mercoledì 8 agosto 2018

Il cuore religioso di Rovereto


Il 5 agosto di ogni anno a Rovereto dal 1703 si celebra la festa patronale di Santa Maria Ausiliatrice

Rovereto, la deliziosa cittadina del Trentino  adagiata tra verdi colline lungo la valle del fiume Adige, si può visitare in ogni stagione, ma in estate si ha una chance in più:  l'occasione di assistere ad una suggestiva festa religiosa, un rito che si rinnova qui dal XVIII secolo. La data da segnare in agenda è il 5 agosto, perché proprio quel giorno, nel lontano 1703, per  salvarsi  dalle   distruzioni   provocate   dal generale francese Vendôme nella Vallagarina, la città  si affidò alla protezione di Maria Ausiliatrice,patrona principale della città, e fece voto di celebrare ogni anno il rito solenne di ringraziamento. Una tradizione che prosegue ancora oggi, a 315 anni dal voto espresso dal Civico Consiglio, con diverse iniziative promosse dal Comune di Rovereto.



Quest'anno la cerimonia si è svolta in un clima festoso, coinvolgendo l'intera città e i suoi visitatori, iniziando al mattino nella chiesa di San Marco con la   Messa solenne,   la presenza del   sindaco, della Giunta e delle autorità municipali. Nel pomeriggio la recita dei Vespri solenni in onore di Maria Ausiliatrice e la suggestiva processione per le vie della città.  La particolarità di questa processione sta nei colori, nella presenza della banda, nel mix di sacro e profano dato dal corteo che segue la statua dell'Ausiliatrice e i costumi tipici delle donnem degli Schutzen, i bersaglieri tirolesi, e delle dekegazioni delle città gemellate come Forchheim e Kufstein.   E’ il momento in   cui   Rovereto ritrova   la   sua   anima asburgica   e   la  sua identità   di   paese   del   Tirolo   austriaco,   soggetto   a   molte dominazioni tra cui quella veneziana e il rito non a caso ha per cornice la Piazza e la chiesa di San Marco, una delle più antiche della città, ricca di affreschi e stucchi Nella cantoria si trovano diversi organi, su uno dei quali tenne il suo primo concerto italiano il 26 dicembre 1769 Wolfgang Amadeus Mozart.
Al   rientro   dalla   processione per le vie del   centro   storico il sindaco ha offerto all’Arciprete di San Marco il cero votivo, secondo una tradizione centenaria leggendo solennemente il testo del Voto formulato nel 1703 dal Civico Consiglio. A   sera si  è  ripetuta   la consuetudine della cena sobria con una lunga tavolata in via della Terra, con le famiglie che condividono cibo e bevande. Quest'anno era presente un ospite illustre;   un   «inviato»   del   Vaticano,   monsignor   Nunzio   Galantino,   presidente dell' Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica. L'ufficio ha lo scopo di custodire i beni della Santa Sede e fornire i fondi necessari al funzionamento della Curia romana. Già vescovo  di   Cassano   all'Jonio,  cinque   anni   fa,  fu   scelto   da   papa   Francesco   per   il   ruolo   di segretario generale della Cei ad interim, confermato poi nel 2014 per altri 5 anni. Un mese fa papa Bergoglio gli ha  affidato i beni patrimoniali della Chiesa.  Galantino è legato a Rovereto grazie ad Antonio Rosmini: è stato tra i primi a promuovere la conoscenza del filosofo proibito e con lui è partita la promozione del pensiero rosminiano. 
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La festa patronale dell Ausiliatrice consente di approfondire la conoscenza di Rovereto, città che ha attraversato fasi storiche diverse; prima apparteneva al Principato Vescovile di Trento nel Sacro Romano Impero di Germania, poi per circa un secolo alla Serenissima, quindi alla Contea del Tirolo nell'Impero austroungarico. L'origine del nome è da riferirsi sicuramente al termine "roboretum", cioè bosco di querce. Ma Rovereto viene definita anche città della Pace, dei musei, dei festival e i suoi tesori raccontano la storia medievale e veneziana della città ed il suo successo nel commercio della seta.

