mercoledì 19 luglio 2023

La pandemia diabete T2, partito da Firenze il roadshow di Motore Sanità

 

A Firenze il primo road show “La pandemia diabete T2: dai modelli organizzativi, alle criticità gestionali, alle nuove opportunità di cura”




Graziano Di Cianni, Presidente Nazionale AMD, Associazione Medici Diabetologi e Direttore dell’Unità Operativa complessa di Diabetologia e Malattie del Metabolismo, ASL Toscana Nord Ovest: “In Toscana sono circa 250mila i diabetici noti, con una prevalenza che è maggiore dell’1% sulle zone costiere rispetto alle zone centrali. Manca ancora un accesso equo alle cure, in particolare nelle zone più periferiche”.


  È partito da Firenze il primo road show “La pandemia diabete T2: dai modelli organizzativi, alle criticità gestionali, alle nuove opportunità di cura”, promosso da Motore Sanità con il contributo incondizionato di Menarini.

L'evento si è tenuto il 19 luglio a Firenze presso il Consiglio Regionale della Toscana, Piazza del Pegaso, Sala auditorium via Cavour 4. 

“Il diabete è una delle malattie croniche più diffuse al mondo, ampiamente diffusa anche nel nostro Paese”, spiega Claudio Zanon, Direttore Scientifico di Motore Sanità, aprendo la tavola di lavoro a Firenze, presso Palazzo del Pegaso. “Come è noto esistono due forme il diabete: quello di Tipo 1 e quello di Tipo 2 ed entrambi presentano problematiche e risoluzioni diverse. Oggi vi è sempre di più la necessità di curare i pazienti diabetici favorendo la loro autogestione di controllo e, allo stesso tempo, di riuscire a dare ai diabetici stessi quelli che sono i cosiddetti farmaci innovativi che possono incidere in maniera importante sul controllo della glicemia e agire sulle complicanze del diabete (in primis il cuore). Occorre pensare in maniera organizzata alla presa in carico del paziente diabetico che va territorializzata, anche grazie alla disponibilità di questi nuovi farmaci, liberando così gli ospedali”.


“Sono felice che oggi gli spazi istituzionali dell'assemblea legislativa Toscana possano ospitare questo importante momento di approfondimento”, ha detto Enrico Sostegni, Presidente III Commissione sanità e politiche sociali, Consiglio Regionale della Toscana. “Occasioni di confronto che arricchiscono il servizio sanitario regionale e stimolano gli operatori a un rapporto con chi governa questo sistema perché possano essere prese le misure più opportune sia per la cura, sia per la programmazione degli interventi”.


“La Regione Toscana ha adottato un modello di gestione integrata della cura del diabete, basato sulla centralità della persona e sulla multiprofessionalità”, ha continuato Simone Bezzini, Assessore al Diritto alla salute, politiche per la promozione della salute, prevenzione, cura e riabilitazione, Regione Toscana. “In questi anni è stato fondamentale l’ascolto e la collaborazione delle associazioni dei pazienti diabetici e dei professionisti delle Asl, sinergia che nel tempo ha portato a importanti risultati come l’adozione del “Nuovo PDTA per il diabete nell’adulto”, “Il PDTA sul Piede diabetico”, al fine di integrare il percorso territorio-ospedale-territorio, fino alla costituzione della Rete regionale della patologia diabetica che ha uniformato i protocolli diagnostici terapeutici a livello regionale, ed individuato linee guida come l’automonitoraggio glicemico. Giornate come quelle di oggi di condivisione e confronto sono fondamentali per costruire nuove strategie e soluzioni per migliorare la qualità della vita delle persone diabetiche”.


La situazione epidemiologica regionale e le criticità gestionali nel diabete T2 sono state affrontate da Graziano Di Cianni, Presidente Nazionale AMD, Associazione Medici Diabetologi e Direttore dell’Unità Operativa complessa di Diabetologia e Malattie del Metabolismo, ASL Toscana Nord Ovest. La parola d’ordine è medicina di prossimità, quindi integrazione dei servizi, tra di loro e con la medicina generale, creazione di centri per l’assistenza ospedaliera e organizzazione capillare che individui e curi tutti i pazienti diabetici.


