mercoledì 30 marzo 2022

A Firenze Vertigine, una mostra di Marison Ray

 Un progetto artistico che nasce dall'attrazione che Il Giudizio Universale di Michelangelo ha esercitato sul pubblico e in particolare sugli artisti per quasi cinque secoli: dal 1 aprile al 29 maggio 2022 "Vertigine" di Marison Ray sarà in mostra all'Accademia delle Arti del Disegno di Firenze (Via Ricasoli, 68 - angolo Piazza San Marco).





Nella grande tela dipinta si possono osservare simbolismi come testimonianza e denuncia della situazione attuale, di gravi e diffusi problemi sociali e ambientali.

“L’artista – spiega Alessandro Vezzosi, curatore della mostra e uno dei maggiori studiosi al mondo di Leonardo da Vinci – evidenzia il desiderio di sperimentare invenzioni e fascinazioni inconsce, lungo la traiettoria della percezione e attraverso gorghi e viluppi di cromie, in anatomie e prospettive sconvolte; intende scoprire le possibilità dell’ascendere e dello sprofondare: vertigini delle nostre paure ed esaltazioni”.

Il dipinto è stato collocato con un sistema sofisticato, studiato appositamente, nella sede espositiva dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, la più antica al mondo, a pochi passi da Piazza della Signoria e si potrà ammirare attraverso un’esperienza immersiva scenografica.





“Per l'Accademia delle Arti del Disegno – dichiara Cristina Acidini, Presidente dell'Accademia delle Arti del Disegno – ospitare nella sede espositiva di via Ricasoli quest'opera inedita, con i bozzetti preparatori che l'accompagnano, è anche un'occasione preziosa per tornare a proporre l'attualità dell'arte di Michelangelo Buonarroti, che ha fatto qui da innesco all'ispirazione di un'artista come Ray, un'autentica protagonista della creatività contemporanea”.

La mostra, coordinata da Claudio Guida, è realizzata con il supporto tecnico e la collaborazione di CPA Service Torino.

Ingresso libero.

Per maggiori informazioni: www.aadfi.it

Fabrizio Del Bimbo 

lunedì 28 marzo 2022

ART BONUS. Al via il restauro della Grotta degli animali nella Villa Medicea di Castello


ART BONUS, Al Giardino della Villa medicea di Castello inizia il restauro dei gruppi scultorei della Grotta degli animali.





Publiacqua S.p.A. finanzia un nuovo progetto della Direzione regionale musei della Toscana attraverso il credito d'imposta del Ministero della Cultura per sostenere il mecenatismo. Ad aprile in programma quattro visite guidate straordinarie per il pubblico e l'apertura per tutto il giorno il lunedì di Pasquetta e il 25 aprile, Festa della Liberazione


Una nuova vita per le sculture della Grotta degli animali del Giardino della Villa medicea di Castello, che può essere considerato il primo dei giardini medicei. Descritto da Giorgio Vasari come il più ricco, il più magnifico et il più onorato giardino d'Europa, questo straordinario luogo di meraviglia, riconosciuto come prototipo del giardino cinquecentesco all'italiana, fa parte del sito seriale Unesco Ville e giardini medicei in Toscana. 

Publiacqua finanzia con 300.000 euro il progetto Art bonus della Direzione regionale musei della Toscana che si avvale della consulenza scientifica del Dipartimento di Architettura dell'Università degli Studi di Firenze per ricerche documentarie e approfondimenti storici. Il nuovo intervento prevede il restauro delle sculture con gli animali delle fontane che popolano le vasche interne della Grotta, ornate da decorazioni in spugne e conchiglie, e del prospetto architettonico che si affaccia sul giardino e sul Piano degli agrumi.

Gli interventi previsti dal progetto andranno ad integrare il secondo lotto di lavori ancora in corso e in fase di conclusione, condotti con innovativi metodi di indagine e diagnostica e rivolti al recupero dellimpianto di alimentazione a ricircolo ecosostenibile delle acque del sistema delle fontane e della Grotta. 

La Grotta, infatti, è da tempo interessata da un lungo ciclo di restauri, in particolare quelli avviati dal 2019 con la direzione della Soprintendenza ABAP di Firenze, secondo un progetto cofinanziato dalla Regione Toscana per il 70% con fondi comunitari POR FESR 2014-2020 e direttamente dal Mibact (oggi MiC) per il 30%, la cui conclusione è prevista entro il 2022. Dopo oltre due secoli, l'acqua tornerà a zampillare da oltre cento punti di caduta posti nella volta al di sopra delle vasche, azionando il complesso sistema di giochi d'acqua e sonorità che ha incantato i visitatori fin dal XVI secolo, immortalato già da Michel de Montaigne nel suo Viaggio in Italia: In questo luogo, esiste una bella grotta dove, raffigurati al naturale, si vedono animali dogni specie che spruzzano lacqua di dette fontane chi dal becco, chi dalle ali, chi dagli artigli o dalle orecchie o dal naso. 

