giovedì 27 febbraio 2020

Leonardo Vincit

“Leonardo Vincit” é un omaggio al genio da Vinci tra arte, musica e psichiatria
Si svolge venerdì 28 febbraio a Palazzo Ridolfi


L' evento “Leonardo Vincit” è un connubio tra arte e musica sulle tracce del genio da Vinci. E’ in programma venerdì 28 febbraio dalle ore 17 l’iniziativa promossa dalla Venerabile Compagnia dei Quochi, in collaborazione con la Società Dante Alighieri, Comitato di Genk Belgio, Palazzo Cosimo Ridolfi e l’Accademia d’arte di San Pietroburgo. L’evento sarà ospitato nella Sala Brunelleschi di Palazzo Cosimo Ridolfi, via Maggio 15.
In programma una expo di artisti contemporanei in omaggio a Leonardo: S. Alfarone, V. Avetis, C.B. Corradi, A.L. Corsi, M. Engelen, A.C. Lenaz Nerodiseppia, A. Raso, G. Scioratto Themorbelli. Nel corso della serata previsto anche un concerto dal vivo del compositore W. Bongaerts. Sarà poi proiettato il docufilm “Nella mente di un genio”, a cura dello psichiatra D. Gennaro.
Seguirà momento conviviale.

Del Bimbo Fabrizio

sabato 22 febbraio 2020

Chorus Ballet a Danza in Fiera




Nella Fortezza da Basso gran finale della manifestazione con stage, audizioni e conferenze 




I Choros Ballet e Carla Fracci sono gli appuntamenti clou di domenica 23 febbraio, ultimo giorno di Danzainfiera 2020, un’edizione che lascerà il segno per il grande successo di pubblico e la qualità dell’offerta di appuntamenti e incontri. Alle ore 14 nell’Area Incontri del Padiglione Terra i Choros Ballet incontreranno i loro fan. Con più di 80mila iscritti al canale e oltre 16 milioni di visualizzazioni, i famosi ballerini Youtubers sono ormai un fenomeno ‘social’, ma non solo. Con i loro video divertenti, tutorial e coreografie sono riusciti a raccontare, come nessuno prima, la vita quotidiana dei ballerini nell’era del web 3.0, promuovendo e divulgando la danza in tutte le sue forme e stili in maniera nuova, spontanea, originale. Grazie alla viralità e accessibilità dei video in rete la danza è diventata un fenomeno pubblico. Nei video dei Choros lo spettatore non è più solo il pubblico pagante del teatro, ma chiunque possegga un dispositivo dotato di connessione ad Internet. 
Tiziano Casu, Shinhai Ventura e Michele Prudente (i Choros quasi al completo) racconteranno la loro storia, com’è nato il loro progetto e che obiettivi hanno per il futuro.
Alle ore 15 un appuntamento toccante: a Danzainfiera sarà consegnato un paio di scarpette molto speciali, che andranno ad arricchire la preziosa collezione del Museo dell’Accademia Vaganova di San Pietroburgo. In particolare saranno consegnate al museo le scarpe indossate da Carla Fracci in Eleonora Duse – Isadora Duncan, adieu et au revoir, balletto andato in scena con la regia di Beppe Menegatti al Teatro Mercadante di Napoli, per conto del Teatro di San Carlo, il 15 febbraio 1990.
Sarà  l’ambasciatore culturale in Italia dell’Accademia Vaganova Riccardo Riccardi - che ha fortemente voluto questa donazione - a consegnare ufficialmente le scarpette alla presenza della direttrice dell’accademia Zhanna Ayupova, star di Danzainfiera2020 e della direttrice Generale del Museo, Elena Adamenko.
Gli appuntamenti della giornata cominceranno alle ore 9,45 nell’Area Incontri con la conferenza di presentazione del progetto BAC, Ballet & Arts Certification. Interverranno i Primi ballerini del Teatro alla Scala di Milano Marta Romagna, in qualità di Presidente onorario BAC, docente e commissario, e Alessandro Grillo, direttore artistico e didattico BAC, docente e commissario. BAC certifica la danza accademica e ha l’obiettivo di diffondere la qualità del percorso didattico nelle scuole di danza private. 
C’è spazio anche per la formazione con l’incontro, programmato alle ore 10,30, “La formazione nella danza: quali prospettive?”, curato da AIDAF Agis. Sul pieno riconoscimento normativo delle scuole di danza parleranno la docente e coreografa Amalia Salzano e l’esperto di diritto d’autore Davide Rossi.
Alle ore 10,45 nello stand Street Studio del Padiglione Urban Laccio terrà un Laboratorio Danza&Video in cui si cimenterà nell’interazione con la camera: durante tutta la lezione verranno studiati movimenti a favore della ripresa, in modo da preparare artisticamente e tecnicamente il danzatore allo scambio con l’obiettivo. 
Alle ore 11,15, nella Sala della Scherma, Zhanna Ayupova terrà uno Stage Classico per ballerini dai 14 anni in su.
Ancora un incontro, alle ore 12.00, stavolta con Valentina Vernia. Più nota come Shadesofbanana, la ballerina di Amici 18 promette un’intervista imperdibile.
Come si fa ad andare a ballare in America? L’incontro delle 12.00 “Dance your way to the U.S.A.” con il direttore dell’Italian International Dance Award Antonio Fini chiarirà i tanti dubbi sulle modalità di lavoro negli Stati Uniti.
L’evento successivo, alle ore 13,00 è la presentazione del Libro “Music for Ballet Class – Metodo Sava”: l’ideatrice del metodo Monica Sava e il maestro Sandro Cuccuini saranno introdotti da Francesco Borelli.
Non dimentichiamo che domenica sarà il Tango Day: alle ore 16 nel padiglione Cavaniglia Palazzetto comincerà una serie di appuntamenti con gli amanti della milonga seguita da un live di Barrio Porteno.
Da menzionare ancora le due grandi mostre allestite nel Padiglione Terra: quella del Museo del Vaganova Ballet Academy che porterà alcune delle scarpette storiche del proprio museo e “Inside 15 ( We made it Possible)”, la rassegna di scatti che rende omaggio a quindici anni di amore e passione. Sulla parete dedicata a Danzainfiera 2020 il racconto sarà creato live durante i giorni di fiera. La parete è composta e riempita ogni giorno dalle foto più belle dell’evento e sarà un mix di volti di visitatori, ospiti, momenti di scena. E’ in pieno svolgimento un contest sui social dove i visitatori di Danzainfiera saranno invitati a postare le proprie fotografie dalla fiera su Instagram con l’hashtag #DIFinside15 e le più belle saranno scelte e andranno a comporre l’ultimo capitolo della mostra.

