martedì 24 settembre 2019

Sina Chef's Cup Contest, tappa a Firenze


A Firenze la 7ma tappa della gara in tour tra chef stellati
Martedì 24 settembre, SINA Chefs’ Cup Contest, Ristorante Il Giardino




Due stelle della cucina italiana, una scenografia naturale di un giardino con piscina nel centro di Firenze, originalità, creatività e buon gusto: questi gli ingredienti di una serata d’eccellenza in programma martedì 24 settembre, dove il design si sposa con la moda per trasformarsi in piatti gourmet.

Al ristorante Il Giardino del SINA Villa Medici i due chef stellati Marco Cahssai - del ristorante Atman di Lamporecchio (PT) - e Michelino Gioia - del ristorante Il Pellicano di Porto Ercole - mettono in campo la loro maestria e 5creatività di fronte al pubblico convenuto per ammirare e gustare le novità culinarie proposte dagli chef.

Tema d’ispirazione il design che nel piatto di Gioia si unisce alla moda del designer Alexander McQueen nella sua pezzogna, parmigiana e acqua pazza a raffigurare le eclettiche clutch mentre nel piatto di Cahssai è il designer Piero Fornasetti protagonista con il suo Tappeto Erbario ricreato nella sinergia di carciofo.

Il menu della serata sarà curato dal resident chef Luigi Incrocci e i piatti saranno accompagnati da vini dell'azienda agricola Lanciani - Offida Passerina DOCG, Offida Pecorino DOCG e Trebbiano d'Indicazione Geografica Tipica Marche - e dall'eleganza dell'etichetta nera dell'acqua Ferrarelle Maxima - l'unica acqua effervescente naturale rinforzata con il gas della sua sorgente, creata proprio per l'alta ristorazione, nelle storiche sorgenti di Ferrarelle a Riardo -, insieme al Prosecco di alta qualità Frattina - che nasce dalla selezione di uve da alcuni tra i territori più vocati nelle zone di produzione della D.O.C.G. al confine tra Veneto e Friuli - e al mirto Zedda Piras, il tipico liquore ottenuto solo con bacche fresche di mirto che da oltre un secolo e mezzo è simbolo della Sardegna.

Al termine della cena esperienziale con show cooking - realizzato grazie alla tecnologia della scuola di cucina e pasticceria Les Chefs Blancs – i due chef stellati riceveranno il punteggio dalla giuria di esperti, per la classifica generale che al momento vede in testa Andrea Larossa e Andrea Pasqualucci con un punteggio di 96/100.

Firenze rappresenta anche un’occasione speciale per gli ospiti ai quali è dedicato il privilegio di vivere un’esperienza unica con il nuovo modello di Porsche in esposizione proprio per la serata di SINA Chefs’ Cup Contest.

La competizione, giunta alla settima edizione, nasce proprio dall'idea che, oggi, l'enogastronomia è una vera e propria forma d'arte, con la possibilità da parte del pubblico, in questo caso, di fruire e digerire letteralmente le "opere d'arte" degli "artisti" chef.

Palcoscenico d'eccellenza, gli alberghi del gruppo SINA HOTELS, che sin dagli esordi hanno abbracciato l'evento, quali interpreti della tradizione squisitamente italiana fatta di storia, cultura, arte, lusso ed eccellenza: SINA Villa Medici a Firenze, SINA Bernini Bristol a Roma, SINA Centurion Palace e SINA Palazzo Sant'Angelo a Venezia, SINA Brufani a Perugia, SINA Villa Matilde a Romano Canavese (TO), SINA The Gray e SINA De La Ville a Milano dove si svolgerà l’ultima tappa il 22 ottobre, SINA Maria Luigia a Parma, SINA Astor a Viareggio e SINA Flora a Capri.

Partner d’eccezione di SINA Chefs' Cup Contest si conferma Diners Club, la prima carta di credito al mondo e in Italia con oltre 60 anni di storia, nata proprio nell’alta ristorazione per offrire privilegi unici ed esclusivi ai propri Soci, come in questa occasione per cui i soci in cui ci saranno agevolazioni e incontri dedicati con gli chef.

Per gli appassionati, quest'anno la possibilità di "assaporare" le ricette direttamente dalla voce degli chef, in collegamento radio con il programma di Radio Godot "Foodie in Town".



Per informazioni e prenotazioni:
Tel. 055 277171

Fabrizio Del Bimbo 



lunedì 16 settembre 2019

Al Castello di Marostica dal 5 al 20 ottobre la personale di Antonio Sgarbossa



Un grande appuntamento d’arte con uno dei massimi pittori italiani contemporanei, in un luogo fra i più suggestivi del nostro paese.

Si inaugura ufficialmente alle 18 di sabato 5 ottobre, alla sala mostra grande del Castello Inferiore di Marostica – la cittadina vicentina, Bandiera Arancione del Touring Club, nota in tutto il mondo per la Piazza degli Scacchi - una personale del pittore padovano Antonio Sgarbossa dedicata in particolare al tema della danza, e intitolata “La luce tra spazio reale e virtuale”. La mostra resterà aperta fino al 20 ottobre.
Nato nel 1945 a Fontaniva e formatosi prima a Bassano del Grappa e poi in Svizzera, Sgarbossa si afferma una volta rientrato in Italia, a partire dagli anni Ottanta. Opere dell’artista veneto sono oggi esposte in numerosi musei di arte contemporanea (Galleria Civica di Trieste, Museo Nazionale di Arte Ucraina di Lviv, Galleria Civica “Sciortino” di Monreale…) e in gallerie private di varie città d’Italia.

