sabato 12 aprile 2025

La Sardegna offre opportunità a giovani ricercatori per sviluppare tecnologie avanzate



Tortolì è una cittadina nel centro della Sardegna orientale, divenuta capoluogo della provincia di Ogliastra (in coabitazione con Lanusei) quando le province sarde raddoppiarono, nota soprattutto essere prossima alla bella località balneare di Arbatax.

Pochi sanno che nella zona industriale di Tortolì opera da un quarto di secolo un’azienda che distilla e seleziona terre rare: grazie a un know how che permette di trattare la sinterizzazione degli ossidi (appunto le terre rare, un giacimento delle quali  è stato scoperto pochi anni fa nell’entroterra di Sassari) per le applicazioni duali. Si tratta della Filar Optomaterials, una piccola impresa a gestione familiare creata da Pier Giorgio Lorrai – dentista di professione, da sempre appassionato di scienza, sognatore per natura – coadiuvato oggi dai figli Marco e Maurizio.



Filar Optomaterials distilla monocristalli, estraendone le parti nobili del laser: materiali attivi dal punto di vista fotonico, in grado di dare vita ad energia monocromatica partendo da quella multispettrale. Un processo che permette all’azienda produrre materiali che la fanno interagire con clienti di settori diversi, dal medicale all’estetica fino ai delicatissimi ambiti dell’aerospazio e della difesa. Fin dal 2003, in particolare, componenti dei laser realizzati da Filar sono stati utilizzati per satelliti spaziali.

Qualche settimana fa, l’azienda è stata protagonista di un riuscito evento andato in scena a Cagliari, organizzato da Sardegna Ricerche nell’ambito di Smart Growth (un progetto europeo che mira a creare nuove catene di valore nelle realtà meno sviluppate della 




A valle di questo incontro, Lorrai ha lanciato nei giorni scorsi un accorato appello alle istituzioni isolane. “Intelligenza Artificiale, alta tecnologia, fotonica avanzata, medicina innovativa: per alcuni sono solo termini da vendere in campagna elettorale senza capirne il reale significato, per altri invece rappresentano la normalità, il pane quotidiano, l’impegno lavorativo – ha detto Lorrai -. La cosa peggiore è trattare questi temi solo come prodotti pecuniari: l’alta tecnologia usata in modo improprio può creare mille problemi, soprattutto nei confronti delle giovani generazioni. Per questo è importante che chi è preposto alla guida di una comunità debba essere non influenzabile e non corruttibile, ampliando gli investimenti e le offerte nei vari settori tecnologici di cui disponiamo in Sardegna anche a vantaggio dei nostri ricercatori più giovani: non solo guardando alle multinazionali, bensì anche alle piccole e medie imprese, che possono crescere all’interno dei nuovi scenari mondiali”.

Secondo Lorrai, la sua terra ha tutte le carte in regola per essere al centro un processo virtuoso rivolto ai giovani. “La nostra regione – continua - offre basi adeguate e radicate, dallo studio dell’uomo alla creazione di tecnologie spinte, come ad esempio quelle basate sui “materiali intelligenti” e sulle loro applicazioni. Da quelli estrattivi, che possono essere meglio armonizzati, alla valutazione dei siti di recupero e dei siti marginali: in un perfetto contesto di economia circolare, per cui da secondari questi materiali diventano primari. Materiali intelligenti che sono alla base delle alte tecnologie di cui le società necessita, perché si applicano a numerosi settori strategici: dalla medicina sofisticata, alla difesa, alle telecomunicazioni…”.

“In Sardegna – chiude Lorrai - coesistono attività e condizioni ambientali ideali per essere al tempo stesso un richiamo per una base di lavoro, ma anche di vita a dimensione d’uomo: un giovane che voglia operare in quest’ambito può trovare qui un lavoro altamente qualificato abbinato ad un’alta qualità della vita”.

Fabrizio Del Bimbo 

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