Fabrizio Del Bimbo
Nicoletta Curradi


giovedì 20 febbraio 2020

Dal 20 al 23 febbraio Danza in Fiera alla Fortezza da Basso




Dal 20 al 23 febbraio, alla Fortezza da Basso, torna Danza in Fiera, il più grande evento internazionale dedicato alla danza. Giunta alla quindicesima edizione, la fiera è un appuntamento fisso non solo per i ballerini, ma per scuole, professionisti del settore, compagnie e aziende, punto d’incontro di tutti i gli stili di danza.


DIF 2020

Dagli espositori agli spettacoli, dagli incontri alle masterclass e poi ancora lezioni, stage, spettacoli, gare e contest, audizioni, incontri, rassegne, sfilate, casting: a DIF è presente un ricco calendario di appuntamenti da non perdere per chi ama o lavora in questo settore. Tra i concorsi e i contest, saranno presenti showcase, come quello di giovedì 20 dedicato alla modern dance, oppure il consueto appuntamento con l’Expression International Dance Competition 2020 (venerdì 21, sabato 22 e domenica 23 sempre a partire dalle h 9:00) al quale potranno partecipare danzatori dai 6 anni in su per le discipline di classico, contemporaneo, modern, jazz, hip hop e street e breackdance. Tra le novità anche il Burlesque Contest (sabato h 18:00). Numerose anche le audizioni, tra cui quella per la Lyric Dance Company, la Joffrey Ballet School, la Kiev State Choreographic School, l’Opus Ballet, la Rome International Dance Academy o per la The Ailey School di New York. Inoltre, venerdì 21, si potrà partecipare anche ai casting per Italia’s Got Talent ( h 9:30).

Lezioni e stage

Per chi intende approfondire un percorso, sono previste numerose lezioni con maestri di fama internazionale, gratuiti o a pagamento. Dal repertorio classico al modern contemporaneo, e poi ancora hip hop, break dance, flamenco, tip tap: a Danza in Fiera potrete partecipare a workshop di tutte le discipline. Diversi appuntamenti sono rivolti anche agli insegnanti, come l’evento dedicato alla musica relazionata al balletto o l’appuntamento dedicato alla Tecnica Vaganova. Tra i laboratori, anche quello che approfondirà il connubio Danza&Video.

Gli ospiti di DIF

Si parte venerdì 21 con Ye Ran, celebre artista e insegnante di danza tradizionale cinese, che presenta le danze di Dunhuang (h 15:30); un evento molto importante questo che nasce in occasione del 50° anniversario delle relazioni diplomatiche tra l’Italia e la Cina. Alle 16:30, sempre di venerdì 21, incontro con Tracy Inman, direttore dell’Alvin Ailey School di New York, alle 17:30, invece, DanceHaus presenta “A Dancing Tale”, un docu-film di Salvatore Lazzaro.

Sabato 22, l’incontro più atteso è certamente quello con Natalia Osipova (h 10:00), prima ballerina presso il Royal Ballet di Londra e il Teatro Michajlovskij di San Pietroburgo; si continua, alle 14:00, con la tavola rotonda “Lavorare nella danza” con numerosi ospiti. La domenica, alle 11:00, Dance your way to the U.S.A., un appuntamento su come fare per lavorare negli Stati Uniti d’America.

Info utili

Danza in Fiera, quest’anno, sarà presentata nelle giornate del 20, 21, 22 e 23 febbraio 2020.

Apertura:

giovedì, 15:00 > 20:00

venerdì, sabato e domenica, 9:00 > 20:00

Biglietti:

L’acquisto del biglietto dà accesso all’evento per il/i giorno/i in cui è stato acquistato. Il biglietto singolo si acquista direttamente alla biglietteria della fiera, mentre i biglietti per i gruppi si acquistano in prevendita online sul sito

ingresso 1 giorno: 18 €

ingresso 4 giorni: 45 €

Bambini 8/12 anni: 12 €

Bambini sotto gli 8 anni e diversamente abili: gratuito

Ridotto per gruppi 12 €

Contatti:

0574.575618 | info@danzainfiera.it.

Per maggiori informazioni sul programma visitare il sito www.danzainfiera.it



Fabrizio Del Bimbo 
Nicoletta Curradi 

mercoledì 19 febbraio 2020

Taste 15: dal 7 al 9 marzo torna il salone dedicato alle eccellenze del gusto






Dal 7 al 9 marzo 2020 torna una nuova edizione di Taste, il salone dedicato alle eccellenze del gusto e del food lifestyle organizzato da Pitti Immagine.
Alla Stazione Leopolda di Firenze, in occasione di Taste 15, si danno appuntamento i migliori operatori internazionali dell'alta gastronomia, ma anche il sempre più vasto e appassionato pubblico dei foodies.
Da Sabato 7 a Lunedì 9 Marzo 2020 alla Stazione Leopolda di Firenze andrà in scena la 15° Edizione di TASTE Firenze, il salone dedicato alle eccellenze del gusto, del food lifestyle e del design della tavola.
Taste è il salotto italiano del mangiare bene e dello stare bene, dove si danno appuntamento, ogni anno, i migliori operatori internazionali dell'Alta Gastronomia, ma anche il sempre più vasto e appassionato pubblico dei foodies..........
.......perchè oggi il Cibo è Cultura!
Taste Firenze, nella splendida cornice di una rinnovata Stazione Leopolda presenterà i prodotti e le novità di circa 400 aziende, selezionate tra le migliori produzioni di nicchia e specializzate provenienti da tutta l’Italia.
Un viaggio attraverso i sensi e le idee, alla scoperta delle tante e spesso nuove modalità in cui oggi si esprime e si sperimenta il gusto: tra tradizione e innovazione, tendenze e scuole di pensiero, attrezzature e tecniche professionali, food & kitchen design.
Al termine di quest'affascinante percorso enogastronomico ad attendervi ci sarà il Taste Shop, dove poter acquistare i prodotti in esposizione.
Orario di Mostra:
7 - 8 Marzo dalle 9.30 alle 19.30 - 9 Marzo dalle 9.30 alle 16.30
INGRESSO RISERVATO per operatori del settore orari dedicati!
Sabato: dalle 9.30 alle 14.30. Dalle 14.30 la fiera apre anche al pubblico generico
Domenica: dalle 9.30 alle 14.30. Dalle 14.30 la fiera apre anche al pubblico generico
Lunedi: ingresso anche per il pubblico generico dalle 9.30 alle 16.30.
Per il Pubblico Generico:
Sabato: dalle 14.30 alle 19.30
Domenica: dalle 14.30 alle 19.30
Lunedì: dalle 9.30 alle 16.30

Da segnalare anche FuoriDiTaste. Evento nell’evento a ogni edizione riesce ad animare Firenze e i suoi luoghi più celebri con cene, degustazioni a tema, installazioni, spettacoli e performance creative, dibattiti e tanti nuovi modi conviviali di interpretare il mondo del Food e del Gusto.

