venerdì 31 gennaio 2020

A Firenze il convegno "L'agricoltura salverà il pianeta"

I vigneti piantati sulle lave vulcaniche alle Canarie, le coltivazioni di rose “super profumate” in Iran, gli orti galleggianti in Myanmar, i terrazzamenti in pietra sugli altipiani in Etiopia. Sono solo alcuni tra i venti modelli di agricoltura sostenibile individuati dal progetto italiano abbinato al programma GIAHS della FAO per la tutela e la valorizzazione del patrimonio agricolo mondiale, presentati durante il convegno L’agricoltura salverà il pianeta il 30 gennaio presso la Sala Pegaso della Regione Toscana a Palazzo Strozzi Sacrati .


La tavola rotonda, moderata dal presidente del Comitato Scientifico del programma GIAHS professor Mauro Agnoletti dell’Università di Firenze e coordinatore del progetto, ha visto gli interventi di René Castro-Salazar, vicedirettore generale della FAO e responsabile del  Climate, Biodiversity Land and Water Department, tra le voci più autorevoli in tema di cambiamento climatico e biodiversità; Cristiana Mele, della Direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo del Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale; John Parrotta, presidente della IUFRO – International Union of Forest Research Organizations; Marco Focacci, dell’Agenzia Italiana per la cooperazione allo sviluppo Monica Barni, vicepresidente della Regione Toscana; Francesco Ferrini, direttore della scuola di Agraria dell’Università di Firenze.
Attualmente i siti italiani iscritti al programma GIAHS, che include 57 paesaggi in tutto il mondo, sono due: le colline vitate del Soave e gli ulivi secolari nella fascia pedemontana tra Assisi e Spoleto. Nove i potenziali siti toscani: i vigneti di Lamole (Greve in Chianti), i castagneti secolari di Moscheta, il paesaggio policolturale di Trequanda, la abetine della selvicoltura monastica di Vallombrosa, le Biancane della Val d’Orcia, i castagneti monumentali dello Scesta, la collina di Fiesole, la montagnola senese di Spannocchia, il mosaico paesistico di Montalbano. 
I venti paesaggi, selezionati tra Europa, Asia, Africa e America, sono frutto della prima edizione del master internazionale, abbinato al progetto, che ha coinvolto venticinque studenti provenienti da diciotto paesi in quattro continenti. Si tratta di esempi di pratiche tradizionali per la produzione alimentare di qualità frutto di un secolare rapporto fra uomo ed ambiente, in grado di provvedere alla sicurezza alimentare, conservare la biodiversità, il paesaggio e offrire di modelli di mitigazione ed adattamento ai cambiamenti climatici e socioeconomici. Sono cinque i criteri che un sistema agricolo deve rispettare per essere certificato GIAHS: garantire la sicurezza alimentare e fornire cibo di qualità; tutelare l’agrobiodiversità; salvaguardare le conoscenze tradizionali; promuovere valori culturali e sociali; conservare il paesaggio tradizionale.
Le coltivazioni di Rosa Mohammadi in Kashan, regione dell’Iran a sud di Teheran dove, grazie alle peculiari condizioni climatiche, la popolazione locale produce rose “super-profumate”, vale a dire con una concentrazione di essenza più elevata della norma, che forniscono un'acqua di rose tra le più fini e ricercate al mondo;  i vigneti sviluppati in seguito alle eruzioni vulcaniche di Lanzarote, alle Canarie; gli orti galleggianti sul lago Inle, in Myanmar, sistema agricolo costituito da zolle porose che galleggiano sull’acqua e sulle quali la popolazione locale coltiva diversi ortaggi, il sistema silvopastorale nella zona centrale di El Salvador, che fornisce un formaggio unico perché i bovini si alimentano con un frutto locale, il morro, che rende il loro latte profumato e dolce.
E ancora, le oasi montane Chebika, Tamaghza e Mides in Tunisia, ecosistemi  organizzati su tre livelli costituiti da ortaggi, alberi da frutto e palme da dattero che creano colture agricole in zone desertiche; le coltivazioni tradizionali di caffè e cacao nella Sierra Maestra a Cuba, che si si sviluppano sotto l’ombra della foresta, con interazioni di elevato valore ecologico e paesaggistico; i terrazzamenti nella regione del Konso, tecnica che da oltre quattro secoli rende coltivabili gli altipiani meridionali dell’Etiopia, un ambiente sfavorevole, arido e roccioso; i vigneti di Lamole in Chianti, il cui territorio aspro è stato scolpito tramite i terrazzamenti sorretti da muretti a secco, luogo  di origine del sangiovese. Sono tutti esempi dell’ingegno dell’uomo nell’adattarsi ad ambienti e climi diversi che vanno salvaguardati.
L’iniziativa sarà inoltre l’occasione per presentare la seconda edizione del master internazionale sugli Agricultural Heritage Systems in partenza a febbraio, all’interno del progetto GIAHS – Building Capacity, coordinato dal Laboratorio per il Paesaggio del Dipartimento di Scienze e tecnologie agrarie, alimentari, ambientali e forestali dell’Università di Firenze e finanziato da AICS – Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, con il contributo di FAO e Regione Toscana. Si tratta dell’unico corso universitario di alta formazione al mondo espressamente legato al programma GIAHS, vale a dire a quei sistemi ritenuti dalla FAO di importanza globale per il patrimonio agricolo del pianeta. Il Ministero delle Politiche Agricole ha redatto protocollo di intesa  con la FAO per collaborare al programma. 