La Grotta degli animali o del Diluvio, che si trova al termine del viale principale, fra le più celebri in Europa, fu progettata da Niccolò Pericoli detto il Tribolo intorno al 1540. Ha un ruolo simbolico e centrale nella complessa e straordinaria iconografia del Giardino, realizzata per esaltare il ruolo pacificatore e il dominio illuminato sulla Toscana del nuovo governo di Cosimo I de Medici. Recenti studi hanno evidenziato le forti connessioni che intercorrono tra la celebre Grotta di Egeria del II sec. d.C. sulla via Appia che celebrava il mito della ninfa Egeria e del suo consorte Numa Pompilio, secondo re di Roma. Entrambi ritornano nellencomiastica medicea in particolare in occasione del matrimonio di Cosimo I e della sua sposa Eleonora di Toledo, facendo avanzare l'ipotesi che il Giardino sia stato realizzato anche come omaggio di Cosimo I alla sua consorte, moglie fedele e saggia consigliera, che assume nel contesto di Castello un ruolo inedito, quasi di musa ispiratrice. 

Il progetto originale si trasformò nel corso del Cinquecento, con l'apporto di altri architetti e scultori della corte medicea, tra cui Giorgio Vasari, Bartolomeo Ammannati e il Giambologna, e con successivi interventi e restauri sino alla fine del Settecento.

La Grotta, gioiello del giardino mediceo, è un vero e proprio teatro delle acque, allegoria del potere in forma di meraviglia, dove la variopinta fauna allestisce uno spettacolo unico al mondo in una commistione perfetta tra artificio e natura, amplificata dallimpiego di elementi naturali reali, come i palchi di vere corna. Un carosello di specie abbraccia l'unicorno, unica creatura fantastica, simbolo di purezza, che campeggia al centro della vasca frontale e risana con il suo corno le acque per tutti gli altri animali. Il richiamo alla leggenda, nota fin dal mondo greco, sottolinea il ritorno dell'Età dell'oro della Toscana sotto il governo del Duca riflesso nelle acque che, provenienti dal vivaio dell'Appennino, attraversano il luogo segreto della Grotta e quindi tutto il Giardino, distribuite tramite numerose fontane, alcune non più esistenti, sino a quelle di Venere Fiorenza, del Giambologna, e di Ercole (eroe mediceo) che scoppia Anteo, opera di Bartolomeo Ammannati. Anteo è un gigante feroce dalla cui bocca esce un getto alto 5 metri, esaltazione della forza e della potenza del nuovo Duca.


All'interno della Grotta, oltre alla fontana con l'unicorno, spiccano altre specie esotiche e animali allepoca ritenuti rari come la giraffa, simbolo di trionfo di tradizione classica, chiamata in origine cameleopardo perché riuniva caratteristiche del cammello e del leopardo. Giulio Cesare ne portò una a Roma per celebrare i suoi trionfi in Egitto e solo molti secoli dopo si poté ammirare a Firenze il primo esemplare vivente donato a Lorenzo il Magnifico dal sultano dEgitto.

È presente anche un rinoceronte grigio dal doppio corno che non ha nulla delle fattezze naturali e il cui modello di riferimento potrebbe essere una celebre stampa di Dürer, mentre è possibile riconoscere la copia del modello romano di epoca ellenistica raffigurante un cinghiale ferito che papa Pio IV donò a Cosimo I nel 1560 riprodotto da Pietro Tacca per la Fontana del Porcellino. Anche un leopardo stilizzato e una scimmia, un dromedario e un elefante creano insieme agli altri una straordinaria composizione dai molteplici valori simbolici.

Grazie al finanziamento di Publiacqua S.p.A. tornerà nella Grotta il mondo dell'aria con lallestimento delle copie in bronzo di quattro tra i nove esemplari di volatili attribuiti al Giambologna: il Gufo, il Gallo, il Gheppio e la Colomba che erano appollaiati sulle volte, fissati su speciali supporti, in mezzo a una rigogliosa vegetazione, stupefacenti per il dettaglio dei piumaggi che risplendevano sotto lo sgocciolio delle acque. La riproduzione dagli originali, esposti oggi al Museo nazionale del Bargello, sarà possibile grazie alla collaborazione istituzionale col Museo proprietario, e alla tecnologia della scansione laser. 

Infine, è prevista la ricollocazione, nelle nicchie esterne, delle statue originali in marmo raffiguranti due Gladiatori di Domenico Pieratti (Firenze, 1600-Roma, 1656), attualmente esposte presso la Villa medicea della Petraia. Una di queste statue è un rifacimento di quella originale romana a sua volta copia di un originale greco attribuito a Lisippo.

Al termine dei lavori sarà interamente recuperato l'effetto sorprendente, da tableau vivant, di un serraglio che sembra animarsi nel momento in cui le pietre di colori differenti, che imitano ciascuna la pelle originale dell'animale, si bagnano per effetto degli zampilli che fuoriescono dal pavimento e dalle volte, azionati dal complesso meccanismo idraulico. 

Sabato 2 e 9 aprile, dalle 10 alle 13, si terranno le visite guidate straordinarie a cura di Marco Mozzo e Giulia Coco, direttore e curatrice del Giardino di Castello, che offriranno al pubblico l'occasione di riscoprire questo straordinario spazio verde e la sua affascinante storia, ammirando anche la magnifica fioritura spontanea primaverile dei prati. Per partecipare alle visite è necessaria la prenotazione scrivendo al seguente indirizzo email: firenzemusei@operalaboratori.com

È prevista, inoltre, l'apertura straordinaria gratuita del Giardino il 18 aprile, lunedì di Pasquetta, e il 25 aprile, Festa della Liberazione. 

Dal mese di maggio le aperture al pubblico riprenderanno con un calendario mensile che sarà definito e reso disponibile nel corso delle prossime settimane. 