Sul corso Rosmini, che porta il nome del beato Antonio, il filosofo nato proprio a Rovereto a fine Settecento, si trova ancora, custodita dai Padri Rosminiani la casa natale, una dimora splendida che conserva gli arredi originali. Gli ambienti rimasti integri, e il patrimonio di libri, mobili e opere d’arte conservano ancor oggi la testimonianza di un glorioso passato.
La Casa natale di Antonio Rosmini è aperta alle visite su prenotazione. (www.casanatalerosmini.it)

Il corso Rosmini conduce nel cuore della città e verso il corso Bettini, dove sorge il famoso MART, il Museo di Arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, incastonato tra due palazzi settecenteschi, Palazzo Alberti Poja ed il Palazzo dell’Annona: la moderna struttura accoglie il visitatore sotto una cupola di vetro. La collezione permanente del MART include oltre 15.000 opere: dipinti, disegni, incisioni e sculture, con nuclei importanti soprattutto per quanto riguarda le avanguardie del Novecento, con molte opere di Giorgio de Chirico, Carlo Carrà, Mario Sironi e del futurista roveretano Fortunato Depero. Inoltre il museo ospita diverse mostre temporanee. (www.mart.trento.it)

Chi ama il futurismo non può perdere una visita alla casa-museo di Fortunato Depero: l’artista roveretano aveva progettato la sua abitazione nel 1919 come una Casa d’Arte Futurista, ma solo 90 anni dopo, nel 2009, la sua casa è stata restaurata seguendo le sue indicazioni e riaperta al pubblico. Al suo interno vi sono dipinti, giocattoli e curiose pubblicità realizzate dall’artista per grandi marchi, per esempio Campari. Le celebri bottigliette del bitter fanno bella mostra alla reception di questo museo.
(www.mart.trento.it/casadepero)


Percorrendo i vicoli del centro storico si arriva al Castello di Rovereto, edificato nel XIV secolo dalla famiglia Castelbarco; dal 1921 ospita il Museo Storico Italiano della Guerra che propone un percorso espositivo permanente alla preistoria alla prima guerra mondiale attraverso armi, armamenti, uniformi, fotografie, cimeli, manifesti, oggetti, onorificenze, lettere e diari. Nella sezione artiglierie il museo espone pezzi di artiglieria italiani, austro-ungarici, tedeschi, francesi e inglesi della Grande Guerra.
 (www.museodellaguerra.it)



Sul colle di Miravalle la Campana dei Caduti è la più grande campana del mondo costruita nel 1924 con il bronzo fuso dei cannoni delle nazioni partecipanti alla prima Guerra mondiale. Maria Dolens, questo il suo nome, ogni sera commemora con 100 rintocchi i caduti di tutte le guerre, invocando la pace e la fratellanza fra i popoli. (www.fondazioneoperacampana.it)

Per gli appassionati un momento di relax per assaggiare un buon caffè si può avere presso la Bontadi,  la torrefazione più antica d’Italia, fondata nel 1790, che permette di ammirare un altro museo unico nel suo genere, una rara collezione di strumenti per la produzione del caffè, oltre 100 pezzi dal 1700 ai giorni nostri per fare un caffè a regola d'arte. (www.bontadi.it)


Una rara macchina del caffè


Per alloggiare a Rovereto si consigliano l'elegante hotel Rovereto (www,hotelrovereto.it) e il romantico B&B
Relais Mozart.
(www.relaismozart.it)

Per assaggiare la cucina e i prodotti tipici locali si propongono;
Osteria del Pettirosso in città (www.osteriadelpettirosso.it)
Ristorante Bosco dei Pini Neri a Trambileno sulle colline di Rovereto (www.ristoranteboscodeipinineri.it)


Fabrizio Del Bimbo

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