martedì 28 gennaio 2020

Pitti Filati, un'edizione in crescita


Pitti Filati si conferma l'appuntamento più importante per i grandi nomi della moda e per i migliori  produttori di maglieria internazionali:

un'edizione, l'86esima, segnata dalla crescita su tutti i fronti che ancora una volta esprime la grande ricerca e innovazione dei migliori produttori di filati al mondo, all'avanguardia anche in termini di sostenibilità.

Il numero totale di comoratori ha raggiunto  quota 4.400,
il contingente straniero ha agito da motore (+ 3%) con performance positive da Regno Unito, Germania, Russia, Stati Uniti, Giappone, Svizzera e Turchia.



"I commenti e i feedback che abbiamo raccolto da espositori e compratori sono tutti positivi" afferma Raffaello Napoleone, CEO di Pitti Immagine "e descrivono un Pitti Filati in cui il lavoro è stato svolto sugli spalti con grande dinamismo al fine di presentare e studiare le nostre aziende" nuove collezioni, 136 in questa edizione. Come sempre è stato registrato un livello molto alto di ricerca e creatività, una forte consapevolezza delle esigenze del mercato e, allo stesso tempo, dei processi di produzione più sostenibili, una sfera in cui i produttori di filati preminenti sono sempre pionieri.



“È stata una splendida edizione di Pitti Filati anche in termini di numeri e, soprattutto, per quanto riguarda la qualità delle presenze” continua Agostino Poletto, direttore generale “che si esprime al meglio nella lista dei compratori presenti: c'erano tutti i  più importanti produttori di maglieria, gli uffici di stile delle grandi maison e i migliori attori della moda globale. Da parte nostra stiamo cercando di rendere la fiera sempre più entusiasmante e piena di input, e stiamo anche lavorando sugli aspetti legati alla produzione, alle nuove tendenze e ai servizi di mercato.

Il Regno Unito è stato confermato in testa alla classifica dei primi 15 paesi stranieri, seguito da Francia, Germania, Russia, Stati Uniti, Svizzera, Giappone, Turchia, Spagna, Cina, Paesi Bassi, Svezia, Belgio, Corea del Sud e Danimarca.
Pitti Filati 86 (Firenze, 22-24 gennaio 2020) ha registrato un leggero aumento di presenze sia per l'Italia che per i mercati internazionali. Tra i compratori stranieri (circa 1.800, + 3%), le migliori performance sono arrivate da Regno Unito, Germania, Russia, Stati Uniti, Giappone, Svizzera e Turchia.
Complessivamente, circa 4.400 compratori hanno partecipato da oltre 50 paesi stranieri.

Fabrizio Del Bimbo 

martedì 21 gennaio 2020

Monticolor lancia la fibra biologica FeelFine



Monticolor investe in sostenibilità con il lancio di FeelFine, primo filato in cotone biologico pilling-free, disponibile in 76 colori. La società bresciana specializzata in filati fantasia presenterà la nuova creazione in anteprima assoluta da oggi all’interno di Pitti filati 86. FeelFine è realizzato in 100% cotone organico fibra lunga, testato Ogm-free, delicato e sicuro sulla pelle, morbido al tatto e resistente ai lavaggi. La particolare tecnica di filatura Hairless ne migliora le caratteristiche rendendolo più sottile e regolare.

"FeelFine, concepito per creare capi da indossare per la loro piacevolezza, nasce all’interno di Colors for life, la nostra piattaforma aziendale green creata nel 2008 e da subito certificata Gots-Global organic textile standard», ha affermato Alberto Corti, partner di Monticolor. "Il filato, in cotone turco, è stato concepito nel corso del 2019 e ha richiesto un investimento di circa 150 mila euro. Potrà essere utilizzato per capi uomo-donna ed è adatto quattro stagioni sia per maglie in jersey che per tessitura in trama. Sul fronte aziendale, dopo un 2019 chiuso in linea con il precedente a 23,5 milioni di euro di fatturato, con un utile di circa 1 milione e con un export diretto del 35%, siamo fiduciosi per una tenuta anche nell’esercizio in corso".

