tanti progetti e collaborazione in atto nel tennis e il luogo è semplicemente magnifico e il torneo è di primaria importanza. Grazie tutti gli sponsor che aiutano sia il tennis che lo sport cittadino, regionale e nazionale perché non è così scontato”.

 

“Quest’anno il torneo non metterà in palio i posti per gli Assoluti di Roma – spiega Luigi Brunetti presidente comitato regionale toscano Federtennis – ma è un OPEN dove si assegnano i titoli toscani assoluti e si ritorna un po' indietro agli inizi della manifestazione. Avremo una partecipazione quantitativa e qualitativa di primissimo spessore e anche dal lato di investimenti il Match Ball non si ferma mai. Un anno la palestra, il prossimo magari i campi da Padel”.

Al tavolo delle autorità anche l’assessore allo sport del Comune di Bagno a Ripoli Enrico Minelli, il vice presidente della Federtennis Toscana Romeo Tanganelli e il vice presidente del Match Ball Leonardo Casamonti.

 

Da sabato 15 a domenica 30 maggio si assegneranno anche i titoli assoluti di campione toscano e andrà a conclusione il torneo di Terza Categoria, sia al maschile che al femminile, per premiare con lo scudetto toscano i vincitori. Inoltre verranno assegnati i titoli toscani di doppio (maschile, femminile e misto) e in questo caso le iscrizioni scadranno giovedi 20 maggio alle 12.

 

Gli incontri verranno giocati al Match Ball Firenze con il supporto del Ct Scandicci e per motivi organizzativi il torneo maschile sarà limitato a 400 partecipanti mentre a livello femminile le atlete in gara non potranno essere più di 250. Il torneo avrà il suo inizio sabato 15 maggio con le prime sezioni dove giocheranno gli atleti classificati Quarta e Terza categoria per poi far entrare in gara i giocatori con la classifica più alta.

 

Il Direttore del torneo sarà il maestro Fabio Bianchini mentre il giudice arbitro titolare sarà Adriano Spataffi assistito da Enrico Di Vita, Roberto Falteri, Renzo Roselli, Paolo Lapini, Daniele Turco, Riccardo Salmeri e Niccolò Stinghi.

Entry List:

 

Maschile:

I primi cinque favoriti nel tabellone maschile, in base alle classifiche, sono il giocatore del circolo di casa Viktor Galovic (Match Ball Firenze) ora 329 Atp che ha raggiunto come best ranking personale il numero 173 Atp, il 19enne Luciano Darderi (Ata Battisti Trento), Lorenzo Bocchi (Ct Albinea), Federico Maccari (Tc Piazzano) e Luca Tomasetto (Sport Club Nuova Casale) tutti con classifica 2.1. A seguire Matteo Trevisan (Tc Pistoia), Daniele Bracciali (Tc Sinalunga), Gianluca Acquaroli (Tc Open Terni), Daniele Spinnato (Tennis Accademy Roma) e Andrea Picchione (Ct L'Aquila) tutti classificati 2.2  e ben 14 giocatori classificati 2.3: Andrea Turco, Alessandro Pecci, Gregorio Lulli, Marco Furlanetto, Andrea Pecorella, Raffaele Censini, Andrea Militi Ribaldi, Pietro Schiavetti, Samuele Pieri, Alberto Morolli, Augusto Virgili, Federico Bertuccioli, Giovanni Calvani, Carlo Cataldi.

 

 Femminile:

Nel torneo rosa la favorita è Sofia Rocchetti 2.1 (Gs Argentario Trento) che ha iniziato la stagione nel migliore dei modi con ben 7 vittorie su 8 incontri ed ha vinto il torneo Open di Capodanno organizzato dall’Ata Battisti Trento. A seguire la giocatrice di casa Diletta Cherubini (2.2 del Match Ball Firenze) e la ravennate under 18 Emma Valletta (2.2 del Tennis Training Perugia) entrambe cresciute molto nell’ultimo periodo e pronte al grande salto. Dietro una pattuglia di sei giocatrici classificate 2.3 che potrebbero insidiare le due favorite. Gloria Ceschi (Plebiscito Padova), Gaia Squarcialupi e Matilde Mariani entrambe del Ct Giotto Arezzo, Maria Toma (Tennis Training Perugia), Maria Vittoria Viviani (At Piombinese) e Linda Salvi (Tc Sinalunga).


Fabrizio Del Bimbo 

mercoledì 12 maggio 2021

Chianti Classico Collection 2021 diventa Connection: un incontro globale in 6 città di 5 paesi del mondo

 Dopo 27 edizioni della ormai tradizionale degustazione in presenza, momento di incontro tra soci del Consorzio e professionisti del settore e stampa, il Gallo Nero innova radicalmente la formula per presentare le ultime annate.

 



Eletti due giorni a maggio, giovedì 20 e venerdì 21, per le città di ChicagoFirenzeLondra e New York, mentre il 22 e il 23 giugno è il turno di Monaco, per chiudere con Tokyo il 30 giugno.  In queste sei città di cinque paesi diversi si terranno degustazioni in presenza delle nuove annate di Chianti Classico, esclusivamente su invito e rivolte a un selezionato pubblico di settore. Non più solo Firenze, una delle due capitali del Chianti Classico, ma nel 2021 il Gallo Nero diventa per due giorni protagonista nei suoi principali mercati, in Nord America, in Europa e in Asia.

 

Si allarga la scena del Gallo Nero anche durante gli eventi: per la prima volta il Consorzio lancia un format ibrido tra degustazione in presenza degli addetti ai lavori e interazione on line con i produttori. Tramite la piattaforma finlandese Brella, integrata con il nuovo catalogo virtuale sviluppato da Bottlebooks, ciascun partecipante potrà fissare appuntamenti o interagire in chat con i produttori durante la degustazione.

Un’edizione globale che promette numeri importanti: sono attese oltre 2800 persone tra addetti ai lavori e giornalisti, per degustare circa 10.000 bottiglie delle oltre 400 etichette presentate.

 

In degustazione il Gallo Nero nelle sue declinazioni: 196 etichette di Chianti Classico annata, cui si aggiungono 9 anteprime della vendemmia 2020, 139 di Chianti Classico Riserva e 98 di Chianti Classico Gran Selezione. Ma ad una vera anteprima non possono mancare anche i vini atti a divenire: sono 16 i vini che aspirano a diventare Chianti Classico annata, e 14 Chianti Classico Riserva. A completare una già ricca degustazione anche la sfumatura ambra del Vin Santo del Chianti Classico, presentato da 35 aziende, e l’oro verde dell’Olio DOP Chianti Classico, con 34 etichette.