Fabrizio Del Bimbo

domenica 27 marzo 2022

Amaro Quinta Era: il nuovo amaro di qualità di Liquori Morelli


Amaro Quinta Era celebra l’ingresso in azienda della quinta generazione della famiglia Morelli. In esso il tema del gin viene declinato da un’inedita prospettiva, attraverso cioè quella dell’amaro, tipologia di liquore prodotta dall’azienda in diverse declinazioni fin dalla sua fondazione, avvenuta nel 1911 ad opera del Cavalier Leonello Morelli.





Si tratta infatti di un prodotto che nasce da una base di distillato di gin che viene posto in infusione con alcune piante atte alla produzione di amaro ovvero rabarbaro, china, genziana e carciofo. Ciò implica che può essere concepito anche come un richiamo alla miscelazione, una sorta di cocktail che costituisce l’anello di congiunzione tra amaro e gin.


Da tempo l’azienda applica su varie gamme i principi dell’economia circolare e  in questo caso la bottiglia è in vetro riciclato.


Prodotto che nasce da una base di distillato di gin posto in infusione con alcune piante atte alla produzione di amaro ovvero rabarbaro, china, genziana e carciofo. Il gusto rappresenta un’inedita e peculiare combinazione tra gin e amaro, per regalare un momento rilassante davvero speciale dopo i pasti.


Quinta Era è stato presentato in occasione di Pitti Taste 2022.




Info: www.liquorimorelli.it


Fabrizio Del Bimbo


giovedì 24 marzo 2022

Brevissime, a Firenze lezioni storia arti da design a pittura

 

Incontri con prof ed esperti rivolti ai non addetti ai lavori




Divulgare anche ai non addetti ai lavori argomenti che riguardano pittura, scultura, architettura, design, fotografia, costume e moda: è con questo scopo che sono nate le Brevissime - Lezioni di storia delle arti, la nuova iniziativa della casa editrice Centro Di, specializzata nella pubblicazione di cataloghi e volumi nel campo delle arti.




Il primo ciclo di lezioni, organizzato in collaborazione con Crossmedia group, si svolgerà dal 31 marzo al 20 maggio nella chiesa di Santo Stefano al Ponte, a Firenze, ma la casa editrice ha già annunciato che l'iniziativa andrà avanti con un altro ciclo in partenza in autunno. Per ognuno degli argomenti, è stato spiegato, saranno invitati professori, autori, esperti del settore con una particolare propensione alla divulgazione brillante, non accademica.


Ad aprire il primo ciclo sarà Andrea De Marchi, con 'Arte: 0 spirito o corpo?', con tre lezioni dedicate alla storia dell'arte. Dal 29 aprile poi salirà in cattedra Luca Scarlini con 'Gli Sconfitti. Storie di artisti toscani fuori dal canone' per raccontare destini paradossali, vicende di grandezza in vita e scomparsa in morte, sullo sfondo di una Toscana che talvolta in luoghi meno battuti rivela sorprese mirabili.


"L'ambizione dell'iniziativa - ha spiegato Ginevra Marchi, direttore del Centro Di - è di riuscire a divulgare a non addetti ai lavori argomenti che sono tipicamente da addetti ai lavori. Chiamiamo i più importanti storici dell'arte, esperti di architettura, design, moda a cui chiediamo di aderire a un format semplice, parlando a braccio, per creare una sorta di ecosistema della 'comunicazione di cultura'".


Per informazioni: https://www.centrodi.it/news.asp?idn=2198

   

Fabrizio Del Bimbo

Da Vito Cortese le uova pasquali di cioccolato raw





Uova di cioccolato biologico raw, vegan, gluten e lactose free. Parte del ricavato sarà devoluto alla Fondazione dell'Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze. Tra le proposte un uovo al cioccolato fondente all’82% addolcito con eritritolo

Pasqua 2022. Uova artigianali di cioccolato biologico trattato a bassa temperatura senza zuccheri raffinati e derivati animali, senza glutine e lattosio, per regalare a Pasqua un’esperienza davvero unica che sposa golosità, benessere e sensibilità verso i più piccoli. È la proposta del pastry chef Vito Cortese, il più importante rappresentante italiano della pasticceria crudista e titolare del Cortese Café Novecento a Firenze, che ha creato una famiglia di uova di cioccolato in edizione limitata (tra cui il primo fondente crudo all’82% con eritritolo, dolcificante a zero calorie e zero indice glicemico) in cui 5% del ricavato della vendita sarà devoluto alla Fondazione dell'Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze.

“Le mie uova di cioccolato sono un punto fermo nella mia proposta di pasticceria naturale, spiega chef Cortese, il simbolo dell’equilibrio perfetto fra bontà e salute, fra nutrizione e piacere. Rispetto al percorso che ho intrapreso molti anni fa oggi vivo una gratitudine estrema per cui ho ritenuto fosse il momento giusto per restituire qualcosa a chi ha più bisogno. La scelta di supportare il Meyer nasce proprio da qui. Si tratta di uno dei centri più all’avanguardia a livello internazionale nel trattamento dei disturbi collegati alla nutrizione dei più piccoli”.