Fabrizio Del Bimbo



martedì 18 febbraio 2020

Segnali molto positivi dalla Chianti Classico Collection 2020


Chianti Classico Collection 2020 si chiude con numeri record
Le dichiarazioni del Presidente Manetti

Si è appena conclusa la 27a edizione della Chianti Classico Collection: un grande successo di pubblico, tra professionisti del settore e stampa specializzata e di settore. Circa 2500 i professionisti di settore presenti, tra ristoranti, buyer, enoteche, e circa 400 i giornalisti accreditati.



Il Chianti Classico si è raccontato con le parole del Presidente del Consorzio Giovanni Manetti, che ha salutato la stampa riassumendo lo stato di salute della denominazione.
Il 2019 si chiude in maniera positiva per il Gallo Nero: tutti i numeri sono in crescita.
A livello economico, è fin dalla vigna che si registra un aumento del valore: la vendemmia 2019 ha visto le quotazione delle uve aumentare del 10%, e negli ultimi tre mesi le vendite delle bottiglie sono cresciute di un altrettanto 10%. Si può dire che il traino economico siano le due tipologie premium, il Chianti Classico Riserva e il Chianti Classico Gran Selezione,  che rappresentano complessivamente il 42% dei volumi di mercato e il 55% del fatturato complessivo del 2019. La sola Gran Selezione guadagna 15 punti percentuali sul valore del venduto.
 “Soddisfazione è la parola chiave per il nostro 2019, con cui inauguriamo anche questo 2020.” Ha dichiarato Giovanni Manetti, Presidente del Consorzio. “La famiglia di noi produttori si allarga sempre più (515) e siamo sempre più uniti: ci presentiamo uniti in manifestazioni come questa, condividendo non solo un marchio ma una progettualità comune, legata a un territorio e a un percorso di qualità. Segnale evidente di questo è l’adesione sempre maggiore al progetto della Gran Selezione: in un solo anno le aziende che la producono sono salite da 95 a 144. La vera essenza di questo territorio e di questa denominazione è l’impegno di noi tutti viticoltori per produrre qualità: vini sempre più autentici e territoriali, che sanno riflettere nelle sue varie sfaccettature così come le varie sfaccettature di una pietra preziosa riflettono la luce”.


Tra i vini degustati, tutti di alto livello, si  segnalano Chianti Classico DOCG Riserva 2016 Brancaia, Chianti Classico DOCG  2016 Borgo La Stella, Chianti Classico DOCG 2p18 L'Erta di Radda e Chianti Classico DOCG Gran Selezione 2016 Le Filigare.  Una segnalazione particolare per Guidi 1929 per il grande impegno profuso in una produzione di qualità.


Fabrizio Del Bimbo 

Sguardi genovesi, splendidi ritratti a Palazzo della Meridiana a Genova


Al piano nobile del Palazzo della Meridiana a Genova è aperta fino al 28 giugno una stupenda mostra dedicata alla ritrattistica genovese dalla metà del Cinquecento alla prima metà del Settecento. “Da Cambiaso a Magnasco. Sguardi genovesi”, a cura di Anna Orlando, vuole raccontare Genova, fermando i volti del tempo. Stupisce da subito nella prima sala rivestita  di specchi il capolavoro di Luca Cambiaso “Autoritratto mentre ritrae il padre”, datato dalla critica intorno al 1570.  L’artista non rivolge lo sguardo allo spettatore e impugna l’attrezzo del mestiere con la sinistra nonostante usasse sempre la destra:  probabilmente era stato realizzato allo specchio. Balza subito all’occhio il collaretto: una striscia di tessuto rettangolare che orna il collo con un’arricciatura. Le  barbe sono  arrotondate e “vecchio stile” per il padre, alla moda per il figlio secondo gli usi della fine degli anni Cinquanta e Sessanta del secolo come viene anche dettagliato nel catalogo curato da Anna Orlando e Agnese Marengo con numerosi contributi scientifici. 



Seguono una quarantina di “sguardi genovesi” tra dogi, senatori, cardinali, capitani, poeti, dame, condottieri e bambini. I ritratti sono i selfie di allora, ha affermato Anna Orlando, una delle massime esperte di pittura genovese a livello internazionale, per definirli in modo anacronistico e banalizzante. In realtà i ritratti sono molto di più dell’immagine di qualcuno fissata nel tempo. Sono testi semantici di fascinosa complessità che recano in sé, oltre ai caratteri fisionomici dell’effigiato, anche una quantità di messaggi, diretti o nascosti che siano".
La visione di un ritratto genera, in chi lo guarda, diverse emozioni  suscitate dalle fattezze e dall'atteggiamento di colui che è effigiato.  Tuttavia comprenderne il significato intrinseco e il messaggio che reca in sé è un esercizio che richiede lunghe ricerche e un notevole bagaglio di conoscenze.  Ciò è vero soprattutto per la ritrattistica del Seicento, un'epoca in cui sia la letteratura, sia la pittura sono ricche di allegorie, ambiguità e doppi sensi.  I ritratti non sono semplici "fotografie" del tempo, anche se facilmente godibili. Se ben osservati nascondono i messaggi che il committente e il pittore vogliono comunicare, rivelandoci il carattere dei personaggi raffigurati, sia conosciuti, sia ignoti.
La nuova mostra di Anna Orlando per Palazzo della Meridiana, la quinta dal 2016 a oggi, restituisce così uno spaccato dinamico di Genova su più fronti. Dedica pure un angolo ai bambini, ricreando una cameretta  con un quadro in particolare ad altezza “0-12”,: “Bambino con il suo cane” di Domenico Fiasella, detto il Sarzana, di straordinario impianto compositivo e stato di conservazione. Tra le curiosità il collarino risvoltato del bambino  chiuso con nappine, dette pimpinelle e il giupponetto, la casacca chiusa da bottoni d’oro, che mostra anche la trama in un impressionante gioco di particolari.