 

A Firenze ulteriori due novità. Per alcuni selezionati operatori del settore i giorni di degustazione proseguirà anche il 22, il 23 e il 24 maggio. Inoltre, quest’anno la Connection sarà ospitata nel Chiostro Grande del Museo di Santa Maria Novella, il convento domenicano risalente al secolo XIV dell’omonima Basilica, luogo simbolo del Rinascimento. Splendidamente affrescato, è il chiostro più grande della città, edificato a metà del 1300, da cui si accede all’antica Farmacia di Santa Maria Novella e alla Cappella dei Papi, realizzata all’interno di quelli che erano gli appartamenti papali, il “Laterano fiorentino”, affrescata da un giovane Pontormo.

 

“Questa edizione è un inizio – dichiara il Presidente Giovanni Manetti - torniamo a presentare i nostri vini in uno scenario del tutto diverso rispetto allo scorso febbraio, che ci richiede di saper rispondere con prontezza alle nuove esigenze. Questa lunga interruzione dei viaggi internazionali ci ha spinto a trovare soluzioni alternative, e mai come in questo momento è importante sentire vicini i nostri interlocutori all’estero. I mercati della nostra Connection tutti insieme assorbono oltre il 70% della nostra produzione. Una formula ibrida assicura massima sicurezza a chi degusta in presenza e al contempo moltiplica le possibilità di noi viticoltori di interfacciarci sui mercati.  Con la Chianti Classico Connection intendiamo proprio proiettarci nel futuro con questo spirito: l’unione di tradizione e innovazione. Vorrei sottolineare che grazie alla preziosa collaborazione del Comune di Firenze anche la location di quest’anno incarna questo punto di incontro. Santa Maria Novella è il cuore nevralgico della città, e il Chiostro Grande è esattamente una delle punte del Rinascimento, la facciata della Basilica a opera di Leon Battista Alberti, e il capolavoro del razionalismo italiano di Giovanni Michelucci, la Stazione centrale di Firenze


Fabrizio Del Bimbo 

Alla Casa dei Tre Oci di Venezia la retrospettiva di fotografie di Mario De Biasi


La Casa dei Tre Oci di Venezia presenta fino al 9 gennaio 2022 l’ampia retrospettiva “Mario De Biasi. Fotografie 1947-2003”, dedicata a uno dei più grandi fotografi italiani, instancabile narratore del mondo, Mario De Biasi.
La rassegna, che ripercorre l’intera produzione del fotoreporter, dagli
esordi della sua collaborazione con la rivista Epoca fino agli ultimi lavori.
È curata da Enrica Viganò in collaborazione con l’Archivio Mario De Biasi, organizzata da Civita Tre Venezie con Admira e promossa dalla Fondazione di Venezia.




Frutto di un’immensa ricerca nell’archivio De Biasi, l’esposizione
raccoglie 256 fotografie, metà delle quali inedite e vintage e procede
diacronicamente per nuclei tematici attraverso dieci macro sezioni, passando per il racconto dei grandi eventi storici, i viaggi esotici, i ritratti di personaggi potenti e famosi, le scene di vita quotidiana, i volti anonimi, sfociando poi nel concettuale  e nell’astratto. “Era il momento! – osserva la curatrice
Enrica Viganò. Si sentiva la necessità di una mostra antologica che celebrasse il talento di Mario De Biasi in tutte le sue sfaccettature. Il fotoamatore neorealista, il fotoreporter di Epoca, il testimone della storia, il ritrattista di celebrità,l’esploratore di mondi vicini e lontani, l’artista visuale, l’interprete di madrenatura, il disegnatore compulsivo e creativo. Tutto il suo lavoro è un inno alla vita”.
Tra i tantissimi inediti, la Casa dei Tre Oci espone, per la prima volta,
l’intera sequenza della fotografia più celebre e probabilmente più amata di De Biasi:
Gli Italiani si voltano , realizzata nel 1954per il settimanale difotoromanzi Bolero Film e scelta da Germano Celant come immagine guida della sua mostra al Guggenheim Museum di New York, “ TheItalianMetamorphosis 1943-1968
”. Una splendida Moira Orfei vestita di bianco passeggia per il centro di Milano, attirando lo sguardo di un gruppo di uomini.
Gli anni ’50 del Novecento costituiscono uno dei fulcri del percorso espositivo con le immagini di un’Italia devastata dalla guerra, dove si coglie, tuttavia, la voglia di rinascita e di ricostruzione; gli scorci memorabili di New York; o ancora la prospettiva ravvicinata dell’insurrezione ungherese del 1956, sotto il tiro delle pallottole, che feriscono De Biasi e gli fanno guadagnare il titolo di Italiano Pazz. Sono brani visivi “di un ‘900 che oggi appare lontano – precisa Denis
Curti, direttore artistico della Casa dei Tre Oci – ma che non smette di
muovere curiosità”.
Al 1964 risalgono due incredibili servizi, che testimoniano l’ostinazione di De Biasi: quello in Siberia, con temperature sotto i 65 gradi, e quello tra le lingue di lava dell’Etna in eruzione. Non mancano momenti di leggerezza e intimità, che De Biasi ha indagato in tutti e cinque i contenti, con le foto dei baci, dei barbieri di strada e delle pause pranzo realizzate da Londra a Parigi, da Roma a Vienna, dal Cairo a Teheran, dalla Tailandia al Brasile, da Israele al Nepal. Proprio alle pause pranzo è dedicata una grande installazione raffigurante un mappamondo sul quale verranno esposte 40 fotografie vintage, di piccolo e piccolissimo formato,ciascuna connessa al luogo in cui è stata scattata.
L’intento è di restituire il senso di universalità e il taglio antropologico della ricerca di Mario De Biasi, che ritrova in un semplice gesto quotidiano un forte senso di comunanza tra culture lontane e diverse.
In mostra anche le immagini dello sbarco sulla luna, i suoi più famosi ritratti legati al Festival del Cinema di Venezia, tra i quali quelli di Brigitte Bardot, Fellini e Masina, Romy Schneider, Maria Callas; gli innumerevoli viaggi, in particolare a Hong Kong, in Sud America e in India.
L’ultima sezione si concentra sull’amore per la natura, di cui sono rivisitati forme e segni, resi in foto come una sorta di “poesia visiva” con scatti che sfociano nel concettuale e nell’astratto.
Accanto alle fotografie verranno esposti molti materiali, volumi, i numerioriginali della rivista Epoca, appunti, quaderni e due approfondimenti audiovisivi. L’intervista di Laura Leonelli in cui Mario De Biasi racconta la sua
esperienza di fotografo e una proiezione di immagini, selezionata dalla figlia e responsabile dell’Archivio, Silvia De Biasi, con i servizi per   la collana di     Epoca
intitolata Le meraviglie del mondo
.
Oltre a essere un grande fotografo, Mario De Biasi, appassionato di arte e di pittura, era anche un originale disegnatore.
Un universo di tinte forti e infinita
fantasia “rivestirà” la Casa dei Tre Oci
, restituendo continuità stilistica
all’allestimento lungo i tre piani del palazzo neogotico con la raffigurazione di soli, occhi, teste e cuori.
Accompagna la rassegna il catalogo edito da Marsilio con i saggi di Enrica Viganò, Denis Curti e Angelo Ponta. Radio Monte Carlo è la radio ufficiale della mostra.
Dedalo: una mostra nelle sale De Maria
Dal 13 maggio al 27 giugno 2021, sarà possibile inoltre scoprire alla Casa dei Tre Oci la  mostra Dedalo
di Veronica Gaido Sanlorenzo, primo cantiere navale monobrand al mondo per la produzione di motoryacht sopra i 24 metri di lunghezza, prosegue infatti il percorso verso la fotografia contemporanea, con un lavoro dedicato a testimoniare e interpretare la realtà dei suoi spazi produttivi.