Scrive di lui il critico Enzo Santese:
Nel tratto curricolare di Antonio Sgarbossa hanno rilievo e incidenza due fatti, capaci di imprimere nella sua evoluzione artistica il marchio di un punto d’avvio, solido e rassicurante: prima la confidenza con il colore ad olio assunta fin dall’adolescenza, quando viene inviato dai genitori a “impacontemporanei, in un luogo fra i più suggestivi del nostro paese.
Si inaugura ufficialmente alle 18 di sabato 5 ottobre, alla sala mostra grande del Castello Inferiore di Marostica – la cittadina vicentina, Bandiera Arancione del Touring Club, nota in tutto il mondo per la Piazza degli Scacchi - una personale del pittore padovano Antonio Sgarbossa dedicata in particolare al tema della danza, e intitolata “La luce tra spazio reale e virtuale”. La mostra resterà aperta fino al 20 ottobre.
Nato nel 1945 a Fontaniva e formatosi prima a Bassano del Grappa e poi in Svizzera, Sgarbossa si afferma una volta rientrato in Italia, a partire dagli anni Ottanta. Opere dell’artista veneto sono oggi esposte in numerosi musei di arte contemporanea (Galleria Civica di Trieste, Museo Nazionale di Arte Ucraina di Lviv, Galleria Civica “Sciortino” di Monreale…) e in gallerie private di varie città d’Italia.



