Smart working: cresce l’impegno di Technacy, l’azienda cervese che fornisce servizi a Tim e Vodafone
In un momento drammatico come l’attuale, in cui la maggioranza delle attività produttive d’Italia sono costrette a fermarsi, c’è chi è chiamato ad un impegno ancor maggior del normale.
Con le persone costrette a rimanere in casa, e spesso a lavorare da casa, cresce l’utilizzo della telefonia, ed è aumentato considerevolmente il lavoro in smart working. Al punto che le principali compagnie telefoniche, da quando è partito il lockdown, hanno avviato campagne per offrire giga e servizi in maniera vantaggiosa.
E se il traffico telefonico è cresciuto, anche chi opera all’interno di questa filiera ha conseguentemente aumentato l’attività quotidiana: per facilitare l’implemento dei servizi legati alla telefonia e fornire un servizio importantissimo, soprattutto alle migliaia di lavoratori oggi attivi in modalità remota.
Technacy è una di queste realtà. Fondata nel 2011 a Cervia, sulla riviera ravennate, da un gruppo di professionisti già esperti nel settore, l’azienda è cresciuta nel tempo creando una serie di servizi legati al mondo della telefonia mobile per i maggiori operatori italiani, TIM e Vodafone in primis. Per tutti, Technacy ha ideato e sviluppato un’articolata piattaforma chiamata Netmon, che consente di monitorare e decidere in tempo reale cosa possano fare le SIM aziendali, permettendo di controllare costantemente il traffico prodotto e di evitare così esorbitanti bollette, come spesso accade soprattutto all’estero. Un sistema che negli anni ha ottenuto un gradimento crescente da parte del mercato: oggi Technacy controlla - per conto degli operatori - il traffico SIM di oltre 1500 aziende italiane, con clienti di ogni settore e dimensione (da Gruppo Cremonini a PriceWaterHouseCoopers, da IMA a Parmalat, tanto per fare alcuni esempi). Attualmente l’azienda opera su circa 300 mila SIM complessive, ha un fatturato in costante crescita e prospettive di ulteriore sviluppo: anche fornendo soluzioni e prodotti diversi, legati alla gestione della telefonia, al marketing e alla produttività.
Del resto lo smart working, cresciuto a causa del Coronavirus, sta cambiando le abitudini lavorative degli italiani: quando l’emergenza sarà finita non è detto che si ritorni indietro “Anzi, speriamo il contrario, è una scelta etica: lavorare da remoto può avere grandi vantaggi, non solo per le attuali esigenze sanitarie, ma anche per motivi organizzativi. Ed è una modalità più sostenibile dal punto di vista ambientale, un aspetto a cui oggi si fa sempre più attenzione. Speriamo che possa affermarsi come paradigma sempre più frequente negli anni a venire”, spiega Vittorio Foschi, amministratore delegato di Technacy. “La gestione della telefonia, in ogni caso, diverrà ancor più articolata: e noi, grazie all’esperienza e alla creatività che ci contraddistinguono, siamo pronti a soddisfare queste nuove necessità, a cercare di anticiparle”.
Un incremento dell’impegno lavorativo che si inserisce in un trend di crescita a cui Technacy sta cercando di dare risposte tempestive: “il mercato italiano si amplia costantemente, l’intenzione è quella di affrontare a breve anche quello europeo” chiude Foschi. “Già prima dell’emergenza stavamo lavorando per ampliare la nostra struttura: appena la situazione sarà tornata alla normalità - ovviamente sperando che accada il prima possibile - riprenderemo a muoverci per allargare l’azienda”.
Fabrizio Del Bimbo
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