sabato 21 settembre 2024

Riflettori puntati sul Soave, grande vino bianco di Verona




"Appuntamento  Soave" è il recente evento del Consorzio di Tutela, ospitato al Circolo Ufficiali di Verona, dedicato alle migliori espressioni del vino Soave. Tra masterclass, degustazioni focalizzate sul potenziale evolutivo di questo vino e una importante tavola rotonda, il Soave, vino bianco tra i più rappresentativi d’Italia, ha ribadito così il suo stretto legame con la città scaligera.
L' evento ha raccontato il Soave, la sua eccelsa qualità e la bellezza delle sue colline a esperti e winelovers.  Tra i temi trattati il valore dell’identità enologica del Soave, l’importanza del suo paesaggio riconosciuto patrimonio agricolo mondiale dalla FAO, la versatilità di un vino eccellente se degustato fresco, ma in grado di stupire se lasciato evolvere qualche anno in bottiglia,  Oltre quaranta aziende hanno presentato sulla suggestiva terrazza in riva al fiume Adige le loro migliori interpretazioni di Soave, dal vino di annata alle selezioni più mature ed evolute.

La zona del Soave si sviluppa sul versante est dei Monti Lessini, nella culla dei vini bianchi più rilevanti della regione. Questa zona è certamente conosciuta per la grande produzione in termini quantitativi. I vigneti si estendono per circa 6500 ettari, piantati prevalentemente da garganega, vitigno a bacca bianca che ricopre un ruolo primario in questa regione.
La denominazione Soave è diventata  DOC nel 1968, anche se il disciplinare nel tempo ha subito parecchie modifiche. Viene elaborata da uve garganega, in prevalenza per il 70%, e da trebbiano di Soave o chardonnay per il 30% massimo.  Le caratteristiche del Soave evidenziano un profilo aromatico intenso: è  un vino leggero e fresco con delicate note di mandorla. La zona più antica di tutto il Soave, definita “Classico”, è la più prestigiosa, ed è situata sulle colline di Soave e Monteforte d’Alpone, dove i suoli sono vulcanici. Vi è poi la parte dei Colli Scaligeri, che costituisce una sottozona della denominazione e si estende sull’area collinare.
Il territorio include 3 diverse tipologie di vini bianchi, Recioto di Soave, Soave.Superiore e  
Soave 
La versione Superiore ha ottenuto la qualifica DOCG nel 2001 e prevede una minore resa per ettaro e quindi una qualità superiore rispetto alla versione base. La tipologia Riserva segue un affinamento di almeno 2 anni.
Il  Recioto di Soave si ottiene per appassimento di uve su tralicci di legno per disidratare gli acini e concentrare quindi gli zuccheri. 
Oltre 15 anni di ricerca dei suoli, di clima, di vinificazione e di storicità ha portato alla definizione di 33 unità geografiche aggiuntive (U.G.A.






Verona è  anche luogo di memorie dantesche: Dante Alighieri è stato a lungo ospite degli Scaligeri durante il suo esilio e ha potuto apprezzare il Soave. La città scaligera vanta la Capitolare, la biblioteca più antica al mondo tra quelle ancora esistenti, uno scrigno di tesori di cultura e sapere tramandati per più di quindici secoli. Qui si conserva l'originale dell'indovinello veronese, cioè il  primo documento scritto in volgare. Non sappiamo se il Sommo Poeta ha studiato nella Capitolare, ma è certo che nel 1320 ha tenuto nella vicina chiesetta di S. Elena una conferenza sulla Quaestio de aqua et terra.
Tra i produttori di Soave, la
Cantina del Castello è situata nel cuore dell’antico borgo medievale di Soave ed è  l' unica del paese. È una piccola realtà che affonda le radici nella storia del territorio. Il vino prodotto qui rispecchia le caratteristiche della terra e porta avanti una tradizione che, dagli anni '60 ad oggi, continua a vivere ed evolversi.
Il palazzo della cantina risale al XIII secolo e qui storia e leggenda si uniscono dando vita ad un luogo incantevole e suggestivo. Nei sotterranei del palazzo, oggi adibiti a degustazioni, si trova il cunicolo sotterraneo che un tempo conduceva al Castello di Soave. 




La Cappuccina, fondata nel 1890 dalla famiglia Tessari, è a Costalunga di Monteforte d’Alpone, sulle dolci colline a est. Fascino e mistero avvolgono il nome dell’azienda che deriva dalla suggestiva cappella privata, annessa a Villa Buri Tessari, risalente al XVI secolo, in cui si pensa officiassero un tempo i frati Cappuccini. La cappella del 1725 è un autentico gioiello dell’architettura locale tra le nere rocce vulcaniche della Val d’Alpone.  La villa è circondata da uno splendido giardino.
Sandro de Bruno dal  2002 è  un'azienda con l'obiettivo di produrre vini che rappresentino al meglio la vocazione del territorio del Soave e dei Monti Lessini, tra terre vulcaniche  particolarmente vocate, che offrono un panorama spettacolare. 

www.ilsoave.com

Fabrizio Del Bimbo 



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