“Abbiamo conosciuto Vito Cortese nella sua pasticceria e ne abbiamo apprezzato l'attenzione alla qualità del prodotto e la cura nella lavorazione - afferma Alessandro Benedetti Segretario Generale della Fondazione dell’Ospedale Pediatrico Meyer. Per questo siamo molto felici che abbia scelto di destinare parte del ricavato dalla vendita delle uova di cioccolato a favore del Meyer. Le risorse saranno destinate alla prime necessità dell'ospedale pediatrico Meyer, che comprendono progetti di ricerca scientifica, acquisizione di attrezzature, mantenimento delle attività di gioco e "sorriso" all'interno dell'ospedale e sostegno dei costi di strutture per l'accoglienza delle famiglie che accompagnano il bambino ricoverato.

Non c’è alcun dubbio che la lavorazione a bassa temperatura sia la prima fra le caratteristiche che rendono le uova di Vito Cortese un prodotto unico nel panorama della cioccolateria italiana. Si parte delle fave di cacao che non vengono tostate, ma essiccate lentamente al sole. Successivamente, nella fase di temperaggio, cruciale nella lavorazione del cioccolato, non viene mai superata la temperatura di 42°, un accorgimento che permette di avere un prodotto finito ricco di micronutrienti antiossidanti e vitamine e consente soprattutto di assaporare il gusto pieno, intenso e avvolgente del cacao.
Per far sciogliere lo zucchero di cocco (dolcificante a basso indice glicemico che non sa di cocco perché ricavato dalla pianta e non dal frutto) usato nella maggior parte delle uova firmate Cortese, il cioccolato viene macinato a pietra per almeno 12 ore, in modo da mantenere sempre bassa la temperatura degli ingredienti. Altro elemento cruciale per il consumo da parte di chi soffre di celiachia e allergie al lattosio è l'assoluta mancanza di contaminazioni in fase di preparazione, elemento cruciale per garantire un prodotto finale realmente gluten free e privo di rischi allergenici. 

Molte le novità proposte quest’anno, a seconda che si prediliga il lato goloso e sperimentale o quello più in purezza.  Per questi ultimi, e gli amanti dell’aroma inconfondibile del cacao crudo in tutta la sua irresistibile intensità, ecco le uova di cioccolato fondente 82%. Un prodotto che contiene fino a cinque volte la quantità di antiossidanti presenti nel cioccolato tradizionale. Un uovo disponibile anche nella versione con eritritolo, dolcificante a zero calorie e zero indice glicemico, derivato della fermentazione della frutta, che ha permesso a chef Cortese di creare uova di cioccolato anche per chi ha problemi di glicemia (si suggerisce sempre, in ogni caso, un confronto col proprio medico).

Per gli amanti del cioccolato al latte, ecco l’uovo con latte di cocco, già definito “il migliore cioccolato al latte veg in circolazione”, mentre per chi ha voglia di provare sensazioni ancora più golose la scelta non può non cadere sulle due uova rispettivamente al cioccolato bianco e nocciola e cioccolato bianco e pistacchio: per un’avventura gustativa intensa e senza paragoni. “Dulcis in fundo”: gianduia, per gli irrinunciabili golosi del mix cioccolato e nocciola.

Inoltre, per far conoscere il mondo del cioccolato di Vito Cortese durante la settimana a del 21 marzo, presso la pasticceria Cortese Café Novecento, verrà organizzata una settimana di degustazione dove si avrà la possibilità di assaggiare i vari gusti e aiutare i clienti nella scelta per prenotare il proprio uovo con uno sconto del 10%.

Per la sorpresa chef Cortese quest’anno si è affidato ai maestri argentieri fiorentini Brandimarte, che hanno realizzato per l’occasione un piccolo gioiello che simboleggerà l’ecosostenibilità di un progetto di pasticceria golosa all’insegna della salute e rispettosa dell’ambiente. 

Tutte le uova di cioccolato di Vito Cortese, in un formato di 420g, sono disponibili nella pasticceria Cortese Caffè Novecento a Firenze, in Piazza Santa Maria Novella, oppure possono essere acquistate online sul sito www.vitocortese.com. 

Per le spedizioni le uova saranno inserite in un elegante ed esclusivo packaging in grado di proteggerle dagli urti a garanzia che il prodotto arrivi integro a destinazione.

Fabrizio Del Bimbo 

mercoledì 23 marzo 2022

L'azienda agricola Mori Concetta alla Chianti Classico Collection 2022

 Tra le 180 aziende vitivinicole presenti alla Chianti Classico Collection 2022 abbiamo conosciuto l'azienda agricola Mori Concetta di Becattelli Massimo, che è a conduzione familiare e produce Chianti Classico nel comune di San Casciano in Val di Pesa.

L’azienda è di piccole dimensioni (appena poco più di quattro ettari), di cui tre di oliveto e uno di vigneto di recente realizzazione diviso in due piccole vigne di circa mezzo ettaro l’una.

L’azienda si contraddistingue per l’assenza totale di vitigni di provenienza straniera ed ha selezionato e scelto accuratamente, con la supervisione di agronomi ed enologi, i cloni migliori dei vitigni tipici del Chianti: Sangiovese, Colorino, Canaiolo. Recentemente nei nuovi impianti sono stati aggiunti alcuni vitigni di Pugnitello e prossimamente saranno aggiunti alcuni di Mammolo. Quest’ultimo vitigno è profondamente legato alle tradizioni e al territorio di San Casciano in Val di Pesa.

Il Pugnitello e il Mammolo in passato erano state abbandonati a causa della loro difficile coltivazione e della loro precaria resistenza alle malattie e quindi considerati di difficile resa, cosa che ha facilitato poi l’importazione di cloni di provenienza francese e spagnola. L’obiettivo del loro graduale reintegro è dettato dalla volontà di riscoprire (e quindi di mantenere) questa tipologia molto peculiare ed esclusivamente legata al territorio del Chianti classico.