Nicoletta Curradi

Il rapporto tra Dante e il Bargello, una nuova mostra a Firenze

 


Oltre 50 tra manoscritti e opere d'arte provenienti da biblioteche, archivi e musei per ricostruire il rapporto tra Dante Alighieri e Firenze, dagli anni immediatamente successivi alla morte del poeta fino agli anni Cinquanta del Trecento: è 'Onorevole e antico cittadino di Firenze - Il Bargello per Dante', mostra che il Museo nazionale del Bargello, in collaborazione con l'Università di Firenze, dedica al Sommo poeta fino all'8 agosto, per i 700 anni dalla morte.
    L'esposizione, curata da Luca Azzetta, Sonia Chiodo e Teresa De Robertis, è articolata in sei sezioni con opere provenienti, tra gli altri, dalla Galleria dell'Accademia di Firenze, che ha prestato il Lignum Vitae di Pacino di Bonaguida, dalla Biblioteca nazionale di Firenze, dalla Biblioteca Apostolica Vaticana, dalla Bibliothèque nationale de France di Parigi, e dal Metropolitan Museum of Art di New York.
    "La mostra, progettata per consentire livelli di lettura differenziati, non si rivolge solo agli studiosi ma soprattutto al grande pubblico, con particolare attenzione ai bambini e ai ragazzi - spiega Paola D'Agostino, direttore dei Musei del Bargello -. La collaborazione istituzionale tra i Musei del Bargello e l'Università di Firenze è stata fondamentale per il ruolo cardine dei curatori, professori dell'Ateneo fiorentino, ed è stata inoltre un'occasione formativa per studenti, dottorandi e giovani studiosi, impegnati nel progetto. In questi tre anni abbiamo pure voluto coinvolgere diversi istituti e realtà per creare un progetto condiviso a più livelli, tra istituzioni d'eccellenza fiorentine e toscane". Per il presidente della Toscana, Eugenio Giani, si tratta di "un evento che nell'anno dantesco sarà tra quelli caratterizzanti la vita culturale di Firenze, della Toscana e di tutta Italia".

Fabrizio Del Bimbo



martedì 11 maggio 2021

La collezione Piccolomini Spannocchi si riunisce dopo un secolo al Santa Maria della Scala a Siena



Una delle più affascinanti e meno conosciute raccolte di opere d’arte della città di Siena, la Collezione Piccolomini Spannocchi, è stata riunita in modo permanente nel complesso museale del Santa Maria della Scala.
Collocata nel quarto livello dell’antico ospedale, l’allestimento rispecchia la stratificazione e la ricchezza della collezione, accompagnando il visitatore a scoprirne i 165 dipinti, che tornano ad essere un nucleo unico per la prima volta dopo più di un secolo, poiché erano fino ad oggi divisi tra la Pinacoteca Nazionale (che ne custodiva 137), il Museo Civico di Siena (24), l’Amministrazione Provinciale (2) e le Gallerie degli Uffizi di Firenze (2).



La sua storia si snoda dal Seicento, partendo dalle collezioni della famiglia Gonzaga custodite all’epoca nel Palazzo Ducale di Mantova, prosegue toccando la corte tirolese degli Asburgo e la città di Trento e da lì, grazie ad alcuni membri della famiglia Piccolomini, giunge fino a Siena agli inizi del Settecento. L’unione di questa casata con quella degli Spannocchi, avvenuta nel 1774 con il matrimonio tra Caterina Piccolomini e Giuseppe Spannocchi, unificò le due famiglie e allo stesso tempo le rispettive collezioni. Il progetto di riunificazione della collezione nei locali del Santa Maria della Scala si colloca all’interno dell’accordo di valorizzazione siglato tra il Mibact e il Comune di Siena nel 2017, finalizzato all’organizzazione e alla promozione dal punto di vista culturale e territoriale della sinergia fra musei civici e statali cittadini.




Tra i pittori della collezione spiccano i nomi di Lorenzo Lotto, Giovan Battista Moroni, Paris Bordon, Sofonisba Anguissola, Giuseppe Cesari, Giovanni Antonio Bazzi detto Sodoma; tra i nordici, quelli di Albrecht Dürer, Otto van Veen, Albrecht Altdorfer, Peeter Snayers. A questi si aggiunge Domenico Beccafumi, con la bellissima serie dei cartoni preparatori per il pavimento del Duomo di Siena, parte della collezione fin dal Cinquecento, che completa il percorso di visita nella Pinacoteca Nazionale.

Fabrizio Del Bimbo

venerdì 7 maggio 2021

Con occhi verso il destino presentato a Firenze

 


"Con Occhi Verso Il Destino” è il cortometraggio sul tema del COVID finanziato con fondi del Ministero dello Sviluppo Economico e della Regione Toscana, prodotto dal Movimento Consumatori della Toscana. Il cortometraggio è stato presentato questa mattina a Firenze.