Scrive di lui il critico Enzo Santese:
Nel tratto curricolare di Antonio Sgarbossa hanno rilievo e incidenza due fatti, capaci di imprimere nella sua evoluzione artistica il marchio di un punto d’avvio, solido e rassicurante: prima la confidenza con il colore ad olio assunta fin dall’adolescenza, quando viene inviato dai genitori a “imparare un mestiere” in un laboratorio artigiano per la decorazione di piatti in ceramica. Si può ben capire come le competenze acquisite in quell’apprendistato contribuiscano a una formazione di base, utile a inquadrare il nesso tra figura e spazio, segno e colore, intervento sulla superficie e ricerca delle risposte più adatte a rendere il piano dipinto un corpo pulsante di forme e cromie, conquistate in una lunga attività sperimentale. Il secondo elemento che contribuisce in maniera sostanziale a riscaldare ulteriormente l’attenzione del pittore per il fatto creativo è l’anno di permanenza a Neuchatel (Svizzera), dove ha modo di conoscere una serie di artisti, che gli mostrano una grande varietà di moduli operativi sulla superficie; la confidenza con il nudo dal vero gli apre orizzonti e prospettive che in seguito convergono in un’adozione del corpo, come elemento di “scrittura “ dello spazio fisico; questo esprime fin dall’inizio la capacità di diventare, di volta in volta, ambito di accadimenti poetici, intesi comi epifanie dello spirito che si concretizzano in sequenze di racconti, lasciati poi alla sensibilità definitoria di chi osserva.
La passione per la fotografia aggiunge poi l’ingrediente che dà struttura di credibilità all’immagine e, nel contempo , cattura attimi della cronaca colta nella casualità del quotidiano. Quel taglio compositivo resta anche nell’architettura del dipinto, dove si rimarca la connessione tra elemento luminoso e forme della realtà nella creazione di atmosfere, nelle quali vibra intensa la virtualità di un luogo, che è il territorio percorso dall’emozione prodotta dell’esistente, anche dai suoi riflessi più consueti. Per questo la rassegna” La luce tra spazio fisico e virtuale” sintetizza nel titolo un segmento concettuale che unisce due polarità antagonistiche, eppur strettamente congiunte in una poetica, dominata proprio dalla luce. La ricerca si fonda sulla possibilità di utilizzare una sorta di diario di registrazione di fatti, episodi, persone ,circostanze climatiche, atmosfere umane, su cui poi Sgarbossa elabora un proprio mosaico di sensazioni visive, incanalate in precisi ambiti d’osservazione. Il sole è protagonista assoluto delle opere, proprio per la cura dell’artista di scegliere i momenti della giornata, in cui i raggi filtrano obliquamente, dando alle figure la possibilità di affermatesi anche in virtù delle ombre lunghe che ne protendono i lineamenti sul piano. Queste risultano sempre fattori attivi nell’economia del dipinto, dove il chiaro e lo scuro sono derivazioni da un’unica matrice, la fonte che dà sostanza volumetrica alle forme, facendole vivere in un contesto di fisicità, dentro il quale si attiva ogni volta quel circuito sottilissimo di comunicazione con la virtualità del quadro, per quel dialogo sommesso dei soggetti umani con se stessi, con l’ambiente in cui sono inseriti, con la luce che talora li esalta nelle rispettive fattezze, nei gesti, nelle pose, negli abbandoni a una sospensione tra il peso della realtà e la leggerezza del pensiero che essi medesimi stimolano. Lo sguardo meticoloso al dettaglio raggiunge esiti virtuosistici nella resa di corrispondenza con l’esistere e ciò è pienamente verificabile in numerosi interventi, che possono avere valore esemplare: il tatuaggio che trapela dalla rete delle calze, l’evidenza dei muscoli tesi nello sforzo di un passo di danza, l’espressione di volti impegnati a interpretare un balletto classico, i panneggi di una tela bianca che funge da metaforica alcova, la tessitura di un pavimento ligneo sulla cui lucidità si specchiano le presenze ritratte. la vena di Sgarbossa incide in quell’area magica che trasforma qualsiasi spazio, anche quello esterno, in un perimetro privato, nei cui ritmi ed emergenze l’artista ritrova il modo per una sintonia con i propri battiti personali. Da questo punto di vista, quando una scena del reale viene trasposta sulla tavola, cessa di essere racconto e diviene scatto emotivo, guizzo sensoriale, evocazione di uno slancio poetico impegnato a neutralizzare la ponderalità del reale per assegnargli la levità tipica di un afflato lirico, portato a dare dimensione spirituale alle cose, anche a quelle ascritte alla categoria dello scontato: una sequenza di cFabrizio Del Bimbo iottoli, inquadrati in una prospettiva geometrica come scansione dello spazio cittadino, una porzione di mercato ripresa nel momento di maggior afflusso, una dislocazione di lastre lapidee poste a pavimentare un ambito urbano, i particolari di una tappezzeria apparentemente marginale nel contesto compositivo, ma eletta a nucleo di relazione dialettica intensa  con le altre componenti del dipinto. Nella sua riflessione, l’artista indugia sul contrasto di alcune evidenze che va a considerare con l’acutezza di uno spirito critico, spinto a volte al piacere di un gioco di bilanciamento significante fra estremi. Ne sono esempi chiari la proposta di una megalopoli orientale, sempre e comunque in fibrillazione dinamica, e di squarci di provincia, dove le ore del silenzio collimano con la necessità di assaporare il gusto del bozzolo protettivo della casa. I contorni delle tematiche allargano le proprie linee progettuali andando a fissare appunto il senso sintomico offerto dalla realtà di ogni giorno, da quello più familiare a quello più remoto, inquadrando circostanze in dialettica relazione tra loro: posa e movimento, emblemi della civiltà di ieri e di oggi. Certamente l’artista cattura con la macchina fotografica istantanee che contengono il germe per un’avventura della fantasia e gli scatti mai sono casuali, ma inseriti in un contesto, dove i protagonisti recitano secondo un copione direttamente ispirato dal pittore. Il suo racconto si snoda attraverso spazi, in cui trova motivo per entrare in sintonia con frequenze molteplici: il fascino di un tempo andato, non ancora costretto dallo strapotere della tecnologia, che vive su meccaniche reali e virtuali, tutte differenti da oggi. La locomotiva a vapore è il giocattolo di sempre, il simbolo della voglia di andare, di consumare le lontananze tra poli distanti in viaggi fantastici; il mezzo che aveva dato ai futuristi linfa intellettuale per le loro epiche della velocità  è lì ad alimentare  i sogni di oggi, esibendo un’anima che sbuffa e con il vapore dilata a dismisura gli effetti di luminosità del quadro; qui i chiaroscuri sono tutti impostati per dare pregio al ruolo prevaricante della luce, che accarezza oggetti e persone dando loro volume e fisionomia anche nel movimento. mentre gli autoritratti o i ritratti (un genere congeniale alla capacità di interpretare il carattere delle persone) contengono il pregio di un equilibrio seducente fra la fedeltà al soggetto e la libertà di innestarvi, da parte dell’autore, la propria intelligenza interpretativa. Uno degli ambiti di indagine preferito da Antonio Sgarbossa è proprio il fattore dinamico, relativo all’impostazione della sua pittura. La sua straordinarietà è data soprattutto da un uso del colore che, al primo impatto, dà l’illusione di una tendenza al monocromo, mentre in effetti è” una soluzione pulviscolare di tinte e di nuances, impastate sovente con olio di lino e cera liquido, che avvolgono la composizione in un abbraccio caldo e lieve.