Il vino, Chianti classico DOCG e biologico, viene prodotto utilizzando solo ed esclusivamente uve dell’azienda e la sua lavorazione è caratterizzata dal connubio tra innovazione e tradizione. Infatti la produzione avviene in cantina mediante l’utilizzo di attrezzature moderne (gramole, presse e pompe) ma con metodologie di una volta, per esempio il successivo imbottigliamento a mano.


Il nome del vino MORINO Chianti Classico DOCG 2019, presentato alla manifestazione fiorentina  deriva dal cognome MORi+viNO, in ricordo della fondatrice dell’azienda, la signora Mori Concetta. È un vino molto apprezzato,  dagli aromi freschi di bacche rosse al naso  e morbidi tannini al palato.




L’azienda agricola Mori Concetta è, ormai da lungo tempo, un vero e proprio punto di riferimento per la vendita di vino e olio bio a San Casciano in Val di Pesa di altissima qualità. 


Info: www moriconcetta.it


Fabrizio Del Bimbo 

lunedì 7 marzo 2022

Conclusa con successo Immagine Italia & Co.2022

 



Ha chiuso i battenti  il 7 marzo la 15ª edizione del Salone B2B Immagine Italia & Co. che si è tenuta in presenza alla Fortezza da Basso di Firenze.

La tre giorni tutta dedicata alla presentazione delle collezioni AI 2022/23 di oltre 130 brand di intimo, lingerie e homewear si è svolta in un’atmosfera di grande ottimismo, espositori e buyer si sono potuti finalmente incontrare di nuovo di persona per sviluppare le loro relazioni commerciali.

I brand in Fiera erano sia  nazionali che internazionali, provenienti da Austria, Belgio, Germania, Grecia, Lettonia, Polonia e Slovenia.

Nonostante l’accesso regolamentato in linea con i decreti di legge vigenti e il periodo storico attuale, l’affluenza dei visitatori è stata superiore alle aspettative, confermando l’importanza di Immagine Italia & Co., unico polo italiano B2B di riferimento commerciale per il comparto intimo, lingerie, beachwear e homewear.




“Questa edizione ha lanciato un messaggio importante” – dice Alessandro Legnaioli, presidente del Salone – “Dopo una passata edizione esclusivamente virtuale, non potevamo permettere di far saltare un altro anno agli operatori del settore. Lo slittamento delle date di un mese è stato necessario per favorire le presenze in Fiera e questa decisione si è rivelata vincente, favorendo una maggiore affluenza in fiera rispetto alle aspettative. Un messaggio importante dunque lanciato non solo da noi organizzatori, ma dalle aziende espositrici che con la loro presenza in fiera a campagna vendite già avviata hanno sottolineato l’importanza di avere un appuntamento in Italia dedicato al settore; e dai negozi italiani che sono intervenuti al Salone ribadendo l’importanza di visionare le collezioni per avere una panoramica completa dei trend che caratterizzeranno la prossima stagione.

In linea con quanto già notato lo scorso luglio a Maredamare, abbiamo registrato una netta soddisfazione degli espositori, tra ordini e meeting, a fronte di un calo inevitabile degli accessi in fiera rispetto alle edizioni pre pandemia.”

Diversi gli appuntamenti in agenda: le sfilate, eventi clou del Salone, che hanno offerto ai presenti un'occasione glamour di scoprire dal vivo i fashion trend del prossimo inverno proposti dalle aziende, gli Speed Meeting, incontri su prenotazione mirati a sviluppare nuove sinergie tra buyer e aziende, e gli Happy Hour musicali, piacevoli momenti di relax dedicati a espositori e visitatori.

Importante è stata la partecipazione al Salone delle aziende spagnole promosse da ICEX (ente governativo spagnolo dedito alla promozione e all’internazionalizzazione delle imprese iberiche e all’attrazione di investimenti esteri in Spagna): i brand Admas, Antonio Miro, Creaciones Selene, Disney, Gonzales, Lois, Promise, Santoro e Ysabel Mora hanno mostrato le loro collezioni con la prestigiosa sfilata Spain Fashion.

Grande successo anche per la Sfilata Collettiva di Immagine Italia & Co. 15 con la quale si è  potuto ammirare una selezione delle collezioni AI 2022/23 dei brand di fama internazionale come Antigel, Brigitte Bardot, Cotton Club,  Chantelle, Chantelle X, Lise Charmel, Fida Lingerie, Gary, Lou, Morgan de Toi, Oscalito, Passionata, RCrescentini, e Simone Pérèle.



La sfilata Ubk Company Co. Trends ha chiuso la giornata di domenica.

L’edizione virtuale del Salone proseguirà fino al 13 marzo sulla piattaforma digitale hub.immagineitalia.eu e sarà fruibile per tutti i negozi, i buyer e gli addetti ai lavori del comparto intimo, lingerie, beachwear e homewear registrati online.

La 15ª edizione del Salone Immagine Italia & Co. è stata organizzata dalla società Underbeach S.r.L., già proprietaria del Salone Internazionale del beachwear Maredamare, con il patrocinio di Città Metropolitana di Firenze, Comune di Firenze, Camera di Commercio di Firenze e Camera di Commercio di Pistoia-Prato.