Altra magnifica opera  “Annamaria Balbi Durazzo” di Giovanni Maria Delle Piane, detto il Mulinaretto tra paesaggi, pennellate generose e una particolare ttenzione al “Mantò”, al corpetto del “Grand-habit” che mostra la sontuosità degli indumenti tra broccati, pizzi e fuselli in oro e argento.
Nelle altre sale  una sfilata di personaggi illustri accanto a volti sconosciuti . Diversi i prestiti importanti dalle sedi istituzionali  come dai privati, tra cui Vittorio Sgarbi.
Oltre a tele di Cambiaso e Magnasco, sono in mostra le opere di Domenico Fiasella, Giovanni Benedetto Castiglione, Giovanni Battista Gaulli, Gio. Enrico Vaymer, Domenico Piola, Gio. Bernardo Carobene, Jan Roos, Bernardo Strozzi, il Mulinarettto e molti altri. L’allestimento comprende anche i supporti didattici redatti con la collaborazione di Michela Cucicea, Agnese,Marengo e Marie Luce Repetto.

La mostra rimarrà visitabile fino al 28 giugno con orario dal martedì al venerdì dalle 12 alle 19; sabato, domenica e festivi dalle 11 alle 19.

Fabrizio Del Bimbo 

domenica 16 febbraio 2020

Anteprime toscane, in 4mila a Chianti Lovers 2020

122 aziende e quasi 500 etichette, 206 in anteprima del Consorzio Vino Chianti


Il presidente del Consorzio Vino Chianti Giovanni Busi “Premia la scelta di aprire al grande pubblico"


"Chianti Lovers” l'anteprima del Consorzio Vino Chianti, in programma oggi alla Fortezza da Basso di Firenze e realizzata in collaborazione del Consorzio Tutela Morellino, ha confermato il grande successo dell'ultimo anno registrando oltre 4mila presenze.
In vetrina 122 aziende, 488 etichette in degustazione e 206 in anteprima. Protagonisti di questa 6a edizione, realizzata con il cofinanziamento FEASR-PSR 2014-2020 della Regione Toscana. Nella giornata sono state degustate le nuove annate Chianti DOCG 2019 e Riserva 2017 e Morellino di Scansano DOCG Annata 2019 e Riserva 2017. “Ancora una volta la scelta di voler aprire al grande pubblico ha premiato”, ha spiegato Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti. Questa è infatti “un'occasione concreta per mettere in contatto le nostre aziende con le persone, che hanno così la possibilità di conoscere e apprezzare cosa c'è dietro ogni etichetta”.
Il 2019 si è rivelato un anno importante anche sul fronte della qualità: “La vendemmia è in linea con le aspettative, abbiamo raggiunto l'obiettivo della riduzione del 10% delle quantità che ci eravamo dati per mantenere i magazzini in linea con l'andamento commerciale. La qualità è ottima. Il merito di tutto ciò è delle aziende che negli anni scorsi hanno fatto importanti investimenti e oggi oltre il 75% dei vigneti è stato rinnovato”.
All'indomani della notizia della scelta del governo americano di escludere l'Italia dai dazi, il Consorzio continua a guardare con grande attenzione all'export. Da qui l'appello alla Regione e al Governo “Abbiamo tirato un sospiro di sollievo che ci permette di guardare con più serenità ai prossimi mesi. E' certo che, anche alla luce di ciò che sta accadendo in Cina, serve maggiore flessibilità nella gestione dei fondi messi a disposizione per la promozione del vino in modo da rispondere tempestivamente a scenari - e questi mesi ne sono una conferma- che possono cambiare all'improvviso. Non possiamo permetterci di restare indietro: poter riadeguare i nostri investimenti in tempi rapidi può significare davvero molto per l'export e bilanci”, conclude Busi.

Fabrizio Del Bimbo 

sabato 15 febbraio 2020

Vini toscani d'eccellenza protagonisti a PrimAnteprima 2020


PrimAnteprima  alla Fortezza da Basso ha aperto la Settimana delle Anteprime di Toscana. 

Più della metà della produzione certificata DOC e DOCG della Toscana vola sui mercati esteri, rappresentando circa il 19% del totale export di vini DOP fermi nazionali, quota che sale al 26% se si considera il valore. Il dato emerge dalla ricerca Ismea presentata a Firenze in occasione della tavola rotonda di inaugurazione della Settimana delle Anteprime 2020, svoltasi nell’ambito di PrimAnteprima,  collettiva regionale promossa dalla Regione Toscana insieme a Camera di Commercio di Firenze e organizzata da PromoFirenze, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Firenze e Fondazione Sistema Toscana.

Crescono le esportazioni di vini DOP toscani (+3% nei primi 10 mesi del 2019), mentre si amplia il bacino dei Paesi importatori. Se Stati Uniti e Germania si confermano i due principali Paesi di destinazione e assorbono insieme oltre il 50% del mercato (sia in termini di volume che di valore), l’Estremo Oriente guadagna quote importanti. Tra il 2010 e 2014, infatti, solo l’1% del prodotto veniva spedito in Cina, mentre nella seconda parte del decennio è stato superato il 2%. In lieve progressione anche il Giappone, dal 2,7 al 3,2 %. È aumentata notevolmente anche la domanda di Hong Kong, Singapore e Taiwan, anche se in termini assoluti il peso a valore passa dallo 0,6 all’1 %. L’Est Europeo, con la Russia in testa, mostra una discreta attenzione alle denominazioni toscane, ma mantiene un ruolo marginale. Positivo il trend in Brasile, Messico, Australia e Nuova Zelanda.



Numeri che fanno ben sperare, nonostante le incognite rappresentate dalla minaccia dei dazi degli USA, primo importatore di vini toscani, dalla Brexit e dall’allarme Coronavirus, oltre che dal sensibile rallentamento dell’economia tedesca. Per il momento, però, l’industria del vino made in Tuscany tiene, anche dal punto di vista dei prezzi, nonostante il 2019 abbia fatto segnare una battuta d’arresto dopo 10 anni di aumenti consistenti. Sono 58 i riconoscimenti tra DOP (52) e IGP (6) che interessano la produzione regionale, per una produzione annua di 2,1 milioni di ettolitri in media (11% circa delle produzioni IG italiane): dei circa 59mila ettari del vigneto toscano, ben 56mila risultano destinati a denominazioni certificate, per una percentuale del 96%, che supera di gran lunga la media nazionale del 62%. In controtendenza anche la vendemmia 2019: secondo i dati diffusi da Artea la produzione toscana si attesta a 2,6 milioni di ettolitri, con un incremento dell’11% rispetto all’anno precedente, mentre a livello nazionale si registra un calo del 19% (stima Ismea/Uiv).