rare un mestiere” in un laboratorio artigiano per la decorazione di piatti in ceramica. Si può ben capire come le competenze acquisite in quell’apprendistato contribuiscano a una formazione di base, utile a inquadrare il nesso tra figura e spazio, segno e colore, intervento sulla superficie e ricerca delle risposte più adatte a rendere il piano dipinto un corpo pulsante di forme e cromie, conquistate in una lunga attività sperimentale. Il secondo elemento che contribuisce in maniera sostanziale a riscaldare ulteriormente l’attenzione del pittore per il fatto creativo è l’anno di permanenza a Neuchatel (Svizzera), dove ha modo di conoscere una serie di artisti, che gli mostrano una grande varietà di moduli operativi sulla superficie; la confidenza con il nudo dal vero gli apre orizzonti e prospettive che in seguito convergono in un’adozione del corpo, come elemento di “scrittura “ dello spazio fisico; questo esprime fin dall’inizio la capacità di diventare, di volta in volta, ambito di accadimenti poetici, intesi comi epifanie dello spirito che si concretizzano in sequenze di racconti, lasciati poi alla sensibilità definitoria di chi osserva.
La passione per la fotografia aggiunge poi l’ingrediente che dà struttura di credibilità all’immagine e, nel contempo , cattura attimi della cronaca colta nella casualità del quotidiano. Quel taglio compositivo resta anche nell’architettura del dipinto, dove si rimarca la connessione tra elemento luminoso e forme della realtà nella creazione di atmosfere, nelle quali vibra intensa la virtualità di un luogo, che è il territorio percorso dall’emozione prodotta dell’esistente, anche dai suoi riflessi più consueti. Per questo la rassegna” La luce tra spazio fisico e virtuale” sintetizza nel titolo un segmento concettuale che unisce due polarità antagonistiche, eppur strettamente congiunte in una poetica, dominata proprio dalla luce. La ricerca si fonda sulla possibilità di utilizzare una sorta di diario di registrazione di fatti, episodi, persone ,circostanze climatiche, atmosfere umane, su cui poi Sgarbossa elabora un proprio mosaico di sensazioni visive, incanalate in precisi ambiti d’osservazione. Il sole è protagonista assoluto delle opere, proprio per la cura dell’arFabrizio Del Bimbo tista di scegliere i momenti della giornata, in cui i raggi filtrano obliquamente, dando alle figure la possibilità di affermatesi anche in virtù delle ombre lunghe che ne protendono i lineamenti sul piano. Queste risultano sempre fattori attivi nell’economia del dipinto, dove il chiaro e lo scuro sono derivazioni da un’unica matrice, la fonte che dà sostanza volumetrica alle forme, facendole vivere in un contesto di fisicità, dentro il quale si attiva ogni volta quel circuito sottilissimo di comunicazione con la virtualità del quadro, per quel dialogo sommesso dei soggetti umani con se stessi, con l’ambiente in cui sono inseriti, con la luce che talora li esalta nelle rispettive fattezze, nei gesti, nelle pose, negli abbandoni a una sospensione tra il peso della realtà e la leggerezza del pensiero che essi medesimi stimolano. Lo sguardo meticoloso al dettaglio raggiunge esiti virtuosistici nella resa di corrispondenza con l’esistere e ciò è pienamente verificabile in numerosi interventi, che possono avere valore esemplare: il tatuaggio che trapela dalla rete delle calze, l’evidenza dei muscoli tesi nello sforzo di un passo di danza, l’espressione di volti impegnati a interpretare un balletto classico, i panneggi di una tela bianca che funge da metaforica alcova, la tessitura di un pavimento ligneo sulla cui lucidità si specchiano le presenze ritratte. la vena di Sgarbossa incide in quell’area magica che trasforma qualsiasi spazio, anche quello esterno, in un perimetro privato, nei cui ritmi ed emergenze l’artista ritrova il modo per una sintonia con i propri battiti personali. Da questo punto di vista, quando una scena del reale viene trasposta sulla tavola, cessa di essere racconto e diviene scatto emotivo, guizzo sensoriale, evocazione di uno slancio poetico impegnato a neutralizzare la ponderalità del reale per assegnargli la levità tipica di un afflato lirico, portato a dare dimensione spirituale alle cose, anche a quelle ascritte alla categoria dello scontato: una sequenza di ciottoli, inquadrati in una prospettiva geometrica come scansione dello spazio cittadino, una porzione di mercato ripresa nel momento di maggior afflusso, una dislocazione di lastre lapidee poste a pavimentare un ambito urbano, i particolari di una tappezzeria apparentemente marginale nel contesto compositivo, ma eletta a nucleo di relazione dialettica intensa  con le altre componenti del dipinto. Nella sua riflessione, l’artista indugia sul contrasto di alcune evidenze che va a considerare con l’acutezza di uno spirito critico, spinto a volte al piacere di un gioco di bilanciamento significante fra estremi. Ne sono esempi chiari la proposta di una megalopoli orientale, sempre e comunque in fibrillazione dinamica, e di squarci di provincia, dove le ore del silenzio collimano con la necessità di assaporare il gusto del bozzolo protettivo della casa. I contorni delle tematiche allargano le proprie linee progettuali andando a fissare appunto il senso sintomico offerto dalla realtà di ogni giorno, da quello più familiare a quello più remoto, inquadrando circostanze in dialettica relazione tra loro: posa e movimento, emblemi della civiltà di ieri e di oggi. Certamente l’artista cattura con la macchina fotografica istantanee che contengono il germe per un’avventura della fantasia e gli scatti mai sono casuali, ma inseriti in un contesto, dove i protagonisti recitano secondo un copione direttamente ispirato dal pittore. Il suo racconto si snoda attraverso spazi, in cui trova motivo per entrare in sintonia con frequenze molteplici: il fascino di un tempo andato, non ancora costretto dallo strapotere della tecnologia, che vive su meccaniche reali e virtuali, tutte differenti da oggi. La locomotiva a vapore è il giocattolo di sempre, il simbolo della voglia di andare, di consumare le lontananze tra poli distanti in viaggi fantastici; il mezzo che aveva dato ai futuristi linfa intellettuale per le loro epiche della velocità  è lì ad alimentare  i sogni di oggi, esibendo un’anima che sbuffa e con il vapore dilata a dismisura gli effetti di luminosità del quadro; qui i chiaroscuri sono tutti impostati per dare pregio al ruolo prevaricante della luce, che accarezza oggetti e persone dando loro volume e fisionomia anche nel movimento. mentre gli autoritratti o i ritratti (un genere congeniale alla capacità di interpretare il carattere delle persone) contengono il pregio di un equilibrio seducente fra la fedeltà al soggetto e la libertà di innestarvi, da parte dell’autore, la propria intelligenza interpretativa. Uno degli ambiti di indagine preferito da Antonio Sgarbossa è proprio il fattore dinamico, relativo all’impostazione della sua pittura. La sua straordinarietà è data soprattutto da un uso del colore che, al primo impatto, dà l’illusione di una tendenza al monocromo, mentre in effetti è” una soluzione pulviscolare di tinte e di nuances, impastate sovente con olio di lino e cera liquido, che avvolgono la composizione in un abbraccio caldo e lieve.
 
