domenica 5 gennaio 2020

Nella Daunia l'incantevole borgo di Sant'Agata di Puglia





Sant'Agata di Puglia è un luogo che può avere tante definizioni: Borgo della Lettura, Città slow, Bandiera arancione del Touring. Si trova a 795 metri di altezza al confine con la Campania e chi lo raggiunge incontra un suggestivo presepe adagiato sul pendio, da cui si gode un panorama meraviglioso che spazia dalle montagne del Vulture fino   al Gargano e al Mar Adriatico.




Nel periodo natalizio quest'anno  le stradine ripide e il belvedere del borgo, grazie soprattutto alla nuova amministrazione comunale guidata dal Sindaco Nicola La Salvia, si sono  illuminati di bellissime luci e luminarie variopinte e animate, accompagnate da dolci musiche. Inoltre molti eventi per grandi e piccini hanno allietato i cittadini e i visitatori. 






Peccato non poter visitare la suggestiva  Chiesa Matrice di San Nicola, sottoposta a delicati lavori di restauro. Le Chiese di San Michele Arcangelo e quella della SS. Trinità invece sono state teatro di vari concerti in tema natalizio.


Passeggiando per le viuzze drl borgo è facile poter incontrare il celebre artista Toni Santagata, che è nativo del paese e vi torna spesso.

Da notare le caratteristiche case in pietra e i portali decorati dagli stemmi nobiliari, un vero museo diffuso lungo i vicoli del borgo.

Molto interessanti e ricchi di storia sono il  frantoio Nova, tipico esempio dell’antica civiltà contadina,  che risale al Seicento e si caratterizza per ambienti ipogei molto suggestivi.





Appartenente alla famiglia Nova, fu in origine utilizzato privatamente e solo in seguito venne aperto al pubblico.. 

La macina in pietra, assoluta protagonista, era azionata da asini e muli. La pressa e i pozzi di raccolta facevano il resto, dando origine al prezioso olio di oliva.

L’ambiente adiacente, invece, ospita una cantina. Qui il tempo sembra essersi fermato, accanto a botti in legno utilizzate per il vino, vi sono vasche in pietra per la conservazione dell’olio.

Merita una visita il forno a paglia, appartenente alla nobile famiglia Del Buono, che racchiude una tradizione antica ormai perduta.

Risalente al XV secolo e conosciuto come il “Forno del Castello”, molto probabilmente è il più antico dei sei forni che si trovano nel borgo.




I suoi ambienti sono un deposito per la paglia, introdotta dall’alto grazie alla presenza di un cunicolo, e il  forno vero e proprio. In piena notte il fornaio accendeva il forno e le massaie del paese iniziavano ad impastare farina, acqua, sale e lievito madre. 
Alle sei venivano ritirate le forme di pane che le donne avevano accuratamente adagiato su una tavola di legno utilizzata per il trasporto. Per non confondere la proprietà delle pagnotte, esse venivano contraddistinte da simboli o sigle apposti attraverso l’utilizzo di strumenti di legno simili a dei timbri. Mentre la cottura delle focacce era gratuita, quella del pane aveva un suo costo, chi non aveva possibilità di pagare poteva farlo lasciando al fornaio una o due pagnotte, che lo stesso poteva anche rivendere 

I forni a paglia sono esistiti fino alle soglie degli anni ’60 del '900 e si suppone che la causa della loro chiusura sia dovuta ad alcune norme igieniche emanate in quel decennio.

Non si può lasciare il borgo senza aver visitato il  Castello Imperiale: la salita per raggiungerlo è faticosa, soprattutto in inverno quando i vicoli e le scale si ricoprono di neve o di ghiaccio, ma vale davvero la pena. È aperto gratuitamente ogni domenica grazie alla Pro loco. Ad accogliere il visitatore un grande portale in pietra rosa a bugnato con un arco caratterizzato dalla presenza di due animali marini e dello stemma della famiglia Loffredo.
Inizialmente utilizzato per il controllo militare del territorio, conserva ancora i segni delle varie dominazioni. Dai Bizantini ai Longobardi per poi passare sotto il controllo dei Normanni nell’XI secolo.

Fu sotto Alfonso d’Aragona che il castello subì le prime modiche, trasformandolo in una residenza ducale. Di grande interesse la Cappella dedicata a Sant’Agata, voluta da Carlo I d’Angiò e la camminata tra le torri, dalle quali si gode un panorama eccezionale. 




La Bibliocabina ricorda che S. Agata di Puglia è anche Borgo della Lettura: è una vecchia cabina telefonica completamente trasformata in una piccola libreria, adatta per il book-crossing Qui, infatti, le persone possono portare i propri libri e metterli a disposizione di perfetti sconosciuti oppure prenderli in prestito per leggerli e riporli nello stesso luogo dove sono stati presi o in altri luoghi dedicati alla lettura condivisa.

A pochi kilometri a valle del paese si consiglia di fare una sosta ad Ascoli Satriano per ammirare i celebri Grifoni, un tesoro di inestimabile valore artistico, storico, culturale e archeologico. 

La piccola cittadina appare come un piccolo agglomerato di case arroccate, che vivacizzano il Tavoliere delle Puglie; ma camminando tra i vicoletti stretti si possono assaporare l'arte e la storia, tra la Cattedrale di origine romana e il Castello Normanno. 

I Grifoni, custoditi all'interno del museo nel centro cittadino, sono  marmi policromi di grande valore, il cui ritrovamento ha, avuto risvolti rocamboleschi
La coppia di Grifoni presenta ali dipinte di azzurro e giallo spiegate verso l’alto e una cresta rossa. I due sono intenti ad azzannare con i loro temutissimi artigli un cerbiatto dipinto di giallo oro che emerge dalla bocca dei due Grifoni.   A colpire di questi reperti storici sono la grande bellezza del marmo e la decorazione pittorica assolutamente precisa. Il museo si è recentemente arricchito di nuovi reperti archeologici. 







Info:

https://prolocosantagatadipuglia.wordpress.com/

http://polomusealeascolisatriano.blogspot.com/?m=1

Per mangiare:
Clio Bistrot Tel. 0881 317130
Cantina  della Canonica  Tel. 0881 984026


Fabrizio Del Bimbo 



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