Traducendo i volumi in valore, limitatamente ai vini IG, Ismea stima che la produzione imbottigliata valga complessivamente quasi un miliardo di euro: 793 milioni di euro circa per le DOP a cui si aggiungono i 168 milioni delle IGP (stima 2018).

Sono tutti dati presentati alla tavola rotonda LA VISION 2030 DELLA TOSCANA DEL VINO: MERCATI, ENOTURISMO E INNOVAZIONE, momento centrale di PrimAnteprima, a cui hanno partecipato, insieme all’assessore all’Agricoltura della Regione Toscana Marco Remaschi, Fabio del Bravo di ISMEA, Francesco Mazzei presidente di Avito, Donatella Cinelli Colombini presidente del Consorzio Vino Orcia e Roberto Scalacci della Regione Toscana. Infine il prof Attilio Scienza, Ordinario di Viticoltura dell’Università di Milano, ha affascinato il pubblico con il racconto dell'esperimento enologico che ha ripercorso, dopo 2.500 anni, la produzione del mitico vino dell’isola di Chio: Nesos, realizzato all'isola d'Elba dall’azienda Arrighi alla maniera degli antichi greci.
Pur mantenendo intatto il suo fascino, il vigneto toscano si distingue per vivacità, dinamismo e forte orientamento all’innovazione. A tal proposito da segnalare la capacità di utilizzare in maniera efficace i fondi messi a disposizione dall’Unione Europea: metà del vigneto regionale ha usufruito della misura Ristrutturazione e Riconversione (28 mila ettari), mentre nei 10 anni applicazione della Promozione sui mercati terzi sono stati finanziati 352 progetti per una spesa di 86 milioni di euro. L’innovazione è sempre più connessa al tema della sostenibilità delle produzioni vitivinicole toscane: nel complesso i progetti integrati di filiera regionali finanziati attraverso il PSR 2014-2020 sono stati 26, per un contributo di oltre 6,5 milioni di euro. Molti di questi progetti prevedono l’applicazione dei criteri della “Viticoltura di precisione”, che consentono una sensibile riduzione dell’uso di fertilizzanti e fitofarmaci. Tra questi il progetto “SOSTE-NOBIL-ETÀ”, coordinato dalla Vecchia Cantina di Montepulciano, che ha sperimentato per la prima volta la creazione di una piattaforma collaborativa per l’autovalutazione della sostenibilità ambientale della propria azienda ed ottenere informazioni sulle migliori tecnologie a basso impatto ambientale; “SOS.T.”, coordinato dalla Cantina di Pitigliano, che ha consentito a 4 imprese toscane (tra cui la Cantina di Pitigliano e la Cantina Vini di Maremma) di essere certificate secondo la norma Equalitas-Vino Sostenibile, che garantisce la sostenibilità sociale ed etica, oltre che ambientale.

Infine, il progetto del Consorzio di tutela del vino a denominazione di origine "Orcia" nasce per coniugare produzione e turismo, trasformando le cantine in luoghi di shopping, cultura, esperienza e sperimentando un modello riproducibile. La proposta è semplice ma rivoluzionaria: il vino si trasforma in cartolina da degustare, capace di arricchire il viaggio, raccontare il territorio, potenziare il mercato locale di esportazione di un intero pezzo di regione.




Veniamo agli assaggi in cui spiccano:

Locorosso – Barco Reale di Carmignano DOC 2018 di Fabrizio Pratesi  Sangiovese 90% Cabernet 10% che presenta un colore rosso rubino molto intenso con sfumature granate Il profumo è fruttato, con sentore di spezie. Al gusto presenta un buon tannino con aromi finali fruttati e speziati.

Carmione Carmignano D.O.C.G. 2017  di Fabrizio Pratesi è un vino elegante di grandissima struttura, corposo, con tannino evidente ma morbido. Al palato risulta persistente,  fruttato e speziato. La varietà è Sangiovese 70% – Cabernet sauvignon 20% – Merlot 10% Sancti Blasii Carmignano DOCG 2015 di Colline San Biagio 

70% Sangiovese; 20% Cabernet Sauvignon; 10% Merlot
Il colore è rosso rubino molto intenso

Al naso emergono le note di piccoli frutti rossi, come lampone, ribes rosso e ciliegia, che si fondono con le note di  vaniglia e spezie dovute all'affinamento in legno. 

gusto è di grande struttura ed eleganza con morbidi tannini.



In degustazione guidata  risultano ottimi i seguenti vini:

UCB Ugo Contini Bonacossi  IGT Toscana Sangiovese  Tenuta di Capezzana 2016, che si presenta con una bella colorazione rubino carico, un bel frutto in evidenza accompagnato da fiori e spezie dolci.. Al gusto  è piacevole, con una buona freschezza e struttura. 

Ludiè Vecchie viti Chianti Rufina DOCG 2015 della Fattoria di Lavacchio. 



Il vino presenta un colore rosso rubino intenso e vivo, il profumo è netto e particolarmente avvolgente con note fruttate e lievemente speziate, il sapore è morbido con sentori di amarena matura, cioccolato e tabacco. 

Le anteprime toscane proseguono con Chianti Lovers del onsorzio Vino Chianti  e la Chianti Classico Collection. 



Fabrizio Del Bimbo

mercoledì 12 febbraio 2020

BTO 2020 I sistemi di pagamento sottopelle



Nel mercato dei sistemi di New Digital Payment, la nuova frontiera è della svedese Biohax 