Fabrizio Del Bimbo

mercoledì 11 settembre 2019

Amore Passione e sentimento. Da Hayez a Cremona e Previati al Palazzo della Meridiana di Genova


Dal 13 settembre 2019 al 6 gennaio 2020
Palazzo della Meridiana di Genova 
 
L’amore, un tema che da sempre ha ispirato generazioni di poeti, musicisti e pittori. Dal 13 settembre 2019 al 6 gennaio 2020 a Palazzo della Meridiana di Genova

Pittori come Francesco Hayez, il Piccio, Tranquillo Cremona, Gaetano Previati, Giovanni Segantini, oltre 60 opere tra dipinti e disegni, provenienti da collezioni private e musei per ammirare e indagare sull’amore nella mostra Amore Passione e Sentimento. Da Hayez a Cremona e Previati a cura di Simona Bartolena.

Un vero e proprio viaggio dalla mitologia agli episodi di romanticismo quotidiano una fotografia di un’epoca con i suoi sogni, le sue passioni, le sue paure, i suoi vizi e le sue virtù, l’amore visto in senso passionale o materno, idilliaco o trasgressivo tra gli inizi del 1800 e gli inizi del Novecento. Dal 13 settembre 2019 al 6 gennaio 2020 al Palazzo della Meridiana di Genova.


Fabrizio Del Bimbo

giovedì 5 settembre 2019

Arte e bellezza, binomio vincente a Pitti Fragranze 17


Pitti Fragranze n.17
Dal 13 al 15 settembre 2019 alla Stazione Leopolda nuovo appuntamento con Fragranze il salone evento di Pitti Immagine che porta a Firenze le migliori proposte della profumeria artistica internazionale


Alla Stazione Leopolda, un palcoscenico unico, una platea speciale, un punto d’incontro selezionato e autorevole dedicato alle migliori proposte della profumeria artistica
le novità per la bellezza e il benessere, le linee skincare più esclusive, presentate da circa 170 tra le maison e i brand più qualificati, ma anche dai nuovi talenti del panorama mondiale.

Da venerdì 13 a domenica 15 settembre, Pitti Fragranze è l’appuntamento imperdibile che ogni anno richiama a Firenze i nomi di punta del settore e i nasi più prestigiosi, per confrontarsi sulle nuove tendenze e sulle esperienze più avanzate della profumeria selettiva, e sul legame tra fragranze e lifestyle oggi.

Il tema di Pitti Fragranze 2019:
Il velamento è essenziale per la bellezza, impedisce che venga denudata e svelata. 
(Walter Benjamin)
L’immagine che racconta la nuova edizione nasce e si sviluppa intorno al binomio di arte e bellezza. Il bello come armonia, una realtà dinamica e mutevole, nella quale dobbiamo imparare ad essere e a muoverci. Per il nuovo visual, il graphic artist Diego Soprana si è ispirato all'arte di Antonio Canova e di Gian Lorenzo Bernini: il contatto e l’intreccio come essenze sulla pelle, il classico contemporaneo, il sublime e il velamento.

Pitti Fragranze racconta le esperienze olfattive più avanzate,  tra mercato e cultura
“Pitti Fragranze è sempre di più il luogo per eccellenza dove scoprire le novità della profumeria artistica internazionale e le sue esperienze più avanzate – dice Agostino Poletto, direttore generale di Pitti Immagine – dai nomi di riferimento del settore ai brand emergenti, che si danno appuntamento a Firenze assieme alla comunità internazionale dei protagonisti dell’high beauty e della sua dimensione più lifestyle. Questa edizione riconferma i suoi punti fermi: grande selezione e attenzione alla qualità dei prodotti, accanto a uno scouting internazionale di alto profilo. E poi c’è il programma eventi sulla cultura olfattiva contemporanea, sempre più ricco e sfaccettato, a rendere Pitti Fragranze un osservatorio davvero unico. Dallo special guest di questa edizione, un maestro indiscusso come Jean-Claude Ellena, di cui presentiamo la prima grande retrospettiva, fino al calendario dei Fragranze Talks, con un focus sulla dimensione più avanzata del retail in profumeria – dalla formazione dello staff al design degli spazi fisici e virtuali – sullo skincare e tanto altro ancora. Vi invitiamo a immergervi e vivere dunque l’esperienza del salone, assieme a quella delle iniziative in città per La Città delle Fragranze!”.

I NUMERI dei buyer 
L’ultima edizione del salone, nel settembre 2018, ha registrato un totale di circa 2.150 compratori da più di 50 paesi; di questi quasi 700 quelli provenienti dall’estero.
La classifica dei mercati di riferimento del salone vede in testa la Francia, seguita da Germania, Russia, Spagna, Svizzera, Regno Unito, Ucraina, Emirati Arabi, Olanda, Giappone e Stati Uniti.