Scritto e diretto dal giovane regista aretino Elia Mansueto, il corto ha l’obiettivo di sensibilizzare, e per il futuro lasciare una testimonianza, sull’impatto che la pandemia ha avuto nella vita di ognuno.

Il corto è caratterizzato da una storia lineare che, grazie a un colpo di scena nel finale, invita lo spettatore ad una riflessione su quanto le scelte quotidiane di ciascuno possano riflettersi sulle vite degli altri. L’attenzione del regista, infatti, si concentra sulle diverse conseguenze dipendenti dalle scelte di ciascuno rappresentando, con un salto temporale, due diversi epiloghi della stessa storia. Mai come prima della pandemia, probabilmente, il benessere e la sicurezza di tutti sono dipesi dalle responsabilità dei singoli cittadini.

Il cortometraggio verrà proiettato nelle scuole della Toscana.

Fabrizio Del Bimbo

Travel & Joy Green Urban Solution parte da Firenze






 


Travel & Joy Green Urban Solution è un innovativo format green ideato da Federica Borghi e realizzato da
Icons Productions che vuole promuovere ed affermare una nuova cultura del benessere urbano attraverso la divulgazione di nuove tecniche di coltivazione a Cm0 e la riqualificazione di aree e terreni cittadini degradati.
Questo ambizioso format debutterà il 7 maggio a Firenze, con il Patrocinio del Comune, con un progetto
triennale ricco di iniziative ed eventi. Comune denominatore: la promozione di nuove tecnologie di
coltivazione sostenibile e nuovi modelli green di fruizione del tessuto urbanistico e di riqualificazione paesaggistica e ambientale.
Piazze, parchi e palazzi storici della città ospiteranno aziende e start up provenienti da tutto il mondo che
hanno ideato tecniche innovative di produzione legate al settore alimentare e botanico (idroponica,
aeroponica, acquaponica, colture protette) ma anche a settori quali il design, l’architettura e la moda.
La città si trasformerà in un hub di divulgazione culturale, animato da eventi, conferenze, mostre, laboratori aperti alla comunità. Travel & Joy ospiterà anche l’edizione fiorentina di WePlanet, in gemellaggio con Milano, con una suggestiva installazione di globi artistici nelle piazze della città.
Cuore di Travel & Joy sarà la Fondazione Zeffirelli, situata in uno dei più prestigiosi palazzi storici di Firenze.
Tra le tante location cittadine confermate, Giardino di Boboli, Palazzo Corsini, Piazzale Michelangelo, la Limonaia e molte altre.
Federica Borghi, ideatrice e director del progetto, dichiara: “La primavera 2021 segnerà un passaggio necessario per un nuovo modo di visualizzarci nel futuro. L’attuale periodo storico ha messo a dura prova tutti ma ci ha anche insegnato una resilienza che sempre di più dovrà rivolgersi al benessere della nostra terra, coinvolgendo una tecnologia a servizio di coltivazioni più sane, a Cm0”.
“Una rassegna di eventi che nasce da una bella intuizione, un sogno che si concretizza. – ha detto la
vicesindaca Bettini - Dobbiamo uscire da questa pandemia con un nuovo paradigma, passare da una società della competizione a una società della cooperazione e questo progetto incarna questo obiettivo. Crediamo davvero in queste tematiche come amministrazione, ci tengo molto alla luce anche delle questioni di cui mi occupo nelle mie deleghe, beni comuni e partecipazione. Dobbiamo reimparare a prenderci cura degli spazi urbani, dell’ambiente, riscoprendo così l’ ‘I Care’ di don Milani, come ha ben ricordato ieri la presidente della commissione Ue Von der Leyen”.
“Orgogliosi che questo progetto parta da Firenze dove stiamo lavorando molto sul fronte della sostenibilità sia ambientale e che a livello di turismo. – ha detto l’assessora Del Re - Cuore di questo programma sarà la Fondazione Zeffirelli ma sono moltissimi i luoghi coinvolti e anche le realtà cittadine, penso all’Associazione Per Boboli e alle Curandaie per fare solo qualche esempio. Dalla filiera corta all’agricoltura di prossimità
questa rassegna rimette davvero al centro i temi ambientali declinati a 360 gradi e la necessità di cambiare
il nostro modello di sviluppo”.
Il progetto coinvolge oltre al Comune di Firenze, la Regione Toscana, il Ministero dell’Ambiente la Confesercenti, Coldiretti, Confindustria e Confartigianato, l’Università degli Studi di Firenze e Perugia ed istituti di ricerca agroalimentari.
Travel & Joy ambisce a coinvolgere in futuro altre città italiane e internazionali, creando un “network metropolitano green” unito nella ricerca di soluzioni ecosostenibili innovative per vivere la città. Dopo Firenze la prossima città ad ospitare la manifestazione sarà Milano.

Fabrizio Del Bimbo 

martedì 4 maggio 2021

Nel cuore di Firenze il ristorante Sophia Loren Original Italian Food

Ha aperto i battenti  il locale con il nome dell'attrice premio Oscar. Menu tipicamente napoletano




Un grande mosaico con il volto di una diva conosciuta in tutto  il mondo accoglie i clienti del nuovissimo ristorante  a marchio Sophia Loren. Il suo autore è Luigi Masecchia  artista napoletano che trasforma cioè che è “ex”, in ciò che sarà. È così che anche un semplice tappo di metallo rinasce con nuovo senso estetico e morale.
Una nobilitazione della materia che diventa qualcosa di unico  nel panorama artistico internazionale. Ci sono voluti 1500 tappi di metallo per creare l'immagine della diva.
Un originale biglietto da visita per una nuova realtà gastronomica.
Un'icona senza tempo, che anima ancora le cronache cinematografiche,    investe nella ristorazione con questo locale che appunto porta il suo nome.
Un nome internazionale, che non ha bisogno di presentazioni , e che attirerà sicuramente i turisti d'Oltreoceano quando il turismo ripartirà pienamente. Infatti il locale pochi passi dal Duomo, quindi centralissimo. ha aperto mentre ancora la pandemia non è finita: un locale da 1500 metri quadri su 3 livelli con 300 posti, di cui 60 all'aperto sotto i portici.

