mercoledì 12 luglio 2017

Incontri tra generazioni a Orizzonti Verticali 2017

 GENERAZIONI A CONFRONTO
 Storia, presente e scenari futuri
 7 - 9 luglio 2017
 Cortile del Palazzo Comunale di San Gimignano

 Nell’ambito di Orizzonti Verticali 5°edizione si sono svolti tre incontri con artisti, operatori culturali, critici e pubblico interessato, incentrati su un unico tema generale: il confronto generazionale.
 Nelle edizioni precedenti lo spunto di partenza per la discussione era stato il manifesto di Ivrea del 1966, spartiacque per la storia del teatro recente, che ha modificato gli equilibri e aperto nuovi linguaggi e nuove prospettive a una generazione in fermento. Arrivati a 50 anni da quella spinta i tempi sono notevolmente cambiati, i linguaggi si sono fusi, molte cose sono successe, ma le priorità del teatro rimangono in qualche modo le stesse: il riassetto del sistema teatrale, la salvaguardia della propria storia, le possibilità di crescita artistica per i giovani, il rinnovamento, la ricerca.
 Riuscire ad avvicinare e a far dialogare in un “terreno neutro” le generazioni che hanno costruito il teatro odierno in questi ultimi anni è importante oltre che curioso. Coloro che intervengono raccontano la loro esperienza, la loro storia, lunga o breve che sia, per innescare un dibattito sincero e fecondo. Il confronto non può che essere positivo.


Sono intervenuti a moderare gli incontri nello storico cortile del Palazzo Comunale di San Gimignano Simona Frigerio, Emanuela Dal Pozzo e Sandro Avanzo,critici teatrali, per trattare del futuro del teatro.
Il primo incontro, moderato da Simona Frigerio, era basato sul motivo per cui certi festival chiudono e sul rapporto tra teatro e istituzioni. Oggi c'è un'inflazione di proposte di festival, anche solo di cibo, come gelato o polenta, senza alcuna base culturale, né progettazione. L'assessore alla cultura del Comune di San Gimignano, Carolina Taddei, afferma che la politica in Italia non sostiene la creatività, mentre il ruolo politico nell'arte è sempre stato stringente. Tuccio Guicciardini, direttore artistico di OV, afferma di non voler puntare al pubblico per il suo festival, un numero di 40-50 persone rappresenta già un successo. Per le giovani generazioni è importante l'attività formativa, creando start-up culturali. Un festival dovrebbe essere un "incubatore di start-up", termine diffuso oggi. Chi fa cultura ha un ruolo sociale che va sostenuto, dicono i presenti all'incontro. Nel teatro coesistono tante professionalità diverse: attori, scenografi, macchinisti, elettricisti, ecc. E non tutte sono visibili sul palcoscenico. Patrizia De Bari, direttrice artistica di OV, dice che senza risosrse si rimane i "poveri dello spettacolo", che devono per forza avere un altro lavoro per vivere. Purtroppo sono i critici teatrali che determinano le scelte di tendenza.

L'8 luglio l'incontro è stato moderato da Emanuela Dal Pozzo e si è basato sul confronto generazionale e sul futuro del teatro. Emanuela, che si definisce "una spettatrice attenta", che capta i segnali di cambiamento senza seguire le compagnie più celebri, racconta che a Roma, a Tor Pignattara, viene dato spazio alle compagnie più giovani. Oggi i linguaggi teatrali sono molteplici, vi subentra la tecnologia. Intervengono all'incontro due giovani attori del Teatro degli Arrischianti di Sarteano che riferiscono una loro recente esperienza dal titolo "The complete freedom of the truth" in cui hanno coinvolto tutto il paese con 140 attori provenienti da tutto il mondo e facendo recitare anche ragazzi con disabilità. Il progetto era finanziato dall'Unione Europea. Tutti concordano sul fatto che tra attore e spettatore ci deve essere un filo comunicativo. Emanuela pone la domanda "Esiste un non-teatro?" Isabella Valoriani che è di Fabbrica Europa e lavora da 40 anni nel settore, risponde che un non-teatro non esiste. Carolina Taddei definisce il teatro una situazione di tempo condiviso volontariamente da persone che parlano o che ascoltano. Secondo Patrizia De Bari un linguaggio più performativo colpisce di più. La formazione attoriale non è fondamentale. Sandro Avanzo dice che ciò che rimane nel tempo è arte, altrimenti è artigianato.

L'incontro conclusivo del 9 luglio, condotto da Sandro Avanzo, si è basato sul tema "Perché un festival? A cosa serve e cosa muove?"
Su una copia recente del Venerdì di Repubblica era raffigurata la mappa dei festival in Italia, che sono circa 800, un numero spropositato.  Il termine festival deriva da festa, momento di scambio e di aggregazione che muove un notevole indotto economico nella città che lo ospita (hotel, ristoranti ecc) Perché partecipare ad un festival ? Tre buoni motivi emergono dalla discussione:
1) Rapporto con un luogo
2) Rischio culturale più basso rispetto ad uhn teatro stabile
3) Un festival favorisce la sperimentazione e fornisce una "vetrina" complessa di novità.
Spesso il nome del luogo identifica il festival, per esempio quello dei 2 Mondi che è chiamato Festival di Spoleto.
E' più facile scoprire nuovi talenti e si può assistere ad un gran numero di spettacoli concentrati in pochi giorni.
Da sottolineare il fatto che i giornalisti si confrontano sugli spettacoli, mentre i critici rimangono da soli.
Spunti interessanti sono emersi da questi incontri chesi auspica  potranno proseguire nella prossima edizione di Orizzonti Verticali.

Nicoletta Curradi

Fabrizio Del Bimbo

Nessun commento:

Posta un commento

Al via MIDA 2024. Tante le novità

L'88esima Mostra Internazionale dell’Artigianato si svolge alla Fortezza da Basso dal 25 aprile al 1° maggio Presentata il 22 aprile all...