I BRAND di Pitti Fragranze
Tra i MARCHI che partecipano a questa edizione segnaliamo:
Acampora Profumi, Alysonoldoini, Anima Vinci, Anna Paghera, Antonio Alessandria Perfums, Atelier Oblique, BDK Parfums, Bentley Fragrances, Biehl, Björk & Berries, By Terry, Caron, Ciro, Coola Suncare, Czech and Speake, David Jourquin, Diana Vreeland, D.S. & Durga, Edward Bess, Ella K Parfums, Essenzialmente Laura – L. Bosetti Tonatto, Evidens de Beauté, Farmacia SS. Annunziata dal 1561, Fragonard, Flumen, Hervè Gambs, Goti, Goutal, Il Profvmo, In House Fragrances, Ingrid Millet, Insium, Jardin de France, Kajal Perfums, L’Arc Parfums, Laboratory Perfumes, Lalique Parfums, Liquides Imaginaires, Marcel Franck, Mariella Marinato, Miller Harris, Olivier Durbano, P. Frapin & Cie Parfums, Parfum Dusita, Patyka, Peccato Originale, Place des Lices, Rebatchi, Scent Bar, Sjal Skincare, T. LeClerc, Teatro Fragranze Uniche, The Different Company, The Gate Fragrances Paris, Timothy Han / Edition, Verdùu, Widian AJ Arabia, Zarkoperfume, 2787 Perfumes.

Tra i NOMI NUOVI e i RIENTRI al salone:
Activist, Alex Simone, Apothia, Beaufort, Boadicea The Victorious, Byredo, Catherine Omai, Diptyque, Dorin, E.Marinella, Essential Parfums, Familia-Familia, Henua, Hermetica, Ipsum, Julisis, Heinrich Barth, L’Artisan Parfumeur, Le Prunier, Les Nereides, Lladrò, Lucien Ferrero Maître Parfumeur, Marine + Vine, Mendittorosa, Moth and Rabbit, Nuori, Omorovicza, Pekji, Penhaligon’s, Radice Apothecary, Regalien, Révive, Rivoli Genève, Stories By Eliza Grace, Ubuna, Washington Tremlett, Welton London, XPEC, 8 Faces.

SPRING: focus sui nuovi talenti
E’ l’area del salone riservata ai nomi nuovi, alle linee di fragranze da poco lanciate su mercato e al primo appuntamento con il pubblico internazionale, selezionate da Pitti Immagine per intercettare le esigenze di novità dei buyer più attenti alla ricerca.

Tra i brand che partecipano a questa edizione di SPRING:
Aqua dos Açores Atlantic Ocean, Acqua delle Langhe, AER Scents, Atelier Materi, Bohoboco Perfume, Bravanariz, Coreterno, Francesca Bianchi, Mésonsol, Parco 1923, Prosody London, Sana Jardin, Step Aboard.

Gli EVENTI e i PROGETTI SPECIALI di questa edizione:
JEAN-CLAUDE ELLENA. Una retrospettiva 
Maestro indiscusso, talento riconosciuto in tutto il mondo, autore di profumi best seller e anche di libri profumati, Jean-Claude Ellena è l’artista olfattivo più importante della fine del XX e dell'inizio del XXI. Sarà ospite speciale di Pitti Fragranze con la prima grande mostra retrospettiva a lui dedicata, curata da Chandler Burr, perfume critic e ambassador di Pitti Fragranze. I capolavori olfattivi della sua carriera e una serie di immagini che ripercorrono la vita del maestro saranno al centro di un’installazione esperienziale negli spazi della Stazione Leopolda. In questa speciale occasione si terrà anche una conversazione / intervista condotta da Chandler Burr, per raccontare l’ineffabile storia dei suoi profumi, e la presentazione della sua ultima inconfondibile creazione, “Rose & Cuir” per Editions de Parfums Frédéric Malle.

_ “Jean-Claude Ellena. Una retrospettiva” 
13 / 15 settembre – ore 10.00 / 18.00
Stazione Leopolda
Inaugurazione: venerdì 13 settembre – ore 11.30    

_ TALK / Chandler Burr in conversazione con Jean-Claude Ellena
Venerdì 13 settembre – ore 18.00
Spazio Conferenze, Stazione Leopolda

_ Presentazione della nuova fragranza 
“Rose & Cuir” di Editions de Parfums Frédéric Malle
Sabato 14 settembre - ore 11.00
Spazio Conferenze, Stazione Leopolda                                                                                  
                                                                                                            

Woods, nella Foresta Profumata
RAW, il format di Pitti Fragranze che dà spazio alle più importanti materie prime del profumo, rende protagonista il legno, al centro di tante creazioni olfattive. MANE - azienda francese leader mondiale nella creazione e produzione di fragranze e aromi, gestita dalla famiglia Mane da oltre 145 anni – racconta a questa edizione i sentieri dei ‘legni’: driftwood, cedro, sandalo e molti altri, tra provenienze, segreti, tendenze e orientamenti.

Presentazione a cura di:
Cyril Gallardo (Ingredients Director EMEA - MANE)
Véronique Nyberg (Vice President Creation Fine Fragrances EMEA - MANE)
Mathilde Voisin (Marketing Manager Ingredients – MANE)

Venerdì 13 settembre settembre - ore 10.30
Spazio Conferenze, Stazione Leopolda

Osservatorio Fragranze
Nuova puntata sulla dimensione economica della profumeria artistica 

Seconda edizione per l’Osservatorio promosso da Pitti Immagine e condotto dall’economista Marco Ricchetti. Prosegue l’indagine sulla dimensione economica del settore della profumeria. 