"Siamo felici  di accogliere un progetto così ambizioso, tutto Made in Italy, in questo momento difficile", ha detto  il sindaco, che ha apprezzato molto  l'iniziativa anche per i nuovi posti di lavoro, che sono ben quaranta. Il ristorante è nell'ex sede della Banca Unicredit e ci  sono voluti due anni di lavori e ristrutturazioni per realizzarlo.




L'idea del ristorante è di Luciano Cimmino, presidente di Pianoforte Holding che controlla i marchi della moda Yamamay e Carpisa. Nel ristorante di Sofia Loren si gustano i piatti della tradizione italiana, per esempio la pizza di Francesco Martucci, uno dei nomi italiani della pizza, le sfogliatelle del pasticcere Carmine Di Donna e i primi stellati dello chef Gennaro Esposito.

Il ristorante è stato progettato dallo Studio Redaelli e Associati, in collaborazione con Costa Group, l’azienda specializzata da oltre 40 anni nella progettazione e arredamento per il Food & Beverage.





Info: www.sophialorenrestaurant.com

Fabrizio Del Bimbo

Patto per la Cultura per Firenze




 

Fondazione CR Firenze e Intesa Sanpaolo destinano 1,32 milioni di euro a sostegno delle realtà culturali del territorio messe a dura prova dall’emergenza sanitaria. Un ‘patto per la cultura’ che garantirà il sostegno a 21 soggetti, selezionati tra le eccellenze nel panorama culturale del territorio per la realizzazione di altrettante programmazioni per quest’anno nell’ambito dello spettacolo dal vivo, del cinema e della valorizzazione delle arti visive, ai quali andranno nello specifico 810 mila euro di risorse. Si aggiungono inoltre due stanziamenti speciali per altrettanti soggetti istituzionali: Fondazione Palazzo Strozzi e Fondazione Teatro della Toscana. L’iniziativa è stata presentata questa mattina, a Villa Bardini, dal Presidente di Fondazione CR Firenze Luigi Salvadori, dal Presidente della Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron Jacopo Speranza, dall’Executive Director Arte cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo Michele Coppola, dal Direttore generale di Fondazione CR Firenze Gabriele Gori, da Lucio Argano, Presidente del Consiglio Superiore dello Spettacolo del MIC.

Le risorse sono state attinte, al 50% da Fondazione CR Firenze e al 50% da Intesa Sanpaolo e questa operazione consentirà a Fondazione CR Firenze di poter destinare ulteriori risorse al mondo della cultura. Si rinnova infatti il bando ‘Emergenza Cultura’, una misura straordinaria creata lo scorso anno a sostegno delle realtà culturali del territorio in ginocchio a causa delle restrizioni dovute al Covid-19. Quest’anno le risorse salgono a 750 mila euro (erano state 500 mila nel 2020) e si estendono rispetto al Comune di Firenze, anche alle realtà operanti nella Città Metropolitana fiorentina e nei comuni e nelle province di Arezzo e Grosseto.

“È trascorso ormai più di anno dal primo provvedimento di chiusura di teatri, cinema, musei, sale di spettacolo e biblioteche – ha affermato Luigi Salvadori, Presidente di Fondazione CR Firenze – un tessuto culturale vivace, che ha sempre rappresentato una ricchezza per il nostro territorio, e che improvvisamente è stato costretto a spegnere i propri riflettori. Le necessarie misure di cautela sanitaria hanno agito purtroppo in maniera asimmetrica colpendo alcuni settori in maniera più drastica rispetto ad altri. Ringrazio Intesa Sanpaolo, che ha saputo cogliere l’eccezionalità di questo periodo storico e si è dimostrata ancora una volta vicina al nostro territorio. Questa operazione dimostra il ruolo fondamentale che la Fondazione CR Firenze ha assunto in questi anni quale motore di promozione e sviluppo delle attività culturali. Oltre agli interventi che presentiamo oggi, abbiamo destinato con il bando ordinario relativo a quest’anno una cifra di 2,5 milioni di euro a ben 203 soggetti del comparto arte e conservazione, di cui 1,6 milioni di euro sono stati impiegati a sostegno del lavoro e dei lavoratori del comparto. Nonostante lo ‘tsunami’ globale che stiamo vivendo, il comparto sta reagendo con resilienza e a raccontarlo è il valore delle iniziative previste per l’estate in arrivo. Da parte mia e della Fondazione che rappresento, l’augurio che il grande entusiasmo che anima queste iniziative possa propagarsi anche al resto della comunità”.

“In questo difficile momento storico Intesa Sanpaolo si conferma punto di riferimento per le comunità, in una chiara assunzione di responsabilità sociale, anche a supporto del settore culturale che è elemento irrinunciabile per il rilancio del Paese – ha dichiarato Michele Coppola, Executive Director Arte cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo –. Insieme a Fondazione CR Firenze, siamo al fianco delle realtà del territorio per sostenerne le iniziative e contribuire alla promozione di uno dei patrimoni d’arte e di storia più ricchi e preziosi dell’Italia e del mondo”.

I danni al settore cultura

Il settore dello spettacolo dal vivo è fra i più danneggiati dalla crisi pandemica: solo nel 2020, su cinema e spettacolo dal vivo hanno pesato 165 giorni di chiusura totale e 133 di riapertura contingentata, a fronte di 67 giorni di funzionamento ordinario. Un bilancio drammatico che trova riscontro nei dati recentemente pubblicati dall’Osservatorio dello Spettacolo SIAE che mettono a confronto il primo semestre del 2019 e del 2020. Per la Toscana, quinta regione italiana per volume di spesa, le cifre negative sono le seguenti: -75mila eventi, -3,8 milioni di ingressi e -63 milioni di euro di spesa del pubblico. La spesa si è ridotta del 72%. Una crisi che in particolare a Firenze presenta i diversi scenari: accanto ad operatori di grandi dimensioni che grazie alla conferma del FUS hanno raggiunto un avanzo positivo di bilancio, sussistono numerose realtà, che, sebbene di qualità e con efficacia gestionale, non recependo contributi pubblici o di importo modesto, sono in grave difficoltà.

