sabato 15 febbraio 2020

Vini toscani d'eccellenza protagonisti a PrimAnteprima 2020


PrimAnteprima  alla Fortezza da Basso ha aperto la Settimana delle Anteprime di Toscana. 

Più della metà della produzione certificata DOC e DOCG della Toscana vola sui mercati esteri, rappresentando circa il 19% del totale export di vini DOP fermi nazionali, quota che sale al 26% se si considera il valore. Il dato emerge dalla ricerca Ismea presentata a Firenze in occasione della tavola rotonda di inaugurazione della Settimana delle Anteprime 2020, svoltasi nell’ambito di PrimAnteprima,  collettiva regionale promossa dalla Regione Toscana insieme a Camera di Commercio di Firenze e organizzata da PromoFirenze, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Firenze e Fondazione Sistema Toscana.

Crescono le esportazioni di vini DOP toscani (+3% nei primi 10 mesi del 2019), mentre si amplia il bacino dei Paesi importatori. Se Stati Uniti e Germania si confermano i due principali Paesi di destinazione e assorbono insieme oltre il 50% del mercato (sia in termini di volume che di valore), l’Estremo Oriente guadagna quote importanti. Tra il 2010 e 2014, infatti, solo l’1% del prodotto veniva spedito in Cina, mentre nella seconda parte del decennio è stato superato il 2%. In lieve progressione anche il Giappone, dal 2,7 al 3,2 %. È aumentata notevolmente anche la domanda di Hong Kong, Singapore e Taiwan, anche se in termini assoluti il peso a valore passa dallo 0,6 all’1 %. L’Est Europeo, con la Russia in testa, mostra una discreta attenzione alle denominazioni toscane, ma mantiene un ruolo marginale. Positivo il trend in Brasile, Messico, Australia e Nuova Zelanda.



Numeri che fanno ben sperare, nonostante le incognite rappresentate dalla minaccia dei dazi degli USA, primo importatore di vini toscani, dalla Brexit e dall’allarme Coronavirus, oltre che dal sensibile rallentamento dell’economia tedesca. Per il momento, però, l’industria del vino made in Tuscany tiene, anche dal punto di vista dei prezzi, nonostante il 2019 abbia fatto segnare una battuta d’arresto dopo 10 anni di aumenti consistenti. Sono 58 i riconoscimenti tra DOP (52) e IGP (6) che interessano la produzione regionale, per una produzione annua di 2,1 milioni di ettolitri in media (11% circa delle produzioni IG italiane): dei circa 59mila ettari del vigneto toscano, ben 56mila risultano destinati a denominazioni certificate, per una percentuale del 96%, che supera di gran lunga la media nazionale del 62%. In controtendenza anche la vendemmia 2019: secondo i dati diffusi da Artea la produzione toscana si attesta a 2,6 milioni di ettolitri, con un incremento dell’11% rispetto all’anno precedente, mentre a livello nazionale si registra un calo del 19% (stima Ismea/Uiv).

Traducendo i volumi in valore, limitatamente ai vini IG, Ismea stima che la produzione imbottigliata valga complessivamente quasi un miliardo di euro: 793 milioni di euro circa per le DOP a cui si aggiungono i 168 milioni delle IGP (stima 2018).