Fabrizio Del Bimbo


mercoledì 2 marzo 2022

I giudizi delle guide sul Chianti Rufina, in attesa delle anteprime




Anche il 2021 per i giornalisti della critica vinicola, redattori delle Guide Vini 2022 o opinionisti di grandi riviste internazionali di settore, si è dimostrato un anno complicato sia dal punto di vista climatico, sia a causa del perdurare dei problemi legati alla pandemia. Il Consorzio ha messo in atto le più adeguate misure di sicurezza per organizzare le degustazioni in presenza per i responsabili delle Guide che hanno voluto verificare sul territorio di produzione la qualità dei vini. In molte occasioni lincontro con i degustatori ha prodotto interessanti dibattiti sullo stile attuale dei vini e sulle prospettive future della denominazione.

I risultati sono stati resi noti a fine anno 2021 e parlano di ottime prestazioni dei vini del comprensorio del Chianti Rufina.

L'attenzione è stata rivolta soprattutto al Chianti Rufina 2019 e al Chianti Rufina Riserva 2018, con le dovute escursioni nei 2017 e 2016 e con la novità 2020 per i bianchi e i rosati. Il report completo degli andamenti climatici delle annate è riportato sul sito www.chiantirufina.com  . 

La Guida Vini dItalia del Gambero Rosso risulta ancora oggi la più venduta e diffusa nel mondo, con le sue edizioni in varie lingue. Troviamo il massimo riconoscimento da parte del Gambero Rosso, i famosi Tre Bicchieri, per Frescobaldi con un elegantissimo Chianti Rufina Riserva Nipozzano 2018. Ottimi risultati sono dimostrati anche dai numerosi 2 Bicchieri Rossi conseguiti. Castello del Trebbio li ottiene con il Chianti Rufina Riserva Lastricato 2017, seguito da una ottima prestazione della Fattoria Selvapiana con il Chianti Rufina Riserva Vigneto Bucerchiale 2018, uno dei più eleganti delle ultime annate. Poi ancora Frescobaldi con il Chianti Rufina Riserva Nipozzano Vecchie Viti 2018 e con una sorprendente bollicina metodo classico nella DOC Pomino, il Leonia Brut Rosé 2016. I Veroni ottengono i due bicchieri rossi con il Chianti Rufina Riserva Quona 2018, e ancora Colognole con il Chianti Rufina Collezione 2017, Frascole con il Chianti Rufina Riserva 2018. Buone valutazioni anche per tutte le altre aziende del comprensorio con punteggi che attribuiscono Due Bicchieri ai numerosi vini recensiti. A fianco della Guida Vini dItalia, Gambero Rosso pubblica la guida BereBene, gli ottimi vini sotto i 13 euro e le migliori Enoteche d’Italia. Per la Rufina troviamo: Colognole con il Chianti Rufina 2018, poi il Balzo di Paolo Ponticelli “vignaiolo e boscaiolo” con il Chianti Rufina 2018, il Chianti Puro 2019 della Fattoria Lavacchio, il Chianti Rufina 2019 di Selvapiana.

Daniele Cernilli, personaggio iconico della critica enologica, pubblica la Guida Essenziale dei Vini dItalia, dove premia i Marchesi Frescobaldi con il Chianti Rufina Riserva Vecchie Viti Nipozzano 2017, con 95 punti e il faccino, ovvero il simbolo che garantisce che lo stesso Cernilli ci mette la faccia e garantisce la veridicità di questo risultato.  Stesso riconoscimento per i Marchesi Gondi Tenuta Bossi per il Ser Amerigo IGT Toscana 2016.  Il Castello del Trebbio si vede riconoscere 94 punti al Chianti Rufina Riserva Lastricato 2016, così come la Marchesi Frescobaldi al Chianti Rufina Riserva Montesodi 2018. Marchesi Gondi Tenuta Bossi consegue 93 punti con il Mazzaferrata IGT Toscana 2016. 92 punti vanno al Chianti Rufina Nipozzano Riserva 2018 dei Marchesi Frescobaldi e al Bucerchiale 2017 di Selvapiana, che ottiene anche 90 punti per il Pomino Rosso Villa Petrognano 2020.  La Guida Essenziale di Cernilli saluta anche lingresso di un nuovo produttore, Ormæ Vinæ dellimprenditore russo Alexey Kondrashov e della moglie Ella Korop. Per ora la produzione dellazienda, situata in posizione non distante dalla Fattoria di Lavacchio, è molto limitata, ma si attende lingresso dei nuovi impianti destinati al Chianti Rufina DOCG. Ottengono 92 punti lÆllæ V. Il Monte 2018 IGT Toscana, Cabernet Sauvignon, poi 91 punti il Primæ IGT Toscana 2018 Sangiovese e Cabernet Sauvignon e 90 punti il Gioiellæ IGT rosato 2020.