I 21 progetti beneficiari e 2 soggetti istituzionali

Grazie al sostegno straordinario di Fondazione CR Firenze e Intesa Sanpaolo verranno supportati 21 progetti di spettacolo dal vivo realizzati da operatori che da anni lavorano sul territorio, per un totale di 810 mila euro. Si tratta di eccellenze selezionate nel panorama degli operatori culturali. Ecco elencati i progetti e i loro promotori: “Una bizzarra stagione -2021” al Teatro di Rifredi, a cura dell’Associazione Pupi e Fresedde Teatro Rifredi; “Ri-Creare Comunità -2021”, all’ex Manicomio di San Salvi, a cura di Chille de la Balanza; “Avamposti Teatro Festival 2021”, al Teatro Studio ‘Mila Pieralli’ a cura de Il Teatro delle Donne – Centro Nazionale di Drammaturgia; “Ritorno a Teatro” al Minimal Teatro di Empoli, al Teatro del Popolo di Castelfiorentino e all’Ex Manicomio di San Salvi a Firenze, a cura di Giallo Mare Minimal Teatro; “Kilowatt Festival 2021” a Sansepolcro, a cura dell’Associazione Culturale CapoTrave Kilowatt; “32° Florence Dance Performing Arts, Future Perfect: la potenza in atto”, al Chiostro Grande di Santa Maria Novella, a cura dell’Associazione Florence Dance Festival; “Festival Fabbrica Europa”, al Parco delle Cascine, Teatro Cantiere Florida, Teatro Puccini, Chiostro di Santa Maria Novella, Teatro Studio di Scandicci e Teatro Era di Pontedera, a cura della Fondazione Fabbrica Europa per le Arti Contemporanee; l’attività concertistica 2021 dell’Associazione Amici della Musica Firenze onlus; “Musart Festival estate 2021” in piazza Santissima Annunziata, dell’Associazione Culturale Musart; “Unlocked Sound. Progetto strutturato di diffusione e valorizzazione della nuova musica”, alla Limonaia di Villa Strozzi a Firenze, promosso dal Centro di Ricerca Produzione e Didattica musicale Tempo Reale; “Tradizione in Movimento” alla Sala Vanni, piazza e Chiostro del Carmine, Fortezza da Basso, a cura di Musicus Concentus di Firenze; “Toscana Music Pool – Rete di Musica Popolare e Jazz 2021”, dell’Associazione Music Pool; “Lo schermo dell’Arte – XIV”, al Cinema La Compagnia, alla Manifattura Tabacchi e Cango Cantieri Goldonetta, a cura dell’Associazione Culturale Lo Schermo dell’Arte; il 62° Festival dei Popoli, al Cinema La Compagnia, Spazio Alfieri, Cinema Stensen e MAD – Murate Art District, a cura del Festival dei Popoli Istituto Italiano per il film di documentazione sociale onlus; “La Compagnia e Più Compagnia”, al Cinema La Compagnia, a cura di Fondazione Sistema Toscana; la XXXII Biennale Internazionale dell’Antiquariato, a Palazzo Corsini, a cura della Mostra Mercato Internazionale Antiquariato, che è rimandata al 2022; la mostra “Marino Marini. L’espressione del colore”, al Museo Marino Marini, a cura della Fondazione Marini San Pancrazio; “Cortona On The Move 2021 – We are humans”, a Cortona, a cura dell’Associazione culturale On The Move; la mostra “Le materie dell’Arte. Tecniche e Stili dell’Artigianato”, alla Casa Museo dell’Antiquariato Ivan Bruschi ad Arezzo, a cura della Fondazione Ivan Bruschi; “Rigenerazione urbana a base culturale di Palazzo Muglioni”, a cura dell’Associazione Casermarcheologica; il “Festival di Maremma” a cura di M.Arte aps.

A questi progetti si aggiunge uno stanziamento di 255 mila euro per Fondazione Palazzo Strozzi per le perdite derivanti dalla mancata e ridotta bigliettazione a causa delle chiusure e delle disposizioni di contingentamento degli ingressi e di altrettanti 255 mila per la Fondazione Teatro della Toscana per attività di mediazione culturale e formazione.

Il nuovo bando ‘EMERGENZA CULTURA’

La seconda edizione del bando ‘EMERGENZA CULTURA’ di Fondazione CR Firenze è destinata al sostegno degli organismi operanti sul territorio di intervento nel settore dello spettacolo dal vivo e delle attività artistiche e culturali che si trovano in difficoltà a causa dell’interruzione dell'attività produttiva (mancata bigliettazione, mancata erogazione di servizi culturali). Il contributo concedibile per ciascun beneficiario va da 5 a 30 mila euro e potrà coprire: costi di struttura e di gestione (affitti e utenze, manutenzione delle strutture, personale fra cui collaboratori continuativi e dipendenti, tecnici di settore, artisti); la realizzazione di attività culturali e artistiche da concludere entro il primo trimestre 2022; e interventi di digitalizzazione della produzione e dell’accesso culturale.

Per quanto riguarda il precedente bando ‘EMERGENZA CULTURA 2020’, sono pervenute 124 richieste di finanziamento per un totale di quasi 2 milioni di euro di contributi richiesti. Ne sono state finanziate 61 per un totale di 500 mila euro stanziati. Per maggiori informazioni sulla nuova edizione e per presentare domanda visita il sito. Il 10 maggio alle 15.00 inoltre si svolgerà un webinar dedicato al bando la cui scadenza è il 3 giugno.


Fabrizio Del Bimbo 


lunedì 3 maggio 2021

In libreria l'ultima creatura di Barbara Fabbroni "L'amore all'improvviso" (ed. Curcio)





 


Scambiamo qualche battuta con la scrittrice.

Che tipo di scrittrice è Barbara Fabbroni?
Non lo so! Devo ancora deciderlo. Credo non lo deciderò mai, non amo le etichette, amo la creatività nella sua assoluta espressione. La scrittura è il mio piccolo mondo di fantasia dove tutto è possibile, dove le emozioni si schiudono aprendo scenari imprevedibili ma densi di senso e significato.

Hai un luogo/stanza dove preferisce scrivere?
Ogni luogo è un luogo possibile per scrivere. Non c’è uno spazio definito perché la creatività così come la scrittura non è definita, è sempre in evoluzione e in continuo cambiamento.

Hai rituali “propiziatori” che segui?
Assolutamente no! 

Stili una scaletta prima di scrivere un romanzo o un racconto o va dove la porta la storia?
All’inizio lascio che sia la fantasia a iniziare un viatico, poi quando il lavoro si fa corposo definisco bene i personaggi, i luoghi, le situazioni.

Fai un altro lavoro oltre a scrivere? Sono una psicoterapeuta e mi occupo dei miei pazienti oltre che del mondo della scrittura. 

E ti piace?
Adoro il mio lavoro che mi regala tantissimo oltre che essere fonte d’ispirazione.