che permette di pagare qualsiasi somma di denaro tramite microchip

Gli italiani sono pronti a farsi impiantare id e sistemi di pagamento sottopelle? È stato questo il tema dell’intervento di Biohax, startup fondata dallo svedese Jowan Österlund nel 2013, nella prima giornata di BTO2020, in corso alla Stazione Leopolda di Firenze. In un contesto di crescita delle nuove forme di pagamento digitale, Biohax vuole rendere possibile pagare una qualsiasi somma di denaro tramite microchip, quindi vuole “sdoganare” il processo di check-out usando la propria mano (Biohacking). 
Pagare un caffè, il biglietto del treno, lo shopping senza i contanti o le carte, scordandosi a casa il portafogli sarà possibile, e sarà Biohax che offrirà il servizio, questo grazie ad accordi con provider esterni. Il servizio è già disponibile per paesi come la Svezia e gli US, mentre in Italia e in Giappone l’azienda sta lavorando per creare accordi che permetteranno di arrivare presto al pagamento tramite chip.
“Ma non ci fermiamo al pagamento con il semplice denaro, infatti già ora possiamo offrirci come wallet digitale per le cryptovalute, abbracciando così il mondo dei pagamenti e del denaro a 360°. Il tutto verrà fatto usufruendo della tecnologia NFC (Near Field Communication)”, dichiara Eric Larsen,  Executive Chairman di Biohax Italia. Aggiunge Gianluca Zanframundo, Business Developer Biohax Italia “Abbiamo sviluppato una app per associare le carte di credito e ogni altra carta dotata di questo tipo di tecnologia al chip e rendere possibile da lì in poi lo spostamento dei dati all’interno della mano e il pagamento tramite la stessa. In questo periodo stiamo lavorando, a contatto con un istituto di ricerca in UK e alcuni PhD anche per implementare la parte Blockchain per la data security, altro grosso obiettivo di Biohax è proprio questo, ridare letteralmente nella mano delle persone il controllo dei propri dati, a dispetto di quanto avviene ora dopo i pagamenti con carte o cellulari, i quali disperdono i nostri dati rendendoli “attaccabili” da istituti finanziari, agenzie di marketing, ecc”.
Il sistema di base Biohax si basa su Hedera (www.hedera.com); la società presenterà il suo prodotto, il chip Expo2020, in occasione del Dubai Expo2020 (ottobre 2020-aprile 2021).
Quindi, nonostante l’Italia sia ancora in ritardo per quanto concerne il tema pagamenti elettronici - infatti occupa il 23esimo posto (su 27 paesi) nella classifica delle transazioni con carta pro-capite con soli 65 pagamenti all’anno a testa (mentre la media in Europa è ben superiore alle 100 transazioni a testa) – è possibile notare una crescita a partire dal 2018 per i pagamenti con carta che salgono a 240 miliardi di euro, pari al 37% dei pagamenti delle famiglie italiane. 

I New Digital Payment (Contactless e Mobile Proximity Payment) aumentano del 56% e arrivano a rappresentare un terzo del totale dei pagamenti digitali con carta per un totale di 80 miliardi di €. Un’importanza rilevante, oltre alla consapevolezza ormai acquisita da utenti ed esercenti, è anche la crescita del numero di carte e POS abilitati: oltre 1 carta su 2 (60 milioni, +17%) a fine 2018 e più di 3 POS su 4 (1,7 milioni, +21%) sono contactless. Si stima che i pagamenti contactless entro il 2021 potranno valere tra i 75 e i 100 miliardi di euro. Sul piano nazionale sono stati stanziati 3 miliardi di euro da assegnare come incentivo ai cittadini che sceglieranno di utilizzare prevalentemente strumenti di pagamento alternativi al contante. Sulla base di questi dati, è facile prevedere che realtà come Biohax Italia avranno un’accoglienza positiva e che la nuova tecnologia verrà ben presto accettata e integrata a livello nazionale.



Fabrizio Del Bimbo 

giovedì 6 febbraio 2020

Brillantmont School si presenta a Firenze


Nella.      prestigiosa               sede   dell' Istituto Sangalli di Firenze è avvenuta nei giorni scorsi la presentazione dei corsi estivi della Brillantmont School di Losanna. 




Brillantmont - fondata nel 1882 e tuttora nelle mani della famiglia che la istituì -  è una scuola mista internazionale di Losanna, che prevede frequentazione giornaliera ed è dotata di annesso convitto. Accoglie 100 allievi interni e 40 studenti esterni di oltre 35 nazionalità diverse e di età compresa tra gli 11 e i 18 anni. La sede di Brillantmont sorge al centro di Losanna, nella Svizzera francofona e si affaccia sul Lago Lemano e sulle Alpi. Dista 40 minuti dall’aeroporto internazionale di Ginevra. Le dimensioni della scuola e la grande attenzione personale creano un caldo contesto familiare in cui ciascuno studente può sentirsi a proprio agio e crescere, dentro e fuori dalle aule. La scuola è pienamente riconosciuta da NEASC e CIS e si prefigge come obiettivo l’eccellenza.
Gli studenti di Brillantmont seguono corsi molto stimolanti che consentono di conseguire titoli riconosciuti a livello internazionale (IGCSE, A Level britannico; American High School Diploma, SAT Test, SAT Subject Test). I programmi per gli studenti dei livelli 7-10 (11-18 anni) garantiscono la preparazione necessaria al conseguimento dell’International Baccalaureate (IB) Diploma. Il numero ridotto di allievi per ogni classe assicura a ogni studente la massima attenzione degli insegnanti e la presenza di stimoli continui.
Ogni studente è diverso dall’altro e Brillantmont prevede programmi personalizzati per assicurare che un percorso di studi presso l’istituzione apra le porte alle università di tutto il mondo. Tutti gli studenti possono usufruire delle molte attività extra scolastiche disponibili, come ad esempio gli sport tra cui rugby, pallavolo, calcio, yoga, pilates. Le escursioni organizzate durante i fine settimana consentono agli studenti di cimentarsi in nuove attività, scoprire altre città e regioni della Svizzera e dei Paesi vicini.



Nei mesi di luglio e agosto, Brillantmont offre corsi estivi per ragazze e ragazzi tra i 10 e i 17 anni. Al mattino imparano inglese o francese in classi con pochi allievi; al pomeriggio praticano sport, mentre la sera e durante i fine settimana usufruiscono di un programma molto ricco di attività ed escursioni. La durata del soggiorno è elastica, dalle 2 alle 6 settimane.

Info: http://www.brillantmont.ch/


Fabrizio Del Bimbo 

mercoledì 5 febbraio 2020

Apre il nuovo Burger Bar di FOOO


FOOO Bistrot inaugura il nuovo corso dal 7 febbraio con carni local, verdure di stagione e drink studiati per l’accompagnamento.
Per tutto il weekend chi ordina dal nuovo menu riceverà una proposta diversa in formato bonsai. 