“In Toscana sono circa 250mila i diabetici noti, con una prevalenza che è maggiore dell’1% sulle zone costiere rispetto alle zone centrali - precisa Di Cianni. Manca ancora un accesso equo alle cure, in particolare nelle zone più periferiche che soffrono della mancanza della prevenzione delle complicanze e dell’accesso alle cure specialistiche. Il problema ora è quello di garantire l’equità  della cura indipendentemente dal reddito e dalla zona di residenza, investendo sul territorio e sulla rete dei servizi, per una medicina sempre più di prossimità che non lasci indietro nessuno. AMD ha realizzato con altre società scientifiche un position paper che è stato presentato alle istituzioni: nel documento viene descritto come deve essere organizzata la rete diabetologica, garantendo la figura dei centri specialistici, il supporto della telemedicina e la certificazione delle competenze”.


È cambiato il paradigma della presa in carico del paziente affetto da malattia cronica. Secondo Elisabetta Alti, Direttore del Dipartimento di Medicina Generale, USL Toscana Centro e Vicesegretario Sezione Provinciale FIMMG Firenze, “Andiamo avanti nella personalizzazione della presa in carico della persona e non della patologia. La differenza è proprio nell’avere capito il ruolo della sinergia fra i tutti professionisti che a vario titolo - medici, infermieri, dietisti, fisioterapisti, ma anche operatori sanitari e operatori del sociale - devono interagire, avere programmi in comune e avere la finalità comune di trovare il percorso personalizzato per la terapia del paziente. Il ruolo del medico di medicina generale è ancora più determinante rispetto a prima, soprattutto perché grazie anche all’apertura con la Nota 100 alla prescrizione di farmaci che oramai hanno più di 10 anni, possiamo già impostare una terapia non solo congrua con il Diabete, ma anche personalizzata alle eventuali comorbidità che sono presenti nel paziente, come per esempio lo scompenso cardiaco e l’alto rischio cardiovascolare”.


Attualmente la prevalenza del diabete in Italia viene stimata intorno al 6%, con approssimativamente 3,6 Milioni di soggetti che ne sono affetti. Ma da più fonti viene indicato come il sommerso/non diagnosticato raggiunga numeri ben più elevati. I dati recenti pubblicati dal data base nazionale Health Search che raccoglie 1.200.000 cartelle cliniche relative ai MMG, indicano una prevalenza di diabete tipo 2 nella popolazione adulta pari al 7,6%.


L’impatto della malattia dal punto di vista clinico, sociale ed economico sul SSN e sui servizi regionali è molto importante, basti pensare che:


7-8 anni è la riduzione di aspettativa di vita nella persona con diabete non in controllo glicemico, 60% almeno della mortalità per malattie CV è associata al diabete, il 38% delle persone con diabete ha insufficienza renale (può portare alla dialisi), il 22% delle persone con diabete ha retinopatia, il 3% delle persone con diabete ha problemi agli arti inferiori e piedi


32% dei soggetti è in età lavorativa (20-64 anni) con prevalenza del 10% fra le persone di 50-69 anni, l’8% del budget SSN è assorbito dal diabete con oltre 9,25 miliardi € (solo costi diretti a cui ne vanno aggiunti 11 di spese indirette), la spesa, desunta dai flussi amministrativi, indica circa 2.800 euro per paziente (il doppio che per i non diabetici)


Ma il 90% dei costi è attribuibile a complicanze e comorbilità, mentre solo il 10% è assorbito dalla gestione del problema metabolico. Attraverso questo scenario il diabete rappresenta chiaramente un esempio paradigmatico di patologia cronica la cui condizione spesso polipatologica, richiede una complessa gestione multidisciplinare.


Nel diabete di tipo 2 raggiungere l’obiettivo glicemico indicato dalle linee guida con il solo cambiamento dello stile di vita è raramente possibile e diventa necessario l’utilizzo di farmaci, in primis la metformina. Durante le fasi successive della malattia inoltre, spesso la terapia richiede ulteriori implementazioni con farmaci orali o iniettivi. E secondo le più recenti linee guida nazionali “l’intensificazione della terapia è uno strumento efficace nella prevenzione delle complicanze a lungo termine che determina una riduzione dei costi legati alla gestione delle complicanze stesse”.


Nell’ultimo decennio il panorama terapeutico si è molto arricchito di efficaci opzioni terapeutiche e visti i dati epidemiologici di questa cronicità in continuo aumento, Motore Sanità ha ritenuto importante un confronto tra tutti gli attori di sistema per rivedere i percorsi di cura mantenendo la sostenibilità di sistema.


Fabrizio Del Bimbo 

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