Fabrizio Del Bimbo 

Colazione al Museo. Terza edizione al via



Gli appuntamenti delle “Botteghe della scienza”, giunti quest’anno alla terza edizione, sono stati ideati con l’obiettivo di dar voce alle attività artigiane del territorio, in modo da recuperarne la memoria ed evidenziarne la preziosa manualità. L’intento del ciclo di appuntamenti è quello di diffondere alle nuove generazioni antichi saperi, mettendo una sorta di lente di ingrandimento sulla parte scientifica, sui processi fisici e chimici che conducono alla produzione di pregiati manufatti.

Il nuovo calendario 2020 è stato presentato oggi, 21 gennaio, presso la Sala Borsa della Camera di Commercio di Firenze, che rinnova così la collaborazione con il Museo Galileo dopo le suggestive proiezioni che hanno animato le facciate dei due edifici di Piazza dei Giudici durante il Firenze Light Festival: nel corso della presentazione, una stampante 3D – messa a disposizione da Kentstrapper Srl – ha riprodotto un cannocchiale galileiano che, nelle mani di abili artigiani, è stato integrato con opere di alto artigianato fiorentino, quali le lenti speciali ed il rivestimento in pregiata carta fiorentina.

Scienza, artigianato e tecnologie digitali uniti, quindi, per realizzare eleganti oggetti che saranno protagonisti di eventi didattici per la divulgazione scientifica al Museo Galileo.



COLAZIONE AL MUSEO 2020



Dal 26 gennaio al 3 maggio 2020 - la domenica alle 11 – il Museo Galileo diventa un luogo di aggregazione e di incontro. Dopo una gustosa colazione fornita dall’Antica Pasticceria Caffè S. Firenze, i partecipanti assisteranno a dimostrazioni pratiche e al termine riceveranno un’utile guida per poter replicare autonomamente le attività svolte. L’edizione di quest’anno presenta due importanti novità: la tecnica di lavorazione della creta e l’uso del tornio per mezzo della forza centrifuga, oltre a un appuntamento sullo sviluppo delle lenti, da Galileo alla moderna ottica per la correzione dei difetti visivi.



COLAZIONE AL MUSEO 2020 - Domenica, ore 11

26 gennaio 2020

Lenti, occhiali e cannocchiali

2 febbraio 2020

Arte e scienza della doratura

9 febbraio 2020

La preziosa veste dei cannocchiali. Laboratorio di carta fiorentina

16 febbraio 2020

Un mondo blu. La tecnica della cianotipia

23 febbraio 2020

Il tornio del vasaio e la forza centrifuga

1 marzo 2020

Il ritratto del bisnonno. La fotografia al collodio umido

8 marzo 2020

Alchimie di colori. L’arte della scagliola

15 marzo 2020

Il motore a scoppio: la nuova forza motrice del XIX secolo

22 marzo 2020

Parrucche e trucco: lo specchio di un’epoca

29 marzo 2020

Listratura e lucidatura. I segreti dell’ebanista

5 aprile 2020

La pittura di pietra. L’antica arte del commesso fiorentino

19 aprile 2020

Disegnare con la camera oscura

26 aprile 2020

Trama e ordito. La matematica del telaio

3 maggio 2020

Meridiane e orologi solari. Alla ricerca del Tempo Vero



INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI

Tel. 055 265311; weekend@museogalileo.it

Lunedì-venerdì 9.00-18.00; sabato 9.00-13.00

Costo € 3,00 + il biglietto d’ingresso

Riduzioni per i soci UniCoop Firenze

Fabrizio Del Bimbo



domenica 19 gennaio 2020

Colazione a Palazzo in occasione di Pitti Bimbo 90

Palazzo Pucci ha ospitato la presentazione della collezione Emilio Pucci Junior Fall/Winter 2020/21. La Colazione a Palazzo si è confermata l’evento di apertura del secondo giorno di Pitti Bimbo 90, venerdì 17 gennaio, una tappa che racconta la linea Junior attraverso un concept frizzante e creativo.



Stagione dopo stagione la bimba firmata Emilio Pucci rafforza la propria identità declinando con sicurezza motivi e colori iconici in un sorprendente gioco di intarsi e abbinamenti cromatici. Heliconia si ripropone protagonista del tema più iconico della collezione. Monreale vive nel daily, con le sue geometrie frizzanti ed energetiche che donano ai capi una connotazione contemporanea e moderna. Il Mini Me traduce il tema Siren’s Song della collezione ready-to-wear della donna.