Manzo di montagna, maiale sambucano, ma anche originali insalate con ingredienti di stagione, verdure croccanti, secondi piatti espressi come tartare di carne e cordon bleu in crosta di panko: nasce il Burger Bar di FOOO – Florence Out Of Ordinary, poliedrico locale all’interno del complesso di The Student Hotel (ingresso da viale Strozzi 18). Venerdì 7 febbraio dalle ore 20 in poi la serata “Burger & Cocktail” aprirà ufficialmente il nuovo corso del bistrot, permettendo di assaggiare le nuove ricette, abbinate ai drink della cocktail list appositamente studiata per accompagnare i piatti. Inoltre per tutto il weekend chi ordina dal nuovo menu riceverà al tavolo un burger bonsai, per ampliare il ventaglio della degustazione.
Il menu si caratterizza per la ricerca di materie prime d’eccellenza, seppur declinate in una proposta gastronomica gustosa e immediata come quella di un Burger Bar, e per la particolare attenzione all’universo vegetale. Non a caso i nomi degli hamburger si ispirano al termine scientifico che identifica il principale protagonista green di ciascuna ricetta. Così ad esempio nella lista degli hamburger a base di manzo di montagna troviamo Capsa, con cuore di scarola, pomodoro infornato, toma, peperoni e capperi sottolio, consigliato in abbinamento a uno speciale Negroni della casa; o Melon, con melanzane alla menta, stracciatella di burrata, mandorle tostate e rucola, da provare con un Mistero Messicano del Don, a base di tequila, pompelmo rosa, albume, sciroppo alla cannella ed essenza al bergamotto. Tra gli hamburger a base di maiale sambucano troviamo Cicho, con radicchio tardivo di Treviso infornato, riduzione di aceto balsamico e pecorino, consigliato in pairing con un Whisky Sour. Non manca una proposta vegetariana, Cucu, con salsa di zucca al curry, melanzana alla menta, grana, insalata d’inverno e paté di olive, da assaporare insieme al cocktail Clemente Luna, con rum chiaro, succo di clementina fresco, succo di canna da zucchero, lime, ginger beer e foglie di basilico. Tutti gli hamburger sono accompagnati da patate e salse a scelta tra maionese, maionese allo scalogno, ketchup, salsa Bbq, Perù, senape, rafano, tutte rigorosamente homemade.
Le carni, invece, sono quelle di Savigni, “macelleria agricola” del Pistoiese che rispetta i naturali ritmi della crescita degli animali, allevati liberi nell’oasi WWF di Dynamo Camp, grazie alla gestione di una famiglia che si definisce di “artigiani della carne”. A fornire il pane è Antica Forneria e Pasticceria Corsini di Porretta Terme, gestita dal 1875 dalla stessa famiglia e attualmente capitanata da Ivo Corsini, pluripremiato panificatore recentemente sbarcato in Giappone con un proprio flagship store.
A conferma dell’animo green di Florence Out Of Ordinary, ampio spazio in carta alle insalate con verdure di stagione. Qualche esempio: foglie d’inverno con puntarelle, acciughe e pane croccante; songino, carciofi, grana e olio alla bottarga; finocchi, arancia, indivia e feta. Per chi volesse andare oltre l’hamburger, rimanendo su una scelta carnivora, ci sono Tartare di Montagna (130 gr) con uovo pochée, chips e insalatina, accompagnati da senape antica, acciughe e rafano; Etrusca “pluma di maiale” marinata nella birra su crostone di pane e salsa verde, patate e friggitelli; Cordon Bleu in crosta di Panko, patate, insalatina e Mayoscalogno. Completa la proposta una selezione di dolci tra cui Soffice con crema al limone e semi di papavero, Crumble di mele e pistacchi con salsa alle mandorle, Bonet con amaretti e caffè.
Il menu del Burger Bar sarà disponibile tutti i giorni dalle ore 12 alle 23. Resta attiva dal lunedì al venerdì l’opzione work lunch, con una selezione di piatti del giorno, arricchita da alcuni piatti del menu dedicato agli hamburger.


FOOO Burger Bar
viale Strozzi, 18
50129 Firenze


Fabrizio Del Bimbo

martedì 4 febbraio 2020

Ginepraio: il primo gin al mondo 100% biologico, 100% Toscano



Nella splendida cornice del Four Seasons di Firenze, alla presenza del capo barman Edoardo Sandri e di Gabriele Rondani - PR & Marketing Director di “Rinaldi 1957” (società che distribuisce il prodotto in Italia) - è avvenuta la presentazione del nuovo “Opus”, anfora in cocciopesto per l’invecchiamento di cocktail e del Gin Ginepraio Amphora Navy Strenght nella nuova veste grafica.  

Nato da pochi giorni è anche il sito web https://ginepraiogin.com a disposizione degli appassionati del Gin 100% Toscano e 100% Biologico: Ginepraio classico è disponibile ora anche nei formati 20cl e 5cl. 


Enzo Brini e Fabio Mascaretti, ideatori della linea di prodotti Ginepraio hanno presentato queste novità, aiutati da Gregorio Soriente - bartender dell’American Bar dell’Hotel Savoy a Londra - che ha fatto degustare cocktail invecchiati in anfora: nel caso del “French Martini” è stato possibile anche avere una comparazione con una versione non invecchiata. Altro cocktail realizzato è stato il Negroni 1o1, oltre che assaggi lisci delle due versioni di Ginepraio. 
In accompagnamento, sono stati serviti 5 finger food e due assaggi di primo piatto, a cura dello chef stellato Vito Mollica.


GINEPRAIO
Ginepraio è il London Dry Gin 100 % biologico che parla toscano. Frutto della collaborazione tra Levante Spirits e Distillerie Deta, a Barberino Val d’Elsa in provincia di Firenze, nasce grazie ad un alambicco discontinuo in rame, affettuosamente chiamato Lapo. Ginepraio rispecchia il suo territorio e garantisce la provenienza di ogni ingrediente: il nome è ispirato al vecchio detto “cacciarsi in un ginepraio” (riportato anche in etichetta con la definizione da vocabolario), modo informale per descrivere una situazione complicata da cui è difficile uscire, rimandando alla scommessa di Levante Spirits di scegliere ed utilizzare esclusivamente materie prime rigorosamente certificate toscane e biologiche.
Ginepraio è un gin toscano e la sua territorialità viene garantita esclusivamente con la tracciabilità, a differenza di altri gin in commercio. Infatti la vera rivoluzione di questo prodotto fortemente legato al concetto di terroir e 100% biologico, è il fatto di essere l’unico gin al mondo la cui tracciabilità di alcool e piante territoriali è totalmente certificata da organismi di controllo. 
Sette le botaniche usate, che racchiudono i sentori e i colori del paesaggio toscano, tutte rigorosamente certificate, toscane e biologiche. L’alcool di base, proviene da grano coltivato nella zona del Mugello; mentre le botaniche, fra cui ginepro, rosa canina ed elicriso, provengono dalla Maremma, dalla Val D’Orcia passando per il Chianti. 
Un prodotto per gli amanti del buon bere, attenti alla provenienza di ciò che degustano schietto e senza compromessi, proprio come i Toscani. 