Che ne pensi di tutti gli aspiranti scrittori che dicono di leggere poco “per non farsi influenzare” o perché il poco tempo libero che hanno lo impiegano per scrivere?
Penso che leggere sia la possibilità di accedere a mondi sconosciuti o conosciuti per poterli conoscere. È un valore aggiunto, una ricchezza che non dobbiamo trascurare.

C’è un consiglio che vorrerbbe dare?
Più che un consiglio è un suggerimento: mai smettere di amarsi e di amare.

Come e quando si è accorta di essere una scrittrice?
Difficile dare una data certa. La scrittura è arrivata piano piano, con la leggerezza con cui arrivano tutte le cose importanti. È entrata nella mia vita a piccoli passi poi, piano piano, è diventata quel qualcosa in più che mi ha coinvolto così tanto da non poterne più farne a meno.

Ci racconti l’emozione del tuo primo libro pubblicato.
Il mio primo libro nasce dal poderoso lavoro della mia tesi di laurea in psicologia. Ho trattato un tema importante a me molto caro. Da lì poi si sono aggiunti molti altri testi scientifici fino a quando – dopo molti anni – una mattina decisi di scrivere il mio primo romanzo. Romanzo, tra l’altro, premiato dall’Accademia Res Aulica. L’anno dopo scrivo Coach in Love, che riceve il Premio Città di Taormina al Festival Internazionale del Cinema di Taormina. A cascata arrivano gli altri romanzi, l’uno di seguito all’altro.

Il romanzo o racconto che hai scritto a cui si sente più legata?
Ogni frase, parola, storia è unica e irripetibile, non c’è un romanzo o un libro scientifico più importante. Sono tutti unici e al tempo stesso importanti.

Ci consiglia un libro non suo?
“Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry.

È appena uscito il suo ultimo libro “Un amore all'improvviso” ed. Curcio. Ce ne vuole parlare?
È la storia di Sveva, una giovane donna, figlia di un nobile avvocato romano. Sveva segue le orme del padre che ripone in lei grandi aspettative. Dopo varie esperienze nei più importanti studi legali del mondo, si trasferisce a Londra per una nuova sfida. Sempre presa dal lavoro e dal desiderio di non deludere il padre, Sveva non aveva mai dato importanza alla sua femminilità e all’amore, finché sulla sua strada appare Benjamin, un giovane affascinante e galante che la corteggia regalandole momenti indimenticabili. Ma proprio quando sembra che l’amore stia sbocciando... una scoperta sconvolgente e lui sparisce nel nulla. Non è ancora riuscita a dimenticarlo, ma è consapevole che Benjamin se n’è andato per sempre.  Lanciata verso una nuova vita, tra successi professionali, felici dinamiche familiari ritrovate e una nuova consapevolezza della sua femminilità, Sveva torna a Roma per il Natale dove qualcosa di meraviglioso l’attende...

Nicoletta Curradi


Fonte: ufficio stampa 

Novità al Museo del Bargello: l'allestimento della Sala degli Avori






  In concomitanza con la riapertura del Museo Nazionale del Bargello, dopo la chiusura forzata imposta negli ultimi mesi dall’emergenza pandemica, torna visibile al pubblico la Sala degli Avori, completamente riallestita. Il progetto di riallestimento, curato dall’ufficio tecnico dei Musei del Bargello insieme allo studio Guicciardini e Magni Architetti, è il primo importante intervento di rinnovamento integrale di un allestimento storicizzato in una sala del Bargello: è stato ripensato il percorso espositivo, migliorate le modalità di conservazione e valorizzazione delle opere e inseriti in collezione alcuni capolavori prima conservati nei depositi, come un prezioso Crocifisso barocco che torna in esposizione dopo quasi un secolo di assenza.

La raccolta di oggetti in avorio posseduta dal Museo Nazionale del Bargello - che copre un arco temporale di quindici secoli (da rari oggetti etruschi e romani fino a manufatti del XIX secolo) - è tra le più prestigiose al mondo, sia in termini numerici, con circa 250 esemplari, sia per qualità, varietà e raffinatezza delle opere. Questa tipologia di capolavori, affascinante per la perizia tecnica di intagli microscopici e perfetti, significativa come testimonianza dell’ampia circolazione di stili tra civiltà orientali e occidentali, è stata da sempre una componente fondamentale – e per certi aspetti primaria – delle collezioni del Bargello.




La Sala degli Avori si trova al primo piano del Museo del Bargello ed espone una selezione di opere che rappresenta lo spirito stesso del museo, in un ambito delicatamente sotteso tra la storia dell’edificio e quella delle collezioni, qui incentrata su opere che sono testimonianze artistiche, documenti di storia, alte espressioni individuali e insieme corali in seno alle società che le produssero. Nella sala sono esposti preziosissimi e antichi avori, come il Dittico con scene della vita di san Paolo e Adamo nel Paradiso terrestre e la placca con l’Imperatrice bizantina, databili tra il V e il VI secolo tra i più antichi. C’è il raro Flabellum carolingio dall’abbazia di Tournus, l’Olifante della Saint Chapelle, donato al re di Francia nel 1274, la Madonna dei Granduchi, per citare soltanto alcune tra le opere ricche di storia, ma anche pitture e sculture medioevali, e rari mosaici. Fino a pochi mesi fa, gli oggetti in avorio erano custoditi in eleganti vetrine risalenti agli anni ottanta del Novecento, ma ormai inadeguate, perché sprovviste di sistemi per il controllo del microclima interno e non più idonee dal punto di vista della tenuta all’aria, della polvere e dei moderni criteri museologici.
Il nuovo progetto di allestimento ha comportato la loro sostituzione integrale e la completa revisione degli allestimenti interni.
Tutte le nuove vetrine sono realizzate con struttura in metallo, vetri antiriflesso e antisfondamento, a completa tenuta all’aria e dotate di sistemi di controllo passivo del microclima interno. Oltre alla realizzazione delle nuove teche, la sala è stata sottoposta a operazioni di restauro degli apparati pittorici e decorativi, con nuove basi, nuovi supporti e una nuova illuminazione mirata a valorizzare sia l’architettura che le opere d’arte esposte a parete.
La bicromia delle teche dichiara l’appartenenza al doppio sistema di relazioni che l’allestimento museografico tesse con l’edificio (il grigio caldo degli esterni delle teche in relazione ai decori della sala) e con le opere (il grigio scuro degli interni per far risaltare meglio gli avori).
La grafica, composta dallo studio Rovai Weber, ubbidisce a questo spettro di variazioni, mentre la luce, progettata da Massimo Iarussi, disegna i contorni delle opere staccandole dal fondo.