Fabrizio Del Bimbo

mercoledì 4 settembre 2019

Presentata la 7/a edizione de La Marzocchina



Due ruote, un paesaggio da cartolina e buon cibo gli ingredienti della settima edizione della corsa non competitiva a partecipazione gratuita, in programma sabato 7 e domenica 8 settembre 2019. Partenza domenica 8 da San Giovanni Valdarno. Tre i percorsi studiati sia per i meno che per i più allenati: la Marzocchina “classica” di 42 km, l’intermedia di 72 e la lunga di 107. Tra gli angoli inediti da scoprire, i 20 km di strade bianche chiuse al traffico all’interno dell’area mineraria di Santa Barbara, recuperata grazie al lavoro di Enel.


 Nessuna crisi del settimo anno per La Marzocchina, la ciclo-storica a partecipazione gratuita che sabato 7 e domenica 8 settembre 2019 porterà centinaia di appassionati a percorrere le campagne del Valdarno Superiore, con la regia della Confcommercio della provincia di Arezzo e della Pro Loco di San Giovanni Valdarno, il patrocinio di Regione Toscana, Camera di Commercio di Arezzo-Siena, Comuni del Valdarno e il contributo di Enel, Moretti srl, Savini e altri sponsor privati (Mariani, H901 Fitness Club e Staderini Auto).

La manifestazione non competitiva giunge infatti quest’anno alla sua settima edizione con un numero crescente di iscritti (erano circa 500 nel 2018, una cifra ormai superata quando ancora mancano alcuni giorni al via) e si presenta con il consueto fascino un po’ vintage della scampagnata tra amici con vecchie bici d’epoca, a percorrere dolci colline, antichi borghi e la piana dell’Arno.

A presentarla il 3 settembre 2019 a Firenze, nella conferenza stampa organizzata a Firenze nella sala Barile del palazzo del Pegaso, c’erano il presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani con la vicepresidente Lucia De Robertis e il consigliere Simone Tartaro, il sindaco di San Giovanni Valdarno Valentina Vadi, il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni, il presidente della Confcommercio sangiovannese Paolo Mantovani, il responsabile dell’area ex mineraria Enel Claudio Teloni e il responsabile de “La Marzocchina” Alessio Papi.

Tra i punti di forza della Marzocchina, i 20 km di strade bianche chiuse al traffico all’interno dell’area mineraria di Santa Barbara, nel comune di Cavriglia, recuperata grazie all’importante lavoro svolto da Enel, che ha permesso di realizzare un percorso sicuro immerso nel verde di un angolo inedito di Toscana, nell’ambito del più ampio progetto di riqualificazione che prevede la valorizzazione dell’area dal punto di vista turistico, sportivo e naturalistico. E proprio Enel, presente sul territorio con le attività di produzione e distribuzione di energia elettrica e con i Punti Enel distribuiti in Valdarno, sostiene l’iniziativa che unisce i valori dello sport, della cultura e dell’arte.

I PERCORSI



1.    LA CLASSICA 42 KM

Il percorso tradizionale, lungo 42 km, permette a tutti i partecipanti di percorrere il tratto “speciale” chiuso al traffico all’interno dell’area mineraria della centrale Enel di Cavriglia e di godere dello splendido ristoro nel vecchio borgo di Castelnuovo.



2.    L’INTERMEDIA 72 KM

Percorso di media difficoltà che unisce il fascino dell’area mineraria alla bellezza delle strade bianche e immerse nel verde. Oltre al tratto “speciale” chiuso al traffico della miniera Enel di Cavriglia ed al ristoro nel vecchio borgo di Castelnuovo, i partecipanti potranno attraversare il borgo di Montegonzi e altre aree.



3.    LA LUNGA 107 KM

La Lunga è il percorso più complesso di cui quasi il 50% di strade bianche. Nella prima parte sono compresi il tratto speciale nella miniera Enel e il ristoro nel vecchio borgo di Castelnuovo. A seguire, bellissime strade bianche toccando borghi incantati e località suggestive come Montozzi e Migliarina, fino a raggiungere la piazza di Pergine Valdarno.



“Questa manifestazione – ha spiegato il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani in apertura della conferenza stampa – insieme alla più blasonata Eroica e alle altre ciclostoriche che si organizzano in regione, contribuisce a fare della Toscana un marchio di livello mondiale di questo segmento dell’offerta ricreativa e turistica”.



“È una manifestazione importante per tutto il territorio del Valdarno Superiore; non è solo un momento di sport, ma soprattutto un momento per scoprire luoghi poco battuti dal turismo tradizionale e che sa unire storia, arte, ambiente e cucina”, ha detto il consigliere regionale Simone Tartaro. “Ci auguriamo che il successo della manifestazione sia di aiuto per portare a compimento il progetto ‘Valdarno Bike’, che speriamo diventi un traino turistico fondamentale per tutto il territorio del Valdarno Superiore”, è stato l’auspicio del sindaco di San Giovanni Valdarno, Valentina Vadi.



“Due ruote, polvere, buon cibo e un paesaggio da cartolina saranno anche questa volta gli ingredienti di base della Marzocchina, che si sta ritagliando uno spazio di gradimento sempre più ampio fra gli appassionati di cicloturismo, accendendo i riflettori su una terra bellissima e per certi versi ancora poco conosciuta come il Valdarno Superiore”, ha sottolineato il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni.