Fabrizio Del Bimbo 

venerdì 17 gennaio 2020

Children's fashion from Spain a Pitti Bimbo 90


Il 16 gennaio 2020 ha sfilato Children’s Fashion from Spain che insieme a ben 61 brand rappresenta la Spagna a PITTI Bimbo 90.
Questa volta i brand spagnoli di Children’s Fashion from Spain - ABEL&LULA, BOBOLI, MAYORAL e TUC TUC - ambiscono a salvare il pianeta presentando le proposte moda bimbo per la prossima stagione autunno/inverno 2021.
L’infanzia alza la voce per esigere dal mondo degli adulti un futuro migliore. Un’urgente chiamata all'azione per salvare il pianeta dal cambiamento climatico e ripensare al futuro dal punto di vista dell’uguaglianza e della sostenibilità. “Stop plastic pollution!” – “Go Green!” – “There is no planet B!”– “Recycle!” – “Save animals!” sono alcuni dei loro slogan.
Dove prima c’era solo asfalto sorgono giardini urbani autogestiti e le ruote si trasformano in altalene
improvvisate. I più piccoli fanno del riciclaggio il loro stile di vita e di gioco, con vestiti comfy dal marcato stile urbano per affrontare l’inverno. Un invito a cambiare abitudini perseguendo principi ambientali che ci mettono in connessione con il pianeta e con l’umanità.
La sfilata di moda spagnola a PITTI Bimbo è organizzata da ICEX-España Exportación e Inversiones, insieme all’Ufficio Economico e Commerciale dell’Ambasciata di Spagna a Milano e con la collaborazione di ASEPRI, la principale associazione spagnola del settore della moda e della
puericultura.



Fabrizio Del Bimbo 

mercoledì 15 gennaio 2020

Aperto a Firenze il Consolato onorario di Romania per la Toscana



Apre da oggi, 15 gennaio 2020, a Firenze il consolato onorario della Romania per la Toscana, un servizio di grande importanza per i circa 85. 000 cittadini di origine romena che vivono nella regione (di cui oltre 20.000 a Firenze) e che mancava da alcuni anni. Console Onorario è stato nominato Paolo Fagiolini, Ufficiale della Repubblica, imprenditore toscano per molti anni impegnato nel settore della sanità e delle biotecnologie. Presente alla cerimonia di inaugurazione della sede consolare, in viale del Poggio Imperiale 32, anche l’Ambasciatore di Romania in Italia, S.E. George Gabriel Bologan, insieme alla Console Generale della Romania di Bologna, Daniela Dobre.


 L’ambasciatore di Romania, George Bologan, amico dell’Italia e studioso di Alcide De Gasperi, ha sottolineato che “la riapertura del consolato onorario in Toscana è un passo significativo per i nostri rapporti. I consolati onorari sono parte integrante delle relazioni internazionali e mirano soprattutto allo sviluppo delle relazioni commerciali e culturali con una forte vocazione, oggi all’interno dell’UE, di consolidare la coesione e la reciproca conoscenza per una coscienza europea di cui abbiamo bisogno per contare come europei nel mondo.Il consolato onorario di Romania a Firenze è anche un simbolo e un perno per i rapporti romeno-italiani a livello territoriale. Un simbolo perché anche i romeni come gran parte dell’Europa nella storia hanno avuto un filo annodato a Firenze. Già nella città sono almeno due posti importanti che sottolineano questo legame: la casa del principe Alexandru Ioan Cuza, legato al Risorgimento italiano, e la tomba dell’ex ministro degli Esteri romeno, nonché cittadino onorario di Firenze, Nicolae Petrescu Comnen; grazie alle sue doti diplomatiche la città di Firenze non fu bombardata durante la seconda guerra mondiale.

Fabrizio Del Bimbo 




Dennis Russell Davies al Teatro del Maggio con tre prime assolute a Firenze



Il maestro statunitense dirige l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino nell’Ouverture di Maskarade di Carl Nielsen, la Sinfonia n. 2 di Leonard Bernstein e la Sinfonia n. 1 in mi minore op. 39 di Jean Sibelius. Al pianoforte siederà Emanuele Arciuli

Il maestro Dennis Russell Davies dirige l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino in un’altra tappa dei Percorsi musicali nordeuropei, tema conduttore della stagione sinfonica 2019-2020, nel concerto in programma sabato 18 gennaio alle ore 20 al Teatro del Maggio. In programma tre brani tutti eseguiti per la prima volta a Firenze: l’Ouverture di Maskarade di Carl Nielsen, la Sinfonia n. 2 “The Age of Anxiety” di Leonard Bernstein e la Sinfonia n. 1 in mi minore op. 39 di Jean Sibelius. Al pianoforte siederà Emanuele Arciuli.