Sono tutti dati presentati alla tavola rotonda LA VISION 2030 DELLA TOSCANA DEL VINO: MERCATI, ENOTURISMO E INNOVAZIONE, momento centrale di PrimAnteprima, a cui hanno partecipato, insieme all’assessore all’Agricoltura della Regione Toscana Marco Remaschi, Fabio del Bravo di ISMEA, Francesco Mazzei presidente di Avito, Donatella Cinelli Colombini presidente del Consorzio Vino Orcia e Roberto Scalacci della Regione Toscana. Infine il prof Attilio Scienza, Ordinario di Viticoltura dell’Università di Milano, ha affascinato il pubblico con il racconto dell'esperimento enologico che ha ripercorso, dopo 2.500 anni, la produzione del mitico vino dell’isola di Chio: Nesos, realizzato all'isola d'Elba dall’azienda Arrighi alla maniera degli antichi greci.
Pur mantenendo intatto il suo fascino, il vigneto toscano si distingue per vivacità, dinamismo e forte orientamento all’innovazione. A tal proposito da segnalare la capacità di utilizzare in maniera efficace i fondi messi a disposizione dall’Unione Europea: metà del vigneto regionale ha usufruito della misura Ristrutturazione e Riconversione (28 mila ettari), mentre nei 10 anni applicazione della Promozione sui mercati terzi sono stati finanziati 352 progetti per una spesa di 86 milioni di euro. L’innovazione è sempre più connessa al tema della sostenibilità delle produzioni vitivinicole toscane: nel complesso i progetti integrati di filiera regionali finanziati attraverso il PSR 2014-2020 sono stati 26, per un contributo di oltre 6,5 milioni di euro. Molti di questi progetti prevedono l’applicazione dei criteri della “Viticoltura di precisione”, che consentono una sensibile riduzione dell’uso di fertilizzanti e fitofarmaci. Tra questi il progetto “SOSTE-NOBIL-ETÀ”, coordinato dalla Vecchia Cantina di Montepulciano, che ha sperimentato per la prima volta la creazione di una piattaforma collaborativa per l’autovalutazione della sostenibilità ambientale della propria azienda ed ottenere informazioni sulle migliori tecnologie a basso impatto ambientale; “SOS.T.”, coordinato dalla Cantina di Pitigliano, che ha consentito a 4 imprese toscane (tra cui la Cantina di Pitigliano e la Cantina Vini di Maremma) di essere certificate secondo la norma Equalitas-Vino Sostenibile, che garantisce la sostenibilità sociale ed etica, oltre che ambientale.

Infine, il progetto del Consorzio di tutela del vino a denominazione di origine "Orcia" nasce per coniugare produzione e turismo, trasformando le cantine in luoghi di shopping, cultura, esperienza e sperimentando un modello riproducibile. La proposta è semplice ma rivoluzionaria: il vino si trasforma in cartolina da degustare, capace di arricchire il viaggio, raccontare il territorio, potenziare il mercato locale di esportazione di un intero pezzo di regione.




Veniamo agli assaggi in cui spiccano:

Locorosso – Barco Reale di Carmignano DOC 2018 di Fabrizio Pratesi  Sangiovese 90% Cabernet 10% che presenta un colore rosso rubino molto intenso con sfumature granate Il profumo è fruttato, con sentore di spezie. Al gusto presenta un buon tannino con aromi finali fruttati e speziati.

Carmione Carmignano D.O.C.G. 2017  di Fabrizio Pratesi è un vino elegante di grandissima struttura, corposo, con tannino evidente ma morbido. Al palato risulta persistente,  fruttato e speziato. La varietà è Sangiovese 70% – Cabernet sauvignon 20% – Merlot 10% Sancti Blasii Carmignano DOCG 2015 di Colline San Biagio 

70% Sangiovese; 20% Cabernet Sauvignon; 10% Merlot
Il colore è rosso rubino molto intenso

Al naso emergono le note di piccoli frutti rossi, come lampone, ribes rosso e ciliegia, che si fondono con le note di  vaniglia e spezie dovute all'affinamento in legno. 

gusto è di grande struttura ed eleganza con morbidi tannini.



In degustazione guidata  risultano ottimi i seguenti vini:

UCB Ugo Contini Bonacossi  IGT Toscana Sangiovese  Tenuta di Capezzana 2016, che si presenta con una bella colorazione rubino carico, un bel frutto in evidenza accompagnato da fiori e spezie dolci.. Al gusto  è piacevole, con una buona freschezza e struttura. 

Ludiè Vecchie viti Chianti Rufina DOCG 2015 della Fattoria di Lavacchio. 



Il vino presenta un colore rosso rubino intenso e vivo, il profumo è netto e particolarmente avvolgente con note fruttate e lievemente speziate, il sapore è morbido con sentori di amarena matura, cioccolato e tabacco. 

Le anteprime toscane proseguono con Chianti Lovers del onsorzio Vino Chianti  e la Chianti Classico Collection. 



Fabrizio Del Bimbo

Nessun commento:

Posta un commento

I primi 80 anni di Coldiretti

  Da etichetta di origine comunitaria su tutti i cibi ad emergenza fauna selvatica: grande festa a Firenze ed in tutte le province della ...