“Anche per questa edizione proporremo tre tracciati pensati sia per i meno che per i più allenati, con partenza unica da piazza Masaccio a San Giovanni Valdarno”, ha spiegato Alessio Papi, che insieme al collega imprenditore Francesco Fabbrini è ideatore e organizzatore della ciclostorica, “la Marzocchina ‘classica’ di 42 km, ‘l’intermedia’ di 72 e la ‘lunga’ di 107 km. Percorsi che toccano gli angoli e i borghi più suggestivi nella vallata, con alcuni ciclo-ristori dove i partecipanti potranno rifocillarsi con le specialità enogastronomiche della nostra terra”.

Fabrizio Del Bimbo 

La cerimonia del 39/o Premio Nereo Rocco



Platea gremita nell’auditorium del Centro Tecnico di Coverciano dove si è celebrata la 39esima edizione del premio Nereo Rocco, uno dei più longevi in Italia.
Una manifestazione legata al torneo Giovanile internazionale, quest’anno vinto dalla Sampdoria e da sempre punto di riferimento per chi intende il calcio anche dal punto di vista culturale e sociale.
Due i premi nel mondo chiantigiano: quello speciale al Grassina che lo ha ritirato con il presidente Tommaso Zepponi e il mister Matteo Innocenti, e quello al tavarnuzzino Leonardo Semplici come personaggio emergente.
Leonardo Semplici premiato dall’assessore Guccione e dal presidente Mangini
Non a caso, Paolo Mangini, presidente del Crt della Lnd ha sottolineato: “Tanti dei premiati di questa importante manifestazione vengono dal mondo dei dilettanti, cito la società del Grassina, mi preme ringraziare Francesco Franchi, vicepresidente LND, un dirigente Figc voluto fortemente da questa regione e dal compianto Fabio Bresci che sempre è stato vicino al Nereo Rocco, che da due anni ci ha lasciato e di cui Franchi è il degno è naturale successore”.
Mangini sedeva al tavolo della presidenza insieme a Maurizio Romei presidente della Settignanese società organizzatrice, insieme all’assessore allo sport di Firenze Cosimo Guccione e Di Piazza– sindaco di Trieste città di Nereo Rocco e Ferrruccio Valcareggi, al presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani.
Il Premio Nereo Rocco per l’arbitro di sicura affidabilità Mirko Borghi, il Diavolo d’argento ad Armando Colotta Emanuele Medici e Roberto Mercuri, il premio speciale Settignanese alla US Grassina, il premio Nereo Rocco Città di Firenze a Francesco Franchi, quello per il personaggio emergente a Leonardo Semplici, quello per il giornalismo sportivo a Marco Civoli, quello per la carriera sportiva a Giuseppe a Bergomi, quello per lo sport a Federico Chiesa impegnato in nazionale e sostituito sul palco da Giancarlo Antognoni.
Significativo il ringraziamento di Francesco Franchi che ha ricordato la figura del padre Artemio, quella di Ferruccio Valcareggi e come insieme alla Lega Pro e al presidente Ghirelli, stia sorgendo un museo legato all’anno Fondazione Artemio Franchi. Anche a Ghirelli come alle sue collaboratrici è stato consegnato un riconoscimento. Un ricordo è stato consegnato anche ai figli di Ferruccio. Fiorella, Francesco, Furio.



Fabrizio Del Bimbo

martedì 3 settembre 2019

Da Sileno Cheloni Sex and Fragrance party


SEX AND FRAGRANCE PARTY
Sabato 14 Settembre dalle ore 14:00 alle ore 20:00
Via San Niccolò 72R


Sileno Cheloni illustra la liaison tra sensualità e note profumate in occasione di Pitti Fragranze. 
Il Maestro Profumiere Sileno Cheloni, dopo il successo di Sangue Blu presentato a Gennaio inoccasione di Pitti Uomo, torna a far sognare con un’esclusiva performance carica di sensualità
volta a sottolineare il connubio da sempre esistente tra profumi e passione, dal titolo “Sex and Fragrance”.
Un cocktail party il 14 Settembre presso il suo Atelier nella storica Via San Niccolò,   nel    centro
di Firenze in cui il Maestro Profumiere intrattiene i suoi ospiti attraverso un viaggio tra note profumate e ricordi, emozioni e stati d’animo.
Nel gioco della seduzione, il ruolo più importane viene giocato dai sensi e il primo fra tutti è proprio l’olfatto. L’olfatto ha la straordinaria capacità di evocare immagini e stati d’animo
riportando alla mente sentimenti, desideri, storie d'amore, luoghi , persone, sguardi.
“Il profumo ha una forza di persuasione più convincente delle parole, dell’apparenza, del
sentimento e della volontà.” - afferma Patrick Suskind nel libro “Il Profumo”- “Non si può
rifiutare la forza di persuasione del profumo, essa penetra in noi come l’aria che respiriamo penetra nei nostri polmoni, ci riempie, ci domina totalmente non c’è modo di opporvisi”.
Sileno Cheloni ci invita a stimolare le nostre emozioni e desideri più nascosti usando come arma di seduzione l’avvolgente profumo delle sue materie prime attraverso le quali realizza delle vere opere d’arte.
Dietro ogni essenza si nasconde una bellissima storia d’amore data alla luce grazie alla perfetta combinazione tra raffinate materie prime e un’attenta ricerca tra i più remoti angoli del mondo come la rarissima Rosa di Taif o il vero incenso dell’Oman.


Fabrizio Del Bimbo

Le novità della Summer di TAP Air Portugal presentate insieme a Toscana Aeroporti

Salgono a dieci i collegamenti settimanali da Firenze a Lisbona    TAP Air Portugal, vettore membro di Star Alliance, ha presentato ieri ser...