Dennis Russell Davies, nato a Toledo, in Ohio, nel 1944, vanta una lunga carriera internazionale come direttore d’orchestra e pianista con un vasto repertorio che spazia dal barocco alla contemporaneità. Apprezzato per il suo piglio innovativo, ha collaborato con molti dei maggiori compositori europei e americani come Luciano Berio, William Bolcom, John Cage, Manfred Trojahn, Philip Glass, Heinz Winbeck, Laurie Anderson, Philippe Manoury, Aaron Copland, Hans Werner Henze, Michael Nyman e Kurt Schwertsik.

Ad aprire il programma sarà un brano del danese Carl Nielsen, compositore principalmente noto per la sua produzione strumentale e, in particolare, per quella sinfonica, che tuttavia non mancò di dedicarsi anche alla composizione lirica. Da questa è tratta l’Ouverture di Maskarade, opera comica del 1906 ispirata all’omonima commedia del drammaturgo norvegese Ludvig Holberg. Scritta nel solco della tradizione settecentesca, quest’opera dai toni estremamente scanzonati consentì a Nielsen di dar sfogo alla propria spiccata attitudine per la musica ballabile, dichiarata fin dal tema frizzante e festoso di questo breve brano di apertura.

Jean Sibelius è il più celebrato compositore finlandese, già omaggiato al Maggio nel concerto del novembre scorso diretto dal maestro Joana Carneiro. La sua fama in vita raggiunse vette altissime in Europa e negli Stati Uniti, salvo poi sbiadire alla sua morte, e la circolazione dei suoi brani di pari passo. Legato al suo paese, per il suo lavoro attinse materiale dal folclore finnico, finendo spesso equivocato per intenti nazionalistici che non gli appartenevano. Sibelius fu anzi un compositore profondamente europeo, formatosi tra Berlino e Vienna senza mai fare mistero della sua ammirazione per Čajkovskij, Brahms, Wagner e Berlioz. Senz’altro la sua predilezione per i temi naturalistici, una tensione quasi tardo romantica, rifletteva nelle sue composizioni il carattere della terra d’origine, “di quei desolati paesaggi fatti di laghi, di cupe foreste e del granito rossastro delle coste”, come scrisse lui stesso.

E nelle atmosfere della natura nordica ci si trova fin dal primo dei quattro tempi della Sinfonia, l’Andante ma non troppo – Allegro energico introdotto da una lunga e svagata melopea di clarinetto prima di irrobustire in un’orchestrazione che anticipa il materiale di cui si compone tutta l’opera: temi dilatati, energiche sferzate e un’estrema varietà di formulazioni armoniche e timbriche. Di conio più marcatamente čajkovskiano è il secondo movimento Andante ma non troppo lento, dal ritmo vigoroso sorretto dai timpani è invece lo Scherzo del terzo movimento. Il Finale è introdotto da un Andante seguito da un ampio e rapsodico Allegro molto, cui si addice l’opportuna indicazione “Quasi una fantasia”. Qui la sintassi sostanzialmente classica dei tempi precedenti lascia il posto a un flusso discorsivo privo di punteggiatura, nel quale materiali già uditi e nuovi episodi, ora di un lirismo ancora “alla Čajkovskij”, ora tumultuosi e violenti, si susseguono l’uno l’altro secondo una logica imperscrutabile, come volta all’accumulo. Tale “disordine”, frutto anche di una generosità melodica propria della giovane età del musicista, non intacca tuttavia la qualità di un’invenzione che si lascia ammirare per originalità e forza comunicativa.

A intervallare l’esecuzione dei due brani firmati dagli autori nordeuropei, un titolo che ha tutt’altre coordinate ma dal sicuro fascino: la Sinfonia n. 2 - The Age of Anxiety di Leonard Bernstein, brano per orchestra e pianoforte solo scritto dal compositore statunitense tra il 1948 e il 1949, poi rivisto nel 1965.

Al fianco di Davies, siederà al pianoforte Emanuele Arciuli, uno dei massimi conoscitori del repertorio statunitense per pianoforte novecentesco. Davies e Arciuli hanno già portato con grande successo la Sinfonia n. 2 - The Age of Anxiety di Leonard Bernstein al Ravenna Festival del 2018, in occasione dei 100 anni dalla nascita del compositore. A loro è affidata la prima esecuzione assoluta a Firenze.

Una sinfonia derivata dal poema The Age of Anxiety di Wystan Hugh Auden, un testo di 80 pagine apparso nel 1947 che entusiasmò Bernstein al punto di volersene avvalere per un lavoro basato sulla struttura già musicale della poesia. Nel testo, l’incontro casuale di tre uomini e una donna in un bar cittadino di Manhattan durante la guerra rende possibile una provvisoria apertura tra i quattro, favorita dall’alcool. Quando poi tutti si trasferiscono a casa della donna per starci fino all’alba, si innesta anche il motivo della sessualità, basata su una momentanea eccitazione. Nel finale emerge il tema della fede religiosa, intesa come catarsi.

