A ridosso del vasto Tavoliere di Puglia, ai piedi del Subappennino Dauna si incontra una piccola città dalla nobile storia, Troia, la cui fondazione secondo la leggenda avvenne nel XII secolo a.C. per mano di Diomede, compagno di Ulisse.
In effetti gli scavi archeologici hanno confermato l'antica origine della città, che risulta sorta prima delle guerre puniche, anche se conosciuta dalle popolazioni romane con altri nomi. La cittadina di oggi sorge nel 1019, anno a cui sono seguite una serie di trasformazioni sociali e architettoniche dovute alle successive riconquiste da parte di bizantini, saraceni e infine dei Borboni. Troia custodisce nelle sue vie alcuni fra i più affascinanti gioielli dell'arte medievale dell'Italia meridionale. Attorno alla via pedonale dedicata alla Regina Margherita, si snodano tutte le viuzze che portano ai principali monumenti ed edifici sacri..La Concattedrale di Troia è uno dei più mirabili esempi del romanico pugliese, con influssi arabeggianti. È a croce latina, edificata fra il 1093 e il 1120, e dedicata alla Beata Vergine Assunta.Per la sua armonia e lo straordinario rosone è ammirata in tutta Italia .Il rosone è un esempio di tecnica di scultura eccellente: è composto da undici colonne, un numero simbolico che richiama il numero dei discepoli di Cristo meno Giuda, il traditore. Le colonne si irradiano dal centro e sono unite in un intreccio di archi e sembra quasi un pizzo ricamato.. Al suo centro si trova in rilievo la scultura di un serpente che si morde la coda, simbolo di eternità e di resurrezione.
Altre chiese di Troia sono la Basilica di San Basilio, dell' XI secolo,, la Chiesa di San Giovanni di Dio e la più antica, la Chiesa di San Vincenzo del X secolo.
Non tutti sanno che a Troia si trova li Centro del Gusto, gestito dal GAL Meridaunia e nato per promuovere il turismo enogastronomico nei Monti Dauni. Si trova nell'ex Convento di San Francesco e risponde alla nuova concezione del cibo come valore culturale e non solo come mezzo di nutrizione. Le sue sale ospitano momenti didattici, conferenze, incontri formativi, percorsi e laboratori del gusto e sono punto di riferimento per chi desidera conoscere le eccellenze dei Monti Dauni . Inoltre il Centro può diventare un ottimo volano per la:economia locale e per l'occupazione.
Negli spazi e nella cucina attrezzata del Centro del Gusto vengono coinvolte le tante eccellenze dei Monti Dauni.
È la vetrina di quanto di meglio i Montti Dauni hanno da offrire in fatto di produzione agroalimentare e tradizione culinaria, è lo scenario perfetto per avvicinarsi alla conoscenza di uno degli aspetti più rilevanti della cultura dei Monti Dauni, cioè l'enogastronomia
Al Centro del Gusto si impara per esempio a impastare le
orecchiette, tipo di pasta fresca tipico pugliese dalla classica forma rotondeggiante e colore giallo dorato se prodotte con farina bianca. Il colore è più scuro se fatte con grano arso .
Ma le vere protagoniste della tavola sui Monti Dauni sono le erbe spontanee che crescono rigogliose nei campi nelle diverse stagioni dell’anno: rucola, cardo, , tarassaco, , cicoriella, cime di rapa, finocchietto selvatico, borragine, ortica, asparago selvatico. E poi ci sono anche le erbe aromatiche, che riempiono di profumo l’aria in alcuni periodi in particolare: il timo, l’origano, il rosmarino. In Puglia ci sono ben 150, tra DOP, IGP e prodotti agroalimentari tradizionali legati alla gastronomia o a un’area geografica molto circoscritta.
(www.galmeridaunia.it)
Spostandosi a pochi km di distanza ecco Orsara di Puglia, deliziosa località che offre molto al visitatore:
la Chiesa di S. Nicola è della fine dell'XI secolo e ristrutturata nel 1622, in stile barocco;
la Grotta di San Michele, cioè una chiesa scavata nella roccia, uno dei luoghi di culto più importanti, e più antichi dell'Italia meridionale.
Per accedervi bisogna salire la cosiddetta "scalinata sacra" e sul fondo della navata vi è l’altare con la statua di San Michele; la Fontana Nuova del 1500 che In passato fu il lavatoio pubblico che le donne utilizzavano per lavare i panni. Anche a Orsara si cerca di preservare le antiche buone abitudini alimentari . Non per nulla l'antico forno a paglia, in cui ha sede il forno "Pane e salute", esiste dal 1526 ed era il forno comune del paese dove ci si recava a cuocere il pane. Tutto è rimasto originale: ogni singola pietra, gli antichi attrezzi per lavorare il pane e muoverlo all'interno delle antiche fornaci. (www.paneesalute.it)
Fabrizio Del Bimbo
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