Nel 2015, la Fondazione il Bargello Onlus ha finanziato uno studio di fattibilità della Sala degli Avori e ha contribuito, tra il 2016 e il 2017, alla revisione conservativa delle pitture murali della sala stessa. Grazie ai fondi acquisiti con l’autonomia dei Musei italiani, a seguito della riforma del 2014, i Musei del Bargello hanno potuto investire gli introiti anche in importanti progetti di riallestimento. Nel giugno 2018, infatti, è stato mandato in gara il progetto esecutivo di riallestimento della Sala degli Avori, della Cappella e della Sagrestia del BargelloL’appalto di un valore di oltre 490 mila euro è stato curato da Invitalia che opera in qualità di Centrale di Committenza per il Ministero della Cultura. Nel 2019 l’appalto è stato aggiudicato alla ditta di Mario Verrazzo. Dopo è iniziato il delicato lavoro di costruzione di moderne vetrine e di realizzazione di un allestimento in linea con i più moderni criteri museografici, sotto la supervisione esperta di Ilaria Ciseri, Maria Cristina Valenti, e dell’architetto Marco Magni.

Il riallestimento della Sala degli Avori, oggi riaperta al pubblico, è il primo di una serie di progetti programmati al Museo Nazionale del Bargello per la messa in sicurezza, valorizzazione e nuova fruizione delle magnifiche collezioni di arti decorative, conservate al Palazzo del Podestà, e ancora troppo poco conosciute dal grande pubblico – dichiara Paola D’Agostino, Direttore dei Musei del Bargello - Per questo motivo abbiamo deciso di presentare il nuovo riallestimento nel giorno di riapertura dei musei, dopo mesi di chiusura forzata ma di grandi lavori da parte del personale dei Musei del Bargello e di vari professionisti impegnati in cantieri su tutti e cinque i Musei. Crediamo, infatti, che i visitatori siano i veri “ospiti d’eccezione” e volevamo accoglierli, facendogli apprezzare in anteprima questi straordinari micro capolavori d’avorio, di culture diverse, unici al mondo e riallestiti con nuovi e suggestivi accostamenti, in sicurezza e sotto una nuova luce”.

“Oggi si avvera un progetto cui si aspirava da lungo tempo, poiché le vetrine preesistenti, realizzate negli anni Ottanta del secolo scorso – spiega Ilaria Ciseri, Responsabile delle collezioni del Museo Nazionale del Bargello -, non garantivano più parametri espositivi adeguati alla delicatezza delle opere in avorio. Finalmente questi capolavori trovano condizioni microclimatiche ideali e si possono ammirare in tutta la loro bellezza straordinaria, valorizzati da un allestimento e da un’illuminazione che mettono in risalto dettagli finora inimmaginabili. E infine, un allestimento d’eccezione è quello di un capolavoro mai visto, il toccante Crocifisso barocco che torna in esposizione dopo quasi un secolo di assenza”.

Per la realizzazione delle nuove teche nella Sala degli Avori – ha spiegato l’architetto Maria Cristina Valenti, Responsabile dell’ufficio tecnico dei Musei del Bargello e RUP dei lavori – sono state smontate le vecchie vetrine, sono stati restaurati gli apparati pittorici ottocenteschi alle pareti ed il pavimento in cotto. Alle pareti sono state sistemate in un ordine storico diverso sia i quadri - mosaici e tavole - che le sculture in legno ed in marmo, usando le vecchie basi rivestite in corian. Le finestre restaurate, sono state inserite delle tende a rullo motorizzate, in tessuto filtrante e con protezione per i raggi UV. È stato realizzato un nuovo impianto elettrico e una nuova illuminazione puntiforme della sala per la valorizzazione delle opere d’arte esposte alle pareti con faretti e strip led”.

È stato necessario – ha dichiarato l’architetto Marco Magni - individuare nuovi criteri che potessero adattarsi alla peculiarità delle diverse sezioni da rinnovare, e insieme rappresentassero una nota di stile e di esemplare chiarezza al servizio di questo specifico museo, risolvendo al contempo problemi di conservazione, gestione e valorizzazione delle opere. La configurazione delle teche è generata dal disporsi delle collezioni, ma anche dal disegno dei decori ottocenteschi della sala”.

La Fondazione il Bargello - Onlus è stata vicina al Museo Nazionale del Bargello sin dalla sua nascita come Associazione nel 1982 – ha aggiunto Sergio Chiostri, Presidente della Fondazione Il Bargello Onlus - Da allora ha aiutato finanziariamente il Museo a realizzare un ventaglio di iniziative che migliorassero la fruibilità delle opere esposte. In questo quadro rientra il finanziamento che, in contemporanea con il riallestimento della Sala degli Avori e delle oreficerie in Sagrestia e in Cappella, ha permesso di realizzare un nuovo progetto grafico e apparati didattici, in italiano in inglese”.

La maggior parte degli oggetti che compongono la collezione di avori del Museo appartiene al poderoso lascito dell’antiquario lionese Louis Carrand che, alla sua morte, nel 1888, accrebbe il Bargello di quasi duemila e seicento opere tra sculture, gioielli, pitture, oreficerie, tessuti, smalti e non solo. Altri avori provengono invece da acquisti ottocenteschi e dalle antiche collezioni granducali fiorentine.
Ma già negli anni settanta dell’800 esisteva all’interno del Museo (che, lo ricordiamo, è stato fondato nel 1865 come primo Museo Nazionale del Regno d’Italia) un’intera sala intitolata alla collezione di «Avori, Ambre e Cristalli di Monte» in cui erano conservate le raccolte granducali fiorentine e corrispondeva al grande ambiente di accesso al primo piano del palazzo, esattamente corrispondente alla sala attuale.
Anche prima del notevole implemento dovuto al nucleo Carrand, gli avori mediceo-lorenesi rappresentavano dunque un settore numericamente assai rilevante nel percorso espositivo del Bargello, ponendolo in linea con alcuni grandi musei europei come il South Kensington Museum di Londra e il Musée de Cluny di Parigi. Dall’inizio degli anni novanta dell’Ottocento, con l’acquisizione del lascito di Carrand, la collezione degli avori venne letteralmente raddoppiata, arrivando ai numeri odierni.

Fabrizio Del Bimbo 


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