Spirito Toscano
Per la sua realizzazione al Master Distiller si è affiancato Enzo Brini, co-fondatore di Levante Spirits, enologo toscano e proprietario di un’azienda vitivinicola a Montepulciano certificata bio dal 1990. Le infusioni variano dai 7 ai 10 giorni; dopodiché vengono unite e distillate tramite Lapo, l’alambicco discontinuo da 300 l, per poi essere lasciate riposare al buio per 2 mesi prima dell’imbottigliamento. Un gin, quindi, che per le sue peculiarità s’ispira al mondo del vino ed è pensato per gli appassionati del settore. 

Note e degustazione
Il distillato si presenta all’esame visivo limpido come ogni London Dry Gin che si rispetti; all’esame olfattivo emerge la nota artigianale per via di un forte stacco del ginepro selvatico sulle altre botaniche. In un secondo momento, si avvertiranno i sinuosi sentori di rosa canina. In bocca torna spiccato il ginepro; in seconda battuta, oltre alla rosa, si avvertirà la nota balsamica tipica dell’elicriso per un finale persistente dalle note lievemente agrumate.


Mixology
Ginepraio si adatta a ogni preparazione di drink a base gin. Esprime al meglio il suo carattere fortemente distintivo nel Martini Cocktail e nel Negroni (intramontabile classico con il quale si vuole omaggiare il suo inventore fiorentino, il Conte Negroni). Un gin che vuole diventare punto di riferimento per una clientela colta ed esigente, attenta al buon bere e alla territorialità dei prodotti. Perfetto da gustare secco per godere a pieno del suo sapore, con gli aromi floreali e le note agrumate; in miscelazione invece esalta il carattere del drink con cui si sposa, specialmente nel caso di Martini e Negroni. Non per nulla fu proprio del Conte Negroni l’idea di rinforzare il classico Americano con il gin, intuizione che avrebbe dato origine al più famoso aperitivo italiano. Ginepraio ne celebra l’inventore, forte del suo spirito toscano.




Il packaging
La bottiglia scelta per Ginepraio ricorda volutamente una flebo ospedaliera, poiché in passato il gin era usato nella cura delle malattie renali e gastrointestinali. La label riporta la definizione da vocabolario del termine ginepraio, nelle sue due accezioni.


Levante Spirits
Levante Spirits nasce dall’incontro di Fabio Mascaretti ed Enzo Brini a un Master universitario a Firenze. L’amore verso il buon bere e la voglia di fare imprenditoria, li porta a buttarsi in questo progetto. L’azienda s’ispira al vento di Levante, timone di molti marinai ed esploratori. Se allora conduceva a mondi esotici e favoriva scambi di merci, oggi la sua guida regala nuovi stimoli per la produzione di liquori e distillati. Levante Spirits segue il vento della scoperta. Rivisitando le ricette tradizionali di liquori e distillati, offre prodotti dal carattere audace e dal gusto inedito. La sua filosofia è che solo attingendo dalla nostra ricchezza storico-territoriale si possa fare davvero innovazione.


Ginepraio in Italia è venduto e distribuito da Rinaldi 1957 

RINALDI 1957

Rinaldi oggi ha superato i 61 anni di storia e rappresenta una società di sviluppo di Brand e di distribuzione specializzata nel canale On Trade, a cui si affidano oltre novemila clienti che ricercano qualità e servizio d’eccellenza. 
Giuseppe Tamburi, Marcello de Vito Piscicelli, Valerio Alzani, Gabriele Rondani sono alla guida della società che, oltre a un ricco portafoglio di distillati e liquori, vanta un ingente portafoglio vini pari al 40% del fatturato.
Tra gli spirits che meglio rappresentano Rinaldi 1957, non mancano autentici leader internazionali d’immagine, quali i rum Don Papa, Centenario; il Brandy spagnolo di lusso Cardenal Mendoza, Porto Taylor’s, Cognac Hine, Armagnac Janneau, Calvados Boulard, Whisky Teeling, Glenfarclas, Douglas Laing, Batida de coco Mangaroca.  Negli ultimi anni a fianco delle pluripremiate grappe Nannoni e Pilzer, si sono aggiunti il gin Ginepraio, Amaro Formidabile, il Vermouth OSCAR.697 che compongono il “Negroni Formidabile”, un intramontabile cocktail rivisitato da Rinaldi. Kamiki, Kura Kirin Fuji Sonroku, Vodka Imperial Gold (la più venduta in Russia nel segmento premium), Tequila Viviana e Los Tres Tonos, mezcal Tier. 
  
Dal 1999 l’azienda Rinaldi commercializza direttamente un qualificatissimo assortimento di vini italiani e stranieri, di medio-alto profilo ma anche di grande bevibilità, capaci di rappresentare il loro territorio, tra cui lo Champagne Jacquart, gli Spumanti Franciacorta La Montina e il Prosecco Valdobbiadene e DOC “Serre di Pederiva” e un ricco portafoglio di prodotti italiani d’eccellenza, tra cui si possono trovare i vini dell’azienda H.Lun, la più antica cantina privata dell'Alto Adige, i vini del cuore del Chianti di Castello Vicchiomaggio, il Verdicchio di Matelica della cantina Belisario, o il Barolo Monvigliero della cantina di Pietro Rinaldi. Questi sono solo alcuni dei preziosi prodotti distribuiti in Italia da questa importante realtà e se ne possono trovare molti altri consultando la parte dedicata del sito web dell’azienda: Concilio, Branko, Valpantena, Gaggioli, Villa di Corlo, Celli, Le Lupinaie, Poggio Rubino, Casa di Terra, Contesa, Marianna, Poderi Parpinello e le birre artigianali Apec.  

L’azienda è presente su Facebook e Instagram dal 2017 proprio come “Rinaldi 1957”, nome che è stato poi è andato sempre più a identificare la nuova realtà societaria.

Fabrizio Del Bimbo




È nato il "Profumo dei Ricordi"

  Sanofi, FederAsma e Allergie Odv e Respiriamo Insieme APS, con il supporto di Aquaflor,  hanno dato vita a “Il Profumo dei Ricordi”,  la f...