La Guida Slow Wine edita da Slow Food si avvale della collaborazione della FISAR, con la sua capillare rete di sommelier degustatori. Storicamente non assegna punteggi, se non per pochi vini premiati. La procedura di base consiste nel recensire le aziende più significative secondo limpostazione slow” che sta alla base della filosofia del movimento. La recensione, quindi, rappresenta di per sé un grande riconoscimento.  Al vertice delle preferenze di SlowWine si trova un numero selezionatissimo di aziende, definite come AZIENDA CHIOCCIOLA, che rispettano in pieno questa filosofia. Come premi assegna poi la qualifica Top Wine che può riguardare un Vino Slow (vino che oltre a risultare eccellente, condensa nel bicchiere caratteri legati al territorio, storia e ambiente), oppure un Vino Quotidiano (bottiglia eccellente che costa meno di 12 € in enoteca). Quest’anno ci sono ben due Aziende Chiocciola, la storica Selvapiana e il piccolo gioiello di Frascole, con i suoi vigneti tra i più alti della Rufina. Selvapiana ottiene anche il riconoscimento di Top Wine Vino Quotidiano con il Chianti Rufina 2019. Le fa compagnia il Podere Il Balzo con il Chianti Rufina 2018.  Le aziende recensite con ottimi commenti, oltre a quelle citate, sono: Colognole, Fattoria Lavacchio, I Veroni, Podere il Pozzo, Fattoria Il Lago.

Una polvere di stelle cade sulla Rufina da parte della storica Guida Oro Veronelli.  Riceve le 3 stelle ORO la Marchesi Frescobaldi con il DOC Pomino Bianco Benefizio Riserva 2019, un vino che affonda le sue origini nelle ricerche di Vittorio degli Albizi, che impiantò numerosi vitigni francesi ritenuti più resistenti al clima appenninico dellAlta Rufina. Sempre con la DOC Pomino, Frescobaldi ottiene le 3 stelle e 93 punti con il Brut Rosé Leonia 2016 e 92 punti con il Brut Leonia 2017. E ancora 92 punti ottengono il Mormoreto e il Chianti Rufina Riserva Nipozzano Vecchie Viti, entrambi del 2018. Sono classificati con 90 punti il Pomino Bianco 2020 e il Chianti Rufina Nipozzano Riserva 2018. I Veroni ottengono le due stelle e 89 punti per il Chianti Rufina Riserva Quona 2018 e per il bianco IGT Alba di Paola 2020. Altre 3 stelle cadono sulla Tenuta Bossi Marchesi Gondi: al Mazzaferrata 2016 vanno 90 punti, come al Chianti Rufina Riserva Pian dei Sorbi 2018, al Fiammæ 2017 e al Ser Amerigo 2016. La rassegna si completa con Villa Travignoli, che ottiene le 3 stelle e 90 punti per il Chianti Rufina Riserva Tegolaia 2018, con la Fattoria Lavacchio 3 stelle e 90 punti al Vin Santo del Chianti Rufina Riserva 2011, con la Fattoria Il Capitano, con un bel 3 stelle e 92 punti al Chianti Rufina Vigneto Poggio 2018.

Le associazioni di sommelier AIS e FIS pubblicano due guide denominate Vitae e Bibenda rispettivamente. I massimi riconoscimenti di Vitae AIS (4 VITI) e di Bibenda FIS (5 GRAPPOLI) vanno al Chianti Rufina Riserva Bucerchiale 2018 di Selvapiana, mentre il Vin Santo del Chianti Rufina Occhio di Pernice 2016 de I Veroni colleziona i 5 grappoli di Bibenda FIS.

La Guida Vini Buoni dItalia del TCI recensisce esclusivamente vini da vitigni autoctoni e per questo motivo molte DOC come ad esempio Pomino, sono penalizzate per la presenza di vitigni internazionali, anche se questa presenza affonda nelle radici della storia. Al vertice della classifica troviamo i vini della Corona, i vini italiani delleccellenza, scelti con voto palese di maggioranza nella sessione finale di degustazione a commissioni riunite su scala nazionale. Vini che hanno entusiasmato per lassoluta espressione del vitigno e del territorio della Rufina il cui ricordo rimane impresso con la capacità di emozionare a lungo. Questanno il riconoscimento se lo aggiudica i Chianti Rufina Riserva Bucerchiale 2018 di Selvapiana. Ottengono la Golden Star, destinata a quei vini che, raggiunte le 4 stelle, hanno concorso per la Corona destando nella commissione di degustazione unesaltante emozione, il Chianti Rufina Riserva 2018 di Frascole e il Chianti Rufina Riserva Nipozzano Vecchie Viti 2018 di Frescobaldi. Si aggiudicano le 4 stelle il Chianti Rufina Riserva Lastricato 2017 di Castello del Trebbio insieme al Sangiovese Le Anfore IGT 2019. Poi troviamo i Veroni con il Chianti Rufina I Domi 2019 e con il Vin Santo del Chianti Rufina Occhio di Pernice 2016. Colognole ottiene le 4 stelle con il Chianti Rufina Collezione 2017, e ancora Borgo Macereto con il Chianti Rufina La Fuga 2019, per finire con Lavacchio con il Chianti Rufina Cedro 2019 e con un simpatico e giovanile IGT Puro Bianco Frizzante Pet-nat 2020, adattissimo agli aperitivi estivi.

Infine troviamo i primi risultati delle degustazioni eseguite dai principali Magazine cartacei e online internazionali, non vere e proprie guide assolute, ma i cui giudizi sono seguiti dai buyers internazionali che a loro volta sono orientati dalla disponibilità dei vini sui rispettivi mercati di riferimento. 

