giovedì 25 agosto 2022

A Firenze il nuovo Museo delle illusioni

Di recente ha aperto a Firenze, al piano terra del Palazzo Tornaquinci della Stufa in Borgo Albizi, 29, il “Museo delle Illusioni”.




Si tratta di un luogo in cui nulla è come sembra in cui stanze, installazioni e rompicapo metteranno a dura prova i sensi e la percezione della realtà del visitatore.

E’ un luogo che divertirà gli adulti ma soprattutto i bambini in cui non solo si possono ma si “devono” fare foto per scovare tutti trucchi visivi, gli specchi magici, i giochi e gli ologrammi.

Il museo si sviluppa in uno spazio di 600 m2 in cui le illusioni incontrano la scienza e l’arte, sono esposte opere d’arte misteriose e indovinelli classici.

L’esperienza è arricchita dall’intrattenimento interattivo, è infatti possibile disegnare con la luce, creare ombre, vivere momenti indimenticabili nel mondo “sottosopra”.

Se si hanno dei dubbi su come funziona un’invenzione oppure si vogliono sentire storie incredibili sull’arte e la storia o approfondire le proprie conoscenze scientifiche  il team del museo è sempre presente per svelare i segreti dell’incredibile mondo delle illusioni.

L’esposizione permanente è sempre in evoluzione: ogni anno si aggiungeranno alla collezione nuovi oggetti esposti.




Il Museo delle Illusioni è un concept nato nel 2015 in Croazia, a Zagabria,  poi esteso in numerose città del mondo, diventando una tappa imprescindibile per chi viaggia con bambini al seguito. In Italia il primo museo delle illusioni è stato aperto nel luglio del 2021 a Milano, quello di Firenze è il secondo polo presente nel Bel Paese e presto si aggiungerà il terzo, a Roma.


Il palazzo Tornaquinci della Stufa che ospita il museo  sorge in un'area già segnata dalla presenza in passato di case della famiglia Scolari, in parte inglobate nel palazzo, in parte in quello dei Pazzi della Congiura: le comuni origini dei due edifici da una stessa proprietà e il riproporsi di alcuni motivi nell'uno e nell'altro hanno peraltro fatto ipotizzare da alcuni studiosi un unico impianto costruttivo per le due fabbriche, che ad un certo momento sarebbero pervenute alla famiglia Pazzi. Per altri, invece, spetterebbe ai Lucalberti, proprietari del palazzo nel Quattrocento, la prima trasformazione della fabbrica medioevale in dimora signorile.

Agli inizi del Settecento la proprietà passò ai Tornaquinci, che intervennero con significativi lavori, peraltro spostando l'ingresso principale, già prospiciente via de' Giraldi, su borgo degli Albizi, e ridisegnando i due piani superiori.

Attorno al 1910, oramai passato ad altri dopo essere stato dal 1790 circa dei Tornaquinci Della Stufa, il piano terreno della facciata fu modificato, fino ad acquisire i caratteri odierni, con la trasformazione in fornici degli sporti presenti e con l'apertura di tre ulteriori archi verso il palazzo Pazzi. Negli stessi anni, attorno al 1908, una parte notevole dell'immobile venne adibita a cinema con le denominazioni di cinema Galileo e poi di cinema Corso, per iniziativa di un certo Minuti che già aveva operato con iniziative simili nel centro cittadino, promuovendo, ad esempio, la nascita del Caffè Gambrinus. Il cambiamento d'uso comportò la demolizione di varie strutture interne e, parallelamente, una parziale valorizzazione delle preesistenze: l'ingresso al cinema, ad esempio, comprendeva un cortile segnato da pilastri gotici; nel bar di servizio alla sala si apprezzavano invece peducci quattrocenteschi, a sottolineare i continui ampliamenti della fabbrica e le modifiche intercorse nel tempo. Nella stessa operazione, a ricucire tra loro tali presenze storiche, si operò nei nuovi ambienti adottando elementi decorativi oscillanti tra il neogotico e il neorinascimento, così nella zona cassa, nella hall delle scale e nella scala della galleria.

Chiuso il cinema negli anni ottanta del Novecento, è stato intrapreso attorno al 1999 un intervento di recupero degli ambienti interni che, tra alterne vicende, è stato più volte sospeso fino a riprendere nel 2009 con la direzione dei lavori dell'ingegnere Eugenio Bosi. Le facciate esterne e interne sono state restaurate nel 1989 su progetto dell'architetto Luigi Caliterna e, nuovamente, nel 1999. Nel 2000 sono stati effettuati all'interno scavi archeologici che hanno portato alla luce resti di una domus romana, presumibilmente databile al I secolo d.C


 Info: https://museumofillusions.it


Fabrizio Del Bimbo 

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