Il dipinto di Anton Raphael Mengs appena entrato a far parte della
collezione resterà in mostra nella sala delle Nicchie di Palazzo Pitti
fino al 7 gennaio 2018. I due protagonisti, Ferdinando e Maria Anna,
figli dell'arciduca d'Austria Pietro Leopoldo di Lorena e di Maria Luisa
di Borbone e quindi nipoti dei sovrani di Spagna, sono ritratti in
abiti settecenteschi proprio in un interno di Palazzo Pitti.
"Gli
acquisti sono parte fondamentale dell’esistenza di
una istituzione museale, tanto più se essi sono frutto di ricerche che
ne
garantiscono sia la provenienza, sia un dialogo fecondo con il
patrimonio
preesistente - ha spiegato il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike
Schmidt - Per questo motivo, negli ultimi due anni, le Gallerie degli
Uffizi si sono arricchite di alcune opere d’arte che rispondono in pieno
ai
criteri di scelta descritti, come è il caso del dipinto che ora
presentiamo in mostra. Ne dobbiamo l’acquisto alla ricerca e alla
passione di
Matteo Ceriana, cui siamo grati anche per aver ideato, insieme a Steffi
Roettgen, la selezione di opere a corollario: una deliziosa rassegna
della
ritrattistica infantile della famiglia di Pietro Leopoldo di Lorena che
nello
stesso tempo è anche una ricerca approfondita sull’attività di Mengs a
Firenze".
"L’artista boemo, internazionalmente acclamato, vi arrivò da Madrid nel 1770,
proprio per dipingere le effigi di questi nipoti lontani di re Carlo III - ha spiegato ancora Schmidt - Non
sfuggiranno al visitatore le differenze tra i ritratti paludati e ufficiali,
destinati al nonno in Spagna, e quello che ora si aggiunge alle raccolte
fiorentine: un’immagine fresca e spontanea di due bimbi composti, sulle cui
testoline dalla moderna zazzera corta tuttavia già gravano un destino pesante e
le leggi della ragion di stato: la piccina, Maria Anna, diventerà badessa;
Ferdinando assumerà le redini dello Stato di Toscana alla morte del fratello. E'
un ritratto incompiuto (nelle pennellate “strappate” sulla sinistra possiamo
intuire qualcosa dei processi operativi di Mengs), e probabilmente eseguito
proprio nella reggia di Pitti, anche se non siamo riusciti a ritrovare una
sedia identica a quella cui si appoggia Ferdinando. Inoltre, come sottolinea
Matteo Ceriana, il dipinto testimonia l’attenzione del pittore per la grande tradizione
artistica spagnola – Velazquez e Las Meninas soprattutto
– ma risente altresì delle idee di Zoffany e della vena di spontaneità che
l’artista aveva introdotto nella ritrattistica ufficiale".
Fabrizio Del Bimbo
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