Per il mercato di lingua tedesca sono molto importanti i giudizi della rivista Vinum di Christian Eder, che ogni anno pubblica in Germania, Austria e Svizzera la classifica Top of Toskana, ovvero i migliori vini della regione in assoluto. Troviamo al vertice della classifica 2021 con 18/20 il Chianti Rufina Riserva Vigneto Bucerchiale 2018 di Selvapiana, seguito con il punteggio di 17,5/20 dal Chianti Rufina Riserva Nipozzano Vecchie Viti 2017 di Marchesi Frescobaldi, dal Chianti Rufina Riserva Quona 2018 de I Veroni, dal Chianti Rufina Riserva Pian dei Sorbi 2018 dei Marchesi Gondi Tenuta Bossi, dal Chianti Rufina Riserva Tegolaia 2018 di Villa Travignoli. Sempre nella parte alta della classifica, troviamo con 17/20 il Montesodi IGT 2017 della Marchesi Frescobaldi, il Chianti Rufina Riserva del Don 2016 di Colognole, il Chianti Rufina Vigneto Erchi 2017 di Selvapiana, il Chianti Rufina Riserva 2017 di Frascole. Ottengono 16,5/20 il Chianti Rufina Riserva Vigna Vecchia 2017 del Podere Il Pozzo, il Chianti Rufina Riserva 2018 della Fattoria Il Lago, il Chianti Rufina Nipozzano Riserva 2018 della Marchesi Frescobaldi. Infine con 16/20, sempre parte alta della classifica, abbiamo il Chianti Rufina Riserva Musica 2018 di Borgo Macereto, il Chianti Rufina Riserva 2017 del Podere Il Balzo.


La rivista inglese Decanter Magazine, una delle più autorevoli del mondo, ha dedicato un esauriente articolo al Chianti Rufina affidato alla penna di Monty Waldin, un giovane appassionato dei vini di Toscana che assaggia nella nostra Regione da più di venti anni. Nellarticolo Chianti Rufina: regional profile plus top wines worth seeking out fa un elogio del Sangiovese che ama laria fresca e la luminosità di questa regione collinare a nord del Chianti Classico e produce vini di qualità, di grande carattere e eccellente valore e dotati di una grande struttura. Larticolo, dopo un completo sguardo alla Rufina, riferisce del suo clima e della sua geografia, dellimpiego del Sangiovese in purezza, delle vendemmie da guardare con interesse e infine nomina otto produttori da conoscere, sempre secondo il giudizio dellautore. Il Castello di Nipozzano dei Marchesi Frescobaldi apre la rassegna con una menzione particolare per il Montesodi, segue Colognole con i suoi rossi vellutati e potenti, la Fattoria I Veroni, la Fattoria Lavacchio, la Fattoria Selvapiana per i vini di grande profondità e finezza, Frascole, Podere Il Pozzo e Villa di Vetrice. Il Chianti Rufina Vigneto Bucerchiale 2017 di Selvapiana si aggiudica 97 punti e il titolo di migliore assaggio della serie, seguito da vicino e sempre con 97 punti dal Chianti Rufina Riserva 2017 di Frascole. Il Castello Nipozzano Chianti Rufina Riserva 2018 si aggiudica 96 punti, mentre il Chianti Rufina di Colognole 2017 ha 95 punti come il Chianti Rufina Ludiè 2019 della Fattoria Lavacchio. In conclusione Monty Waldin riconosce che il territorio richiede maggiori approfondimenti e una conoscenza più completa che si propone di realizzare in occasione della presentazione del nuovo progetto sui vini da singole vigne e da solo Sangiovese che vedrà la luce nel 2022.

Ottenere recensioni da Wine Spectator è sempre molto difficile ed è per questo interessante segnalare il commento scritto da Bruce Sanderson sul Pomino DOC Villa Petrognano 2017 di Selvapiana. Il vino ottiene il rispettabile punteggio di 93/100 per il suo soffice e affumicato aroma di tralci di vite bruciati, mentre al palato ha profumo di mirtilli intercalati da sentori di cedro, grafite di matita, catrame e tabacco. Solido con tannini muscolosi e un finale sapido persistente. Da bere tra il 2022 e il 2035. 

Anche James Suckling si dimostra convinto dei vini di Selvapiana. Nella ristrettissima classifica dei TOP 100 del mondo troviamo il suo Chianti Rufina 2019 con 93/100 di valutazione. La posizione è proprio la n° 100 ma in questa particolare classifica non è solo il punteggio ad avere importanza, ma anche altre valutazioni come il prezzo e la disponibilità sul mercato statunitense. Il Fornace 2016 ottiene infatti ben 96/100, mentre con 95/100 si classificano il Chianti Rufina Vigneto Erchi 2017, e il Chianti Rufina Riserva Vigneto Bucerchiale 2017, poi con 94/100 il Chianti Rufina Riserva Vigneto Bucerchiale 2018 e il Pomino Rosso Villa Petrognano 2018.  

Per il futuro, si guarda ai risultati della vendemmia 2021 con un duplice sentimento. I risultati sono stati molto avari in termini di quantità a causa delle condizioni climatiche veramente difficili, con un calo medio che si è attestato in una forbice che va dal 15 al 25%. Dallaltro lato, quello della qualità, i risultati sono invece superiori ad ogni aspettativa. Le uve sono di qualità impeccabile e gran parte del merito va ai produttori che si sono impegnati a fondo lavorando in vigna con interventi frequenti e lavorazioni quasi quotidiane con raccolto in più fasi, in base alle esposizioni dei vigneti o anche di singole parcelle. I Chianti Rufina 2021 saranno, a giudizio della maggior parte dei produttori, vini superiori da lungo invecchiamento.


Fabrizio Del Bimbo 

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