Il museo Richard Ginori a Sesto Fiorentino rappresenta la più completa
raccolta delle porcellane e degli strumenti di lavorazione della
Manifattura di Doccia dalla nascita, nel 1737, fino ai nostri giorni.
E' uno dei più antichi musei dedicati alla ceramica in
Europa, un museo d’impresa ante litteram ed anche un museo del lavoro,
oltre che uno straordinario museo del territorio e della città.
E' stato
firmato l’atto che dà vita alla Fondazione che il museo dovrà gestire, è
nata la Manifattura. La cerimonia si è svolta proprio dove ha trovato
casa il primo nucleo della collezione.
Nasce invece nel 1963 e fu progettato dagli architetti
fiorentini Pie Niccolò Berardi e Fabio Rossi per essere da subito museo e
show room ed ha racchiuso per quasi cinquant’anni, dal 1965 al 2014,
non soltanto la produzione della Manifattura nei suoi tre secoli di
attività ma anche un vasto patrimonio archivistico e librario. In
seguito al fallimento della Richard-Ginori Spa, avvenuto nel 2013, il
museo, di proprietà dell’azienda, ha continuato la propria attività per
alcuni mesi, per poi chiudere definitivamente il 14 maggio 2014.
Nel
marzo 2017 il Mibact annuncia l’acquisto del Museo e delle collezioni
che si perfeziona tra novembre e dicembre dello stesso anno; subito dopo
vengono anche stanziati quasi due milioni di euro per gli interventi di
ristrutturazione più urgenti.
Nel
febbraio del 2018 viene sottoscritto un accordo per la valorizzazione
del museo e dell’archivio tra Mibact, Regione e Comune di Sesto
Fiorentino. L’accordo prevede la costituzione di un gruppo di lavoro cui
viene affidata la elaborazione di un documento di indirizzo per
l’elaborazione del programma strategico di sviluppo culturale,
identificarne i principi-guida del progetto, museografico ma non solo, e
delineare gli elementi principali del modello giuridico-istituzionale
ed operativo mediante cui configurare il nuovo Museo-Archivio.
I
lavori del gruppo di lavoro si concludono nell’autunno del 2019, con
l’individuazione degli obiettivi strategici per il rilancio e lo
strumento giuridico della fondazione di partecipazione per la gestione
del museo.
La
Fondazione, di cui è stata oggi sottoscritta la costituzione, ha come
soci fondatori il MiBact, che conferisce al fondo di dotazione 100mila
euro oltre al diritto d’uso dell’immobile e della collezione, la Regione
Toscana, che conferisce al fondo di dotazione 200mila euro oltre a
300mila euro per il 2020 ed altrettanti per il 2021 da destinare alla
gestione e al funzionamento, e il Comune di Sesto Fiorentino che
conferisce al fondo di dotazione 100mila euro ed altrettanti per il
2020 e per il 2021 sempre per la gestione.
L’investimento
del Ministero è comunque ancora più ampio e vale complessivamente oltre
6 milioni e 150 mila euro. Tre milioni e 934 mila euro sono serviti
per l’acquisizione dell’immobile e delle collezioni, cedute a
compensazione dei debiti fiscali dell’azienda, per un valore di 3
milioni e 234 mila euro, facendo ricorso alla legge Guttuso. “Una norma
poco usata – ha detto il ministro Franceschini – ma che è molto
intelligente, in base alla quale si possono pagare tasse con opere
d’arte anziché in denaro”. Quasi altri 260 mila euro sono stati
impegnati in interventi di conservazione e manutenzione anche
straordinaria dell’immobile, 60 mila per il restauro delle collezioni.
Infine
ci sono
1 milione e 900 mila euro di fondi Cipe destinati anch’essi al restauro e
al risanamento del museo.
Gli
spazi dell’immobile in viale Pratese dove oggi sono raccolte le
collezioni Richard Ginori dovranno essere riorganizzati, spiegano i
tecnici del Polo Museale. Il patrimonio delle opere d’arte conservate
all’interno è immenso. Oltre alla collezione Gio Ponti, che negli anni
Venti e Trenta del Novecento ha fatto acquisire alla manifattura un
indiscussa fama internazionale e rivoluzionato l’arte decò, c’è molto
altro: circa 8000 opere, 1200 modelli, 3500 lastre in metallo incise per
stampare le decalcomanie, 3416 pietre cromolitografiche. E poi ancora
circa cinquemila disegni, una biblioteca storica, una moderna
specialistica, una fototeca.
Del Bimbo Fabrizio