Variando intorno a quattro temi principali, la Sinfonia presenta una ricchezza inesauribile di figure e di situazioni, un “teatro” immaginario in cui convivono soli in pianissimo, serie dodecafoniche, fragore bandistico, richiami jazz, pianoforte solistico. Si tratta, complessivamente, di un’opera che aspira a integrare in un’unica struttura una rassegna variegata di tutte le tecniche, di tutte le emozioni, di tutte le situazioni di cui l’autore poteva disporre negli anni in cui già si rivelava quel grande direttore d’orchestra che fu. E, nel far questo, fu ben cosciente di seguire le orme di ciò che ai loro tempi avevano fatto Bach nell’Arte della fuga, o Beethoven con le Variazioni Diabelli: lasciare una testimonianza di ordine in un’età davvero così complessa da generare l’ansia che Auden aveva posto nel titolo del suo lavoro.

Dennis Russell Davies
sabato 18 gennaio 2020, ore 20

Direttore
Dennis Russell Davies

Pianoforte
Emanuele Arciuli

Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

Carl Nielsen
Maskarade, ouverture

Leonard Bernstein
Sinfonia n. 2, The Age of Anxiety

Jean Sibelius
Sinfonia n. 1 in mi minore op. 39

Fabrizio Del Bimbo 

lunedì 13 gennaio 2020

La 5/a edizione di Vinoi il 23 e 24 febbraio 2020

 ViNoi 2020 · Firenze · 5^ Edizione

Il Salone dei Vini Artigianali, Biologici, Biodinamici e Naturali!
La Quinta Edizione della Degustazione-Evento di ViNoi.

Torna, il 23 e 24 Febbraio, l'appuntamento di riferimento per la Toscana dei Vini Artigiani "di Territorio".
Due giorni di Fiera-Mercato con VitiCultori dal Nord al Sud Italia e da Oltre Confine, 
per gli operatori più attenti e per gli appassionati del vino fatto 'secondo Natura'.

Da 5 Anni, il 'primo' evento di degustazione con produttori 'scelti' di piccole aziende vitivinicole orientate al concetto di 'Qualità Naturale', che interpretano in modo autentico il frutto del territorio e dell'annata, preservando la vitalità dei suoli e la fertilità della terra, 
da ogni non-logica di produzione invasiva ed intensiva, dannosa per l'ambiente e per l'uomo, e lontani dalla standardizzazione e dall'omologazione del gusto 'convenzionale-costruito'.
 

Il Salone apre alle Ore 10:00, (Domenica 23 chiusura alle 19:00 e Lunedì 24 chiusura alle 18:00) e si svolge presso l'ICLAB - Intercultural Creativity Laboratory (Viale Guidoni 103, Firenze): location 'open space' multifunzionale,
tra i centri più attivi della città
per gli eventi artistici e creativi, dalla forte vocazione internazionale, vicina all'Aereporto Vespucci e
facilmente raggiungibile con tutti i mezzi (Casello Autostradale Firenze Nord e Linea 2 Tramvia ATAF).
 

Oltre alla degustazione ai banchi d'assaggio, il programma prevede, inoltre, appuntamenti e seminari di approfondimento (a breve comunicati),
vendita diretta al banco dei vini, food corner (già confermati Vineria Sonora Firenze, Gatta ci Cova Lucca e UtopiKo Firenze) e
beve amiche, ovvero un circuito di collaborazioni speciali con enotecari e ristoratori partner, pre e post evento!
 

L'evento, con oltre 45 Aziende, dall'Italia, Germania e Francia, è organizzato da ViNoi
realtà indipendente nella filiera dei Vini Artigiani, Biologici-Dinamici e Naturali… Creativi, per Natura!


Evento FB: https://bit.ly/2N8uxLx

Link & Social
https://www.facebook.com/vinoi.it
https://www.instagram.com/vinoi.it
info@vinoi.it


MODALITA' INGRESSI 
INGRESSI — 2 giorni di degustazioni, 17 ore di assaggi e vendita ai banchi, e diverse opzione di accesso all'evento: in #prevendita 'unica' (giornaliera o abbonamento di 2 giorni) su Vivaticket o #bigliettointero. Negli ingressi sono inclusi i calici ViNoi, le sacche porta-calice ed i cataloghi-mappe del salone!
► Domenica 23 Febbraio — Ore 10:00-19:00
- prevendita 'unica' on line, 13€ + ddp
- intero, alla cassa, 20€ (sconto 10% soci FISAR Firenze)
- pass ristoratori-enotecari (2 per p. iva), 10€

► Lunedì 24 Febbraio — Ore 10:00-18:00
- prevendita 'unica' on line, 13€ + ddp
- intero, alla cassa, 18€ (sconto 10% soci FISAR Firenze)
- pass omaggio ristoratori-enotecari (2 per p. iva)
► Abbonamento 2 Giorni, 25€ + ddp
I #pass ristoratori-enotecari e gli #accrediti stampa sono da richiedere a info@vinoi.it entro, e non oltre, il 14 Febbraio.
Le #prevendite 'uniche' e #abbonamento Vivaticket sono disponibili fino al 14 Febbraio al link d'acquisto — https://bit.ly/36O1tRr


Fabrizio Del Bimbo

Al via il primo Master in Italia per la conservazione e la gestione delle opere d'arte contemporanea

 
25 i partecipanti ammessi; 320 ore di insegnamento distribuite nel corso dell’anno
 
Sono Partner del Master: Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci (Prato), Museo Marino Marini (Firenze),
Fondazione Palazzo Strozzi Firenze), Museo del Tessuto (Prato), Collezione Gori – Fattoria di Celle (Pistoia),
Associazione Arte Continua e Galleria Continua (San Gimignano), Peggy Guggenheim Collection (Venezia).


 
E’ il primo Master in Italia per la conservazione e la gestione delle opere d’arte contemporanea e nasce, non a caso, a Firenze grazie alla Fondazione Opificio (una fondazione strumentale di Fondazione CR Firenze che fornisce il sostegno finanziario) e il supporto specialistico dell’Opificio delle Pietre Dure, prestigioso istituto noto in tutto il mondo, che mette a disposizione le proprie conoscenze, esperienze e competenze acquisite anche nel settore dell’arte contemporanea.

Il Master è stato presentato questa mattina, giornata di inizio dei corsi che termineranno il prossimo 28 dicembre, nella sede dell’Opificio, da Duccio Maria Traina, Presidente delle Fondazione Opificio, Marco Ciatti, Soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure e Direttore del Master, Luigi Dei, Rettore dell’Università degli studi di Firenze e Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura del Comune di Firenze.
 
Il Master è stato lanciato lo scorso ottobre ed ha ricevuto oltre 50 candidature dalle quali sono stati selezionati i 25 ammessi allo specifico percorso formativo della durata di un anno: 320 ore di insegnamento frontale, 200 ore di cantieri didattici, 150 di stage e 150 di tesi finale distribuiti nell’arco di 11 mesi. Sono previste lezioni frontali, seminari, laboratori, incontri con artisti delle varie correnti artistiche contemporanee, nonché visite a musei, gallerie e a importanti istituzioni culturali pubbliche. Il Master è a pagamento, la frequenza è obbligatoria e, a coloro che hanno ultimato il percorso, viene rilasciato un attestato di partecipazione.
 
I partecipanti saranno formati per riconoscere ed esaminare approfonditamente i problemi delle opere d’arte contemporanea attraverso studi tecnico-conservativi e strumenti operativi e/o scientifici applicati all’arte contemporanea. Una particolare attenzione sarà data alla catalogazione, alla costruzione e alla gestione di archivi di opere d’arte contemporanea sia privati che pubblici. Sono previsti, inoltre, cantieri didattici e stage, grazie alla partnership con importanti interlocutori quali: il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci (Prato), il Museo Marino Marini (Firenze), la Fondazione Palazzo Strozzi Firenze), il Museo del Tessuto (Prato), la Collezione Gori – Fattoria di Celle (Pistoia), l’Associazione Arte Continua e Galleria Continua (San Gimignano) ed il Peggy Guggenheim Collection (Venezia). Sono previste, tra le varie docenze, quelle di Tom Learner (Getty Conservation Institute, Los Angeles), Arturo Galansino (Direttore Palazzo Strozzi, Firenze), Giorgio Bonsanti (già Soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure e docente di teoria e storia del restauro), Stefano Pezzato (Centro Pecci, Prato), Karole Vail (Direttore Guggeneheim Collection, Venezia) e Alessandra Donati (Università di Milano-Bicocca).
 
‘’Questo importante progetto – ha dichiarato il Presidente della Fondazione Opificio Duccio Maria Traina – nasce dalla formalizzazione di un accordo tra la Fondazione Opificio e l’Opificio delle Pietre Dure, un partenariato pubblico privato assolutamente unico in questo settore. Esso prevede, da una parte, l’impegno della Fondazione Opificio a sostenere l’Opificio delle Pietre Dure nello svolgimento della sua attività caratteristica e istituzionale di formazione, ricerca e restauro e, dall’altra, quello dell’Opificio di mettere a disposizione il proprio patrimonio di conoscenze ed esperienze note e apprezzate in tutto il mondo. Il Master vuole rispondere alle nuove esigenze di un ambito assai specialistico quale è l’arte contemporanea che richiede competenze di altissimo livello ed estremamente profilate’’.
 
‘’L’Opificio delle Pietre Dure  – ha sottolineato il Soprintendente Marco Ciatti – ha da tempo esteso le proprie attività di conservazione alle opere d’arte contemporanea, vista la grande necessità esistente e la particolare complessità della materia. Infatti, grazie ad accordi con importanti collezioni, abbiamo compiuto significativi restauri su opere di autori come Pollock, Duchamp, Moore. Oggi, grazie all’accordo con la Fondazione Opificio e con il suo supporto, l’Opificio propone un nuovo Master in Conservazione e Gestione delle Opere d'Arte Contemporanea aggiornato alle più recenti esperienze del settore, forte anche della proficua esperienza di una precedente edizione, pur diversa da questa, del 2011 – 2012’’.
 
‘’Siamo particolarmente orgogliosi di questo progetto – ha evidenziato il Presidente di Fondazione CR Firenze Luigi Salvadori – per il quale abbiamo investito risorse finanziare e professionali. Riteniamo determinante non solo per Firenze, ma anche per il Paese sostenere una delle più importanti istituzioni che fanno onore all’Italia in tutto il mondo e che rendono la nostra città unica anche per il suo patrimonio di competenze scientifiche nel settore del Cultural Heritage. Abbiamo così consentito il proseguimento della preziosa attività di ben 11 settori tradizionali dell’Opificio, che rischiavano altrimenti la chiusura a causa del mancato turn over, tra cui quelli dedicati ad arazzi, terrecotte e tessili, ma anche del laboratorio scientifico e diagnostico e dello sviluppo di nuovi filoni di ricerca e alta formazione come il restauro dell’ arte contemporanea’’.
‘’Firenze – ha affermato il rettore dell’Università di Firenze Luigi Dei - con le sue istituzioni culturali è sempre stata fin dal 1966 punto di riferimento mondiale nel campo della conservazione, restauro e applicazione delle metodologie scientifico-tecnologiche in questi ambiti. Il Master in oggetto rappresenta l’ennesima dimostrazione dell’eccellenza del nostro Opificio delle Pietre Dure e sono orgoglioso e riconoscente per aver avuto l’onore di essere invitato a far parte del comitato scientifico del corso”.
“Siamo lieti – ha concluso l’assessore alla cultura Tommaso Sacchi – di questa prima edizione nazionale di un master che va a coprire un settore emergente e quanto mai attuale nel mondo dell’arte. Siamo certi che la straordinaria professionalità dell’Opificio, vero e proprio ‘ospedale’ per i beni culturali, e la sua eccellenza internazionale saranno garanzia di una qualità senza pari per i partecipanti a questo corso. Con l’Opificio abbiamo recentemente collaborato proprio al restauro di un’opera d’arte contemporanea, il Memoriale italiano di Auschwitz, salvato dallo smantellamento ma in pessime condizioni di conservazione, che abbiamo fortemente voluto a Firenze. Questo master è quindi un gradito viatico al moltiplicarsi di occasioni come questa”.


 
La Fondazione Opificio (FOP) è stata costituita da Fondazione CR Firenze il 31 gennaio 2018 sulla base di un Protocollo d’intesa col Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo (MIBACT) e l’ Opificio delle Pietre Dure (OPD). L’obiettivo è valorizzare e sviluppare le attività e il patrimonio di conoscenze maturate dall’ Opificio nell'ottica di preservarne il capitale di competenze ed esperienze, estendendole anche al settore dell'arte contemporanea. La missione della FOP non è solo quella di sostenere con risorse finanziarie, progettuali e tecniche l’OPD nell’attività di restauro e conservazione dei beni culturali, nonché di ricerca e di formazione, ma anche di favorire l’assegnazione a Firenze della sede del Central-Hub dell'European Research Infrastructure for Heritage Science (E-RIHS) quale punto di riferimento europeo nel settore del restauro di opere d'arte. Il 14 giugno 2019 FOP e OPD hanno sottoscritto un partenariato pubblico-privato che ha previsto, tra le altre attività da svolgere in collaborazione, anche quella della formazione specialistica. E’ su questa  base che FOP e OPD hanno promosso e organizzato questo Master che ha l’obiettivo di affrontare temi e problematiche inerenti la conservazione e la gestione delle opere d’arte contemporanea.


Fabrizio Del Bimbo

È nato il "Profumo dei Ricordi"

  Sanofi, FederAsma e Allergie Odv e Respiriamo Insieme APS, con il supporto di Aquaflor,  hanno dato vita a “Il Profumo